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- Elly Schlein a Mestre mercoledì 19 novembre
La segretaria nazionale in Veneto per la manifestazione regionale di chiusura della campagna elettorale di Giovanni Manildo Mercoledì 19 novembre 2025, alle ore 18.30, Elly Schlein , segretaria nazionale del Partito Democratico, sarà a Mestre per chiudere la campagna elettorale del centrosinistra in Veneto, in sostegno di Giovanni Manildo , candidato presidente alle elezioni regionali del 23 e 24 novembre. L’incontro si terrà in piazzetta Coin ; in caso di maltempo, la manifestazione sarà spostata alla Sala 3 dell’IMG Candiani .
- Approvate le liste per le regionali
Tutti i candidati del Partito democratico del Veneto La direzione regionale del Partito democratico ha approvato le liste dei candidati che correranno per il consiglio regionale in tutte le province del Veneto, a sostegno di Giovanni Manildo. «Liste solide, radicate nei territori, rappresentative della società veneta e delle sue energie migliori» è soddisfatto il segretario regionale Pd, Andrea Martella «ci presentiamo al voto con una proposta chiara». Tra le 53 donne e gli uomini in lista rispettando l'alternanza di genere molti amministratori, e un'età media intorno ai 45 anni. Riconfermati i consiglieri uscenti, a eccezione di Francesca Zottis. Queste le liste approvate provincia per provincia. Belluno Capolista il segretario provinciale Alessandro Del Bianco, già vicesindaco di Feltre. Dietro a lui Yuki d'Emilia, Susy Candiago, Irma Visalli e Luca Balbinot. Padova Oltre all'uscente capogruppo Vanessa Camani, la lista include Andrea Micalizzi, vicesindaco del capoluogo; Sabrina Doni, già sindaca di Rubano; Alessandro Dal Corso, esperto in gestione dei rischi finanziari; Virginia Libero, ex presidente dell'Udu; Luciano Sguotti, già sindaco di Conselve; Eleonora Guizzaro, manager nel settore pubblico; Stefano Pozzi, ex direttore generale di Confindustria, Franca Bortolamei. Rovigo Angelo Zanellato ex consigliere regionale; Stefano Borile, ingegnere ed ex campione nazionale del rugby rodigino; Nicola Zanca, sindaco di Gaiba e ricercatore universitario; l'infermiera Michela Valentini; Emanuela Pizzardo, funzionaria dell'Ulss e volontaria per la tutela dei minori. Treviso Il capolista è Claudio Beltramello, medico e consigliere comunale a Castelfranco ; Elisamaria Bressan, consigliera a Montebelluna; Lorenzo Fabbian, ex assessore a Pieve del Grappa; Barbara De Nardi, assessora a Vittorio Veneto; Paolo Galeano, assessore ed ex sindaco di Preganziol; Sandra Sofia Perulli, consigliera a Casale sul Sile; Omar Lapecia Bis, presidente dell'Anpi di Conegliano; l'avvocata Antonella Tocchetto, consigliera a Treviso; il fisioterapista Raffaele Marcon. Venezia Accanto al consigliere regionale uscente Jonatan Montanariello ci sono l'avvocata Francesca Bressanin; Gabriele Bolzoni, vicesindaco di Mira; Irina Drigo, consigliera a Portogruaro; l'avvocato Marco Ferrero; Margherita Lachin, consigliera a Marcon; Enrico Franchin, coordinatore del Veneto Orientale; la segretaria cittadina Monica Sambo; Gianluca Trabucco, consigliere del capoluogo. Verona Nel Veronese il primo è Alessio Albertini, sindaco di Belfiore e vicesegretario provinciale. Poi la consigliera uscente Anna Maria Bigon, Maurizio Cassano, Guglielmo Frapporti, Katty Gerardo, Sara Gini, Elisa La Paglia, Mattia Mosconi e Gianpaolo Trevisi, direttore della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Peschiera. Vicenza Vicenza punta sulla consigliera regionale uscente Chiara Luisetto, come capolista. Poi Luca Cislaghi, da Asiago la consigliera Mattea Stella, Antonio Marco Dalla Pozza, bancario ed ex assessore nel capoluogo berico; Ilaria Sbalchiero, Maurizio Fipponi, Diego Zaffari, Clementine Carole Ngah Biloa, Ginevra Zanetti . Siamo pronti «a sostenere Giovanni Manildo con una squadra credibile e competente» afferma Martella «e con la più grande coalizione di centrosinistra della recente storia veneta. Pronto a rappresentare un'idea diversa di futuro per il Veneto, più giusta, più sostenibile, più coesa».
- Elly Schlein in Veneto sabato 15 novembre
Tour veneto per la segretaria nazionale del Partito Democratico. Sabato 15 novembre Elly Schlein farà tre tappe in regione per sostenere il candidato presidente del centrosinistra Giovanni Manildo. La segretaria sarà a Verona a Schio e infine a Belluno. Ecco il dettaglio degli eventi: - alle ore 16.00 a Verona, in Sala Lucchi (Piazzale Olimpia 3, Verona) https://maps.app.goo.gl/SYvajYuc2RonWWFj9 - alle ore 18.00 a Schio, Piazzale Stazione FS (via A. Baccarini, Schio) https://maps.app.goo.gl/og4kpySMXYRf3LYp9 - alle ore 21.00 a Belluno, in Sala Bianchi “Eliseo Dal Pont” (Viale Fantuzzi 11, Belluno) https://maps.app.goo.gl/gTWMMAeTaTLa9Nqv9
- Manildo: «Sette mosse per creare futuro»
Il candidato del centrosinistra: Ecco il nostro piano per un Veneto di tutti” «Il Veneto ha bisogno di una nuova stagione, di un progetto capace di unire e non di dividere. Con la nostra coalizione – la più ampia e rappresentativa degli ultimi decenni – presentiamo oggi il cuore della nostra proposta: sette grandi azioni strategiche per creare futuro. Sette scelte concrete per dare alla nostra regione un nuovo slancio, fondato su sviluppo, giustizia sociale e qualità della vita». Così Giovanni Manildo , candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, ha presentato la piattaforma programmatica che guiderà la seconda fase della campagna elettorale. «Le nostre sette mosse – spiega – non sono slogan, ma un piano di lavoro realistico, la scaletta molto chiara delle priorità della nostra azione di governo se i veneti ci daranno fiducia. Al centro ci sono i bisogni veri dei cittadini: salute, lavoro, casa, giovani, anziani, trasporti, ambiente. E due precondizioni essenziali: una sicurezza diffusa, fatta di fiducia, coesione sociale ma anche investimenti e tecnologia, e una partecipazione collettiva che rimetta i cittadini, le associazioni, i tanti soggetti socio-economici veneti al centro delle scelte pubbliche dopo anni di accentramento totale su Palazzo Balbi». Manildo introduce così i contenuti principali delle sette azioni. «Partiamo dalla sanità pubblica , che deve tornare la prima priorità: un piano straordinario di assunzioni, il rilancio delle case di comunità, la riduzione delle liste d’attesa, la riforma delle strutture per anziani e il sostegno ai caregiver. E un assessore, che annuncerò a breve, dal profilo tecnico e non politico. Sul fronte del lavoro e dello sviluppo, proponiamo formazione collegata ai distretti produttivi, incentivi a innovazione e sicurezza, e un fondo per la transizione energetica delle PMI. Ai giovani offriamo strumenti per l’autonomia: il contratto d’ingresso per integrare i salari, gli sportelli di sostegno psicologico, l’accesso facilitato alla casa e alla mobilità pubblica. Con il piano casa vogliamo restituire stabilità e dignità a famiglie e giovani, recuperando alloggi ATER con un investimento straordinario e sostenendo canoni calmierati. Per gli anziani , una rete di assistenza diffusa e la valorizzazione delle forme di cohousing, con 100 nuove strutture, e domiciliarità; ma prima di tutto la fondamentale riforma delle Ipab. E ancora: un grande piano per il trasporto pubblico integrato e sostenibile, con un biglietto unico integrato e, grazie al rilancio del progetto SFMR, più treni regionali, collegamenti frequenti e mobilità dolce; e un impegno forte su ambiente, energia e territorio, con lo stop al consumo di suolo, il rilancio delle rinnovabili da portare a 1kw per abitante, la forestazione urbana e la tutela del paesaggio». «Queste sono le sette mosse con cui proponiamo al Veneto un percorso nuovo verso il futuro – conclude Manildo –. Nei prossimi giorni le presenteremo in dettaglio, con sette conferenze stampa dedicate a ciascuna di esse. Perché creare futuro significa cominciare da subito, insieme».
- Manildo: «Trasporto gratuito per i giovani, biglietto unico digitale e rilancio del SFMR»
Trasporto pubblico gratuito per i giovani fino a 26 anni, biglietto regionale unico e digitale e rilancio del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) . Sono i tre pilastri della seconda delle sette “mosse per il Veneto Futuro”, presentata oggi alla stazione dei bus di Treviso da Giovanni Manildo , candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra. «La mobilità è la spina dorsale del Veneto policentrico e la chiave del suo sviluppo economico e sociale – spiega Manildo –. Ma in questi anni è mancata una regia regionale, capace di tenere insieme i territori e i diversi livelli di pianificazione. Ora serve una visione unitaria e sostenibile». La prima misura, dal forte valore sociale ed educativo, riguarda i giovani: trasporto pubblico gratuito o semi-gratuito per studenti e lavoratori under 26 . «Vogliamo che i ragazzi riscoprano il trasporto pubblico come scelta quotidiana e intelligente – spiega Manildo –. Ci ispiriamo a modelli già sperimentati in parte in altre città e regioni italiane, ma soprattutto in Europa, come quello spagnolo: un abbonamento rimborsabile che restituisce integralmente il costo a chi utilizza regolarmente bus o treni. Più utilizzi un mezzo pubblico, meno lo paghi: fino alla completa gratuità a certe condizioni. È un modo intelligente e coraggioso per incentivare la mobilità sostenibile e ridurre l’uso dell’auto privata». Si tratta di una delle proposte programmatiche elaborate da un gruppo di oltre 60 ragazzi under 30 di tutto il Veneto, e consegnate a Manildo la settimana scorsa. Seconda innovazione, il biglietto regionale unico e digitale : «Permetterà di viaggiare su tutti i mezzi pubblici – autobus urbani ed extraurbani, treni, tram, vaporetti – con una sola app o tessera elettronica. È una rivoluzione di semplicità e inclusione, che mette finalmente il cittadino al centro, come altre Regioni hanno già fatto». Terzo punto, il rilancio del Sistema Ferroviario Metropolitano Regionale (SFMR) : collegamenti frequenti e integrati tra città, poli produttivi, università e aree turistiche, in una logica metropolitana e sostenibile. «Abbiamo già messo al lavoro un gruppo di esperti per aggiornare il piano. È un progetto di visione, di lungo periodo, che può cambiare il modo di vivere e lavorare in Veneto». Manildo collega il tema mobilità al più ampio disegno di sviluppo del Veneto futuro: «Un Veneto che si muove meglio è un Veneto che cresce meglio, e in cui sarà più facile attirare e trattenere lavoratori, talenti, famiglie. La nostra idea è chiara: più ferro, meno asfalto. Meno frammentazione, più coordinamento. E soprattutto, una Regione che pianifica e guida, invece di limitarsi a rincorrere».
- Manildo: «Il Veneto penultimo per medici di base»
Così la Lega ha smantellato la sanità pubblica «Il diritto alla salute non è un privilegio, è la base della nostra convivenza. Ma oggi in Veneto troppe persone rinunciano a curarsi perché non trovano un medico o devono aspettare mesi per una visita. È una ferita profonda nella nostra comunità». Così Giovanni Manildo , candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, commenta i dati diffusi da Agenas , secondo cui il Veneto è penultimo in Italia per numero di medici di base in rapporto ai cittadini assistiti, con appena 0,67 medici ogni mille abitanti. Peggio fa solo la Lombardia. «È il risultato di scelte sbagliate e di anni di tagli – continua Manildo –. La Regione ha deciso di non finanziare abbastanza le borse di formazione per i medici di famiglia, e oggi paghiamo quel prezzo: intere comunità senza medico, pronto soccorso in difficoltà, liste d’attesa infinite. La sanità veneta, un tempo modello, è in affanno». I numeri che Manildo snocciola parlano chiaro: sette cittadini su dieci giudicano peggiorato il sistema sanitario, decine di migliaia di persone rinunciano ogni anno alle cure e la spesa privata è salita a 847 euro a persona, 110 in più della media nazionale. «È così che si erode il principio di uguaglianza, trasformando la salute in un bene per pochi. E il paradosso è che oggi Alberto Stefani dice che la sanità deve cambiare marcia, mentre allo stesso tempo si proclama erede di Zaia e ne elogia il governo. O ci sono problemi e si riconoscono le responsabilità della Lega negli ultimi quindici anni, oppure va tutto benissimo. Delle due, l’una». Manildo ribadisce la sua contrarietà al cosiddetto “modello lombardo” di privatizzazione: «Il centrodestra vuole spingere ancora di più in quella direzione, lo hanno confermato anche in queste settimane. Noi faremo l’opposto. Rimetteremo la persona al centro e restituiremo dignità alla sanità pubblica». Il programma del candidato del centrosinistra unito prevede alcune misure chiave: un piano straordinario di assunzioni di medici, infermieri e operatori sociosanitari; case di comunità dotate di personale; un tavolo permanente della sanità veneta con professionisti e sindacati per programmare risorse e personale; più attenzione alla salute mentale e alla figura dello psicologo di base; investimenti nella sicurezza degli ospedali e nella valorizzazione del personale. «La sanità è la prima emergenza del Veneto. Tutte le risorse necessarie andranno qui: alla salute delle persone – conclude Manildo –. Dimostreremo la nostra determinazione indicando prima del voto il nome della persona che chiameremo a guidare la sanità veneta: una figura autorevole, competente, fuori da ogni logica spartitoria. Perché la salute dei veneti viene prima di tutto».
- Educare al consenso per vincere la violenza sulle donne
Le misure di prevenzione alla violenza sulle donne hanno dimostrato di non funzionare. Serve la custodia cautelare in carcere per chi è dichiaratamente un pericolo sociale. Ammonimenti, distanziamento obbligatorio, persino il braccialetto elettronico non hanno evitato episodi di violenza efferata contro le donne. Per questo, «il carcere per gli aggressori è l’unico modo di tutelare le donne. Dobbiamo dare un messaggio forte come società e dire che la vita delle donne conta». Lo ha affermato l’eurodeputata Alessandra Moretti nel corso della conferenza stampa con cui il Partito democratico, le Democratiche del Veneto e il candidato del centrosinistra Giovanni Manildo hanno presentato un pacchetto di proposte sul tema della violenza di genere. Tre i concetti fondamentali: proteggere le donne, educare al consenso, formazione a tutti i livelli, dagli adolescenti agli operatori sociali, fino ai giudici perché troppo spesso «la cultura patriarcale genera sentenze che colpevolizzano la donna che ha subito violenza», dice ancora Moretti. Accanto all’impegno giuridico e formativo servono maggiori risorse, anche da parte della Regione. «In Veneto servirebbero 120 Centri anti violenza, ce ne sono solo 30». «La violenza contro le donne è una tragedia quotidiana che chiama la politica alla responsabilità», afferma il candidato presidente della Regione della coalizione di centrosinistra, Giovanni Manildo . «Ogni femminicidio è un fallimento collettivo, perché arriva sempre dopo segnali ignorati, dopo silenzi e mancate protezioni. Noi vogliamo cambiare questo paradigma: la Regione deve diventare un presidio attivo di prevenzione, educazione e sostegno. Per questo proporrò l’istituzione di un Fondo regionale per la prevenzione della violenza di genere e l’autonomia delle vittime, con sportelli h24, formazione obbligatoria per operatori pubblici e un grande piano educativo nelle scuole. Prevenire, proteggere, accompagnare all’autonomia: è così che si costruisce una società più giusta, e un Veneto più umano». Claudia Longhi , portavoce delle Democratiche del Veneto sottolinea come «l’aggressione è cresciuta in maniera esponenziale e prevedibile. È una reazione all’assertività delle donne e alla loro ricerca di autodeterminazione. Oltre 80 vittime solo quest’anno. Una legge sul consenso è necessaria, non per punire ma per regolare bene le relazioni. Il consenso evita alla donna l’onere della prova, ma non è solo un problema processuale. Si tratta di regolare la società non secondo rapporti di forza, ma facendo leva sul rispetto e la dignità di tutte le persone. Educazione significa anche capacità di gestire le proprie emozioni, il rifiuto, la delusione, lo stress. Servono psicologi in tutte le scuole di ogni ordine e grado». Queste le proposte principali del Partito Democratico: Istituzione di un ‘Fondo regionale per la prevenzione della violenza di genere e l’autonomia delle vittime’, da finanziare con risorse regionali e fondi Ue, con questi elementi principali: ● Creazione di uno sportello unico regionale H24-multicanale per vittime di violenza di genere (violenza domestica, stalking, molestie, femminicidio) con accesso guidato a consulenza legale, psicologica, protezione e servizi di uscita dall’abuso. ● Programma obbligatorio di formazione per tutti gli operatori pubblici del territorio (sanità, polizia locale, scuole, servizi sociali) sul riconoscimento precoce dei segnali di violenza, sulla traiettoria femminicida e sulle risposte integrate, con monitoraggio degli esiti (una buona pratica già in parte operata in Veneto, ma da potenziare). ● Alleanza con scuole, università e imprese per un piano educativo regionale , fin dal secondo ciclo, che affronti il tema delle relazioni tra generi, del consenso, della violenza simbolica e digitale, dello stalking e della violenza assistita, con l’obiettivo di cambiare cultura e prevenire. ● Diffusione di case-rifugio protette anche nei territori minori e montani, collegate a percorsi di autonomia abitativa e lavorativa per donne che escono dalla violenza. ● Monitoraggio regionale trasparente: creazione di un osservatorio regionale (o ampliamento di quello esistente) con indicatori sulle violenze di genere, femminicidi, stalking, interventi, esiti e risorse impiegate, per rendere visibili i progressi e le criticità, in coerenza con le raccomandazioni europee. Interventi non più differibili poiché «ormai i femminicidi rappresentano una guerra contro i corpi delle donne, contro le vite delle donne», ha rimarcato Moretti. «È una guerra che dobbiamo combattere probabilmente con strumenti nuovi. Non bastano la severità delle pene, che servono sicuramente, non bastano nuove forme di reato, serve investire nella formazione, serve investire nell'educazione, nell'educazione nelle scuole, nel lungo periodo certamente, ma dobbiamo fare un salto di qualità e questa deve essere una battaglia che appartiene a tutte e a tutti. Educare al consenso diventa un'arma importante», anche per contrastare la nuova frontiera della violenza sessuale che corre sulle reti informatiche. «La violenza digitale è ormai diffusissima», ricorda l’eurodeputata, «ci vogliono norme certe per perseguire non solo chi alimenta certe piattaforme, ma anche chi le gestisce».
- Manildo: «Ora che c’è la data, costruiamo il futuro del Veneto»
«Finalmente i veneti conoscono la data delle elezioni regionali. Era ora. Ma soprattutto, ora si apre davvero una nuova fase: il momento in cui ciascuno può iniziare a pensare al futuro del Veneto e decidere quale direzione dare alla nostra regione nei prossimi anni». Così Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto, commenta l’annuncio ufficiale della data del voto regionale. «Il Veneto – afferma Manildo – è cambiato profondamente anche solo negli ultimi cinque anni. Sono cambiati i problemi, sono emerse nuove fragilità ma anche nuove opportunità. Per affrontarle servono idee nuove, strumenti nuovi, soluzioni diverse. Oggi ciò che è stato pensato, realizzato – o non realizzato – venti o anche solo dieci anni fa, non basta più. Il mondo è cambiato. I veneti sono cambiati. E il Veneto ha bisogno di cambiare». Manildo sottolinea che «non è una questione di contrapposizione personale o ideologica», ma di prospettiva. «Noi non stiamo facendo una campagna contro qualcuno, anche perché al momento non abbiamo neppure un avversario. Stiamo costruendo, insieme a migliaia di persone incontrate in questi mesi, un progetto positivo, concreto, condiviso. Un progetto per creare futuro. È questo l’obiettivo che ci siamo dati. E finalmente ora possiamo andare a proporlo a tutti i veneti, a viso aperto, in un confronto democratico vero».
- Manildo: «Bilancio provvisorio e centrodestra diviso: il Veneto merita di più»
Il candidato del centrosinistra: « Scelte gravi e irresponsabili. La Regione non è una casella da riempire né un bilancio da rimandare » «Il mondo produttivo veneto sta lanciando da settimane messaggi chiari: servono stabilità, visione, pianificazione. Ma la destra al governo della Regione ha deciso di fare esattamente il contrario: varare un bilancio provvisorio per il 2026, tenere il Veneto sospeso fino all’autunno, e rinviare ogni scelta strategica per paura di affrontare la realtà». Così Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, commenta la scelta della Giunta regionale di ricorrere all’esercizio provvisorio per il prossimo bilancio. «Non si venga a dire che non c’era il tempo», attacca Manildo. «Tutti sapevano che si sarebbe votato in autunno. Il tempo c’era: mancava la volontà. La verità è che quello che si prepara è un bilancio difficile, fatto di tagli e rinunce, e il centrodestra veneto preferisce lasciare il cerino acceso in mano ad altri. È una fuga dalle proprie responsabilità. Ma a pagare saranno i cittadini e le imprese, con una gestione rallentata, risorse congelate, e una programmazione bloccata in mesi cruciali per l’economia veneta». Manildo punta il dito anche contro la paralisi politica che blocca la coalizione avversaria: «Mentre noi incontriamo i territori, discutiamo idee, costruiamo squadra, il centrodestra continua a litigare su tutto: sulla data del voto, sul nome del candidato, sul futuro del Veneto. È uno spettacolo indecoroso. Per loro il Veneto non è una priorità, è solo una pedina da spostare sul tavolo delle trattative nazionali. Una regione da assegnare in base al colore politico delle altre. Quante regioni a FdI? Quante alla Lega? Quante a Forza Italia?» Un approccio che, per Manildo, è l’opposto di ciò che serve: «Il Veneto non ha bisogno di giochi di palazzo. Ha bisogno di risposte. Su sanità, energia, lavoro, casa, sicurezza, ambiente, giovani. Ha bisogno di una guida che metta al centro il bene comune, non gli equilibri di potere. Se i veneti sceglieranno il cambiamento, porteremo una visione forte, un bilancio vero, e la credibilità di chi rispetta i cittadini e le istituzioni».
- Schlein in Veneto per Manildo l’8 settembre a Treviso e Padova
Lunedì 8 settembre la segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein , sarà in Veneto per una doppia tappa per incontrare la la cittadinanza, la comunità democratica e per sostenere Giovanni Manildo, candidato alla presidenza della Regione per la coalizione di centrosinistra. Alle ore 18 Schlein sarà a Treviso, ospite della Festa Democratica provinciale in Prato Fiera. Alle ore 21 sarà invece a Padova, alla Festa dell’Unità di Padova, al Parco Milcovich, quartiere Arcella, per un secondo appuntamento pubblico con il candidato presidente. Una nuova giornata in Veneto a supporto dell’impegno del centrosinistra e del Partito Democratico in vista del voto regionale. Andrea Martella , segretario regionale del PD Veneto, commenta così: «Anche questa nuova presenza di Elly Schlein ci dà ulteriore carica per continuare il grande lavoro fatto dai Democratici veneti, che sono stati il baricentro nella costruzione della più ampia alleanza di sempre alternativa al centrodestra. Lo abbiamo fatto con responsabilità, con tempismo, con unità: mentre il centrodestra litiga ogni giorno su chi debba “prendersi” il Veneto, come fosse un bottino da spartire, noi abbiamo il nostro candidato in campo da oltre un mese. Giovanni Manildo interpreta una proposta di cambiamento seria e credibile, per affrontare le nuove sfide di una regione che, dopo trent’anni di potere della destra, ha bisogno di voltare pagina».
- Manildo: «Un grande Piano Casa per garantire alloggio a giovani, coppie e lavoratori»
Il candidato del centrosinistra: « La casa è un diritto, non un lusso. Serve una svolta, con investimenti veri e scelte coraggiose » «Benissimo che Giorgia Meloni dal palco del Meeting di Comunione e Liberazione abbia annunciato un piano casa, anche se dopo tre anni di governo si dovrebbe essere ai fatti, non alle promesse. Ma la premier dovrebbe chiedersi cosa fanno le regioni amministrate dal suo partito. In Veneto, oggi, trovare casa è diventato un ostacolo quasi insormontabile per troppe persone: giovani, coppie, lavoratori, famiglie. Tra affitti sempre più alti, alloggi pubblici indisponibili e costi insostenibili, siamo di fronte a un blocco che penalizza l’accesso ai diritti fondamentali e compromette il futuro del nostro territorio. Se trovare casa è troppo difficile, vivere e restare in Veneto diventa impossibile. Ed è anche così che una Regione invecchia, perde energie e non riesce ad attrarre o trattenere talenti. Per questo mettiamo al centro della nostra proposta un grande Piano Casa regionale, con risorse vere e scelte concrete». Con queste parole Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, presenta la proposta di un grande Piano Casa per rispondere a quella che definisce 'una delle emergenze sociali più gravi del nostro tempo'. I dati sono chiari: in Veneto ci sono 7.486 alloggi ATER sfitti, oltre il 20% del totale, mentre più di 10.000 famiglie aventi diritto sono in attesa di un tetto. Eppure la Regione – denuncia Manildo – non ha stanziato un solo euro per recuperarli. «È inaccettabile. Abbiamo un patrimonio pubblico inutilizzato che decade nell’abbandono mentre migliaia di persone sono senza casa. Quando Zaia si insediò, gli alloggi sfitti erano un terzo di quelli attuali: questo è il risultato di anni di inerzia. Gli annunci non bastano più. Servono fatti, che fin qui non abbiamo visto né al livello nazionale né regionale. Una richiesta già avanzata da tempo e invano dalle opposizioni, e in particolar modo dal PD, e confermata come prioritaria nelle Primarie delle Idee». Il Piano Casa che Manildo propone si articola su cinque fronti: «La nascita di un’Agenzia regionale per la casa, che coordini tutte le politiche abitative, intercetti fondi nazionali ed europei, promuova nuove soluzioni come cohousing e housing sociale. Un piano straordinario da 100 milioni l’anno per cinque anni, per costruire nuovi alloggi e recuperare quelli inutilizzati. Un sistema di protezione per inquilini e piccoli proprietari, con affitti calmierati e fondi contro la morosità incolpevole. Accordi con i Comuni per prevenire gli sfratti e tutelare le famiglie in difficoltà. E poi un grande impegno per studenti e lavoratori, con incentivi alle imprese che costruiscono alloggi per i propri dipendenti, piani di housing giovanile e nuove residenze per il diritto allo studio». «La casa non è un lusso: è un diritto, è sicurezza, è dignità – conclude Manildo –. E senza un tetto stabile, nessuno può costruire il proprio futuro. Se i veneti sceglieranno il cambiamento, la casa sarà una delle grandi priorità del nostro governo».
- Fitosanitari. Albertini: «Valdegamberi strumentalizza. Regione non ha fatto nulla per gli agricoltori»
«Il consigliere Valdegamberi si dimentica di essere parte della maggioranza in Regione e strumentalizza un tema serio solo per fare campagna elettorale». Lo afferma Alessio Albertini , responsabile sostenibilità e filiera agroalimentare del Partito Democratico del Veneto. «È noto comunemente agli operatori del settore che il processo di riduzione di limiti massimi di residuo e la modifica delle etichette non avviene da un giorno all'altro, ma rispetta dei precisi iter», ricorda Albertini. «Così come era noto che i limiti all'utilizzo di Acetamiprid sarebbero stati drasticamente abbassati, tanto che le nuove etichette con i limiti aggiornati erano obbligatorie già dal 19 febbraio di quest'anno. La sostanza, efficace nella lotta agli afidi ed anche alla cimice asiatica, crea tuttavia effetti molto dannosi per gli impollinatori come le api ed è sospettata di danni alla salute umana. Peraltro in Francia la sostanza era stata bandita già dal 2018 ed è stata riammessa in deroga solo quest’anno». «Piuttosto si chieda che cosa ha fatto la Giunta Regionale per promuovere la ricerca di alternative valide da fornire agli agricoltori. È questa infatti la via da seguire: non un approccio estremista, pro o contro i fitosanitari, ma l'individuazione di principi attivi che a parità di efficacia siano il meno dannosi possibile per l'ambiente e per l’uomo», afferma Albertini. «Si dovrebbe inoltre potenziare la partnership tra la ricerca universitaria e le aziende del settore, che ben conoscono le dinamiche del mercato e le esigenze degli agricoltori. Inoltre, la Regione avrebbe potuto pianificare assieme ai portatori di interesse i punti più critici di questa riduzione di limiti, per gestire preventivamente il problema e non ritrovarsi a lamentarsi quando ormai è tardi. Cosa ha fatto la Regione Veneto in questo senso? Nulla». «Si tratta, evidentemente - conclude Albertini - di un approccio troppo faticoso e costoso da perseguire, mentre è più comodo cavalcare la protesta per un mero tornaconto elettorale».












