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- Manildo: «Ora che c’è la data, costruiamo il futuro del Veneto»
«Finalmente i veneti conoscono la data delle elezioni regionali. Era ora. Ma soprattutto, ora si apre davvero una nuova fase: il momento in cui ciascuno può iniziare a pensare al futuro del Veneto e decidere quale direzione dare alla nostra regione nei prossimi anni». Così Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto, commenta l’annuncio ufficiale della data del voto regionale. «Il Veneto – afferma Manildo – è cambiato profondamente anche solo negli ultimi cinque anni. Sono cambiati i problemi, sono emerse nuove fragilità ma anche nuove opportunità. Per affrontarle servono idee nuove, strumenti nuovi, soluzioni diverse. Oggi ciò che è stato pensato, realizzato – o non realizzato – venti o anche solo dieci anni fa, non basta più. Il mondo è cambiato. I veneti sono cambiati. E il Veneto ha bisogno di cambiare». Manildo sottolinea che «non è una questione di contrapposizione personale o ideologica», ma di prospettiva. «Noi non stiamo facendo una campagna contro qualcuno, anche perché al momento non abbiamo neppure un avversario. Stiamo costruendo, insieme a migliaia di persone incontrate in questi mesi, un progetto positivo, concreto, condiviso. Un progetto per creare futuro. È questo l’obiettivo che ci siamo dati. E finalmente ora possiamo andare a proporlo a tutti i veneti, a viso aperto, in un confronto democratico vero».
- Manildo: «Bilancio provvisorio e centrodestra diviso: il Veneto merita di più»
Il candidato del centrosinistra: « Scelte gravi e irresponsabili. La Regione non è una casella da riempire né un bilancio da rimandare » «Il mondo produttivo veneto sta lanciando da settimane messaggi chiari: servono stabilità, visione, pianificazione. Ma la destra al governo della Regione ha deciso di fare esattamente il contrario: varare un bilancio provvisorio per il 2026, tenere il Veneto sospeso fino all’autunno, e rinviare ogni scelta strategica per paura di affrontare la realtà». Così Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, commenta la scelta della Giunta regionale di ricorrere all’esercizio provvisorio per il prossimo bilancio. «Non si venga a dire che non c’era il tempo», attacca Manildo. «Tutti sapevano che si sarebbe votato in autunno. Il tempo c’era: mancava la volontà. La verità è che quello che si prepara è un bilancio difficile, fatto di tagli e rinunce, e il centrodestra veneto preferisce lasciare il cerino acceso in mano ad altri. È una fuga dalle proprie responsabilità. Ma a pagare saranno i cittadini e le imprese, con una gestione rallentata, risorse congelate, e una programmazione bloccata in mesi cruciali per l’economia veneta». Manildo punta il dito anche contro la paralisi politica che blocca la coalizione avversaria: «Mentre noi incontriamo i territori, discutiamo idee, costruiamo squadra, il centrodestra continua a litigare su tutto: sulla data del voto, sul nome del candidato, sul futuro del Veneto. È uno spettacolo indecoroso. Per loro il Veneto non è una priorità, è solo una pedina da spostare sul tavolo delle trattative nazionali. Una regione da assegnare in base al colore politico delle altre. Quante regioni a FdI? Quante alla Lega? Quante a Forza Italia?» Un approccio che, per Manildo, è l’opposto di ciò che serve: «Il Veneto non ha bisogno di giochi di palazzo. Ha bisogno di risposte. Su sanità, energia, lavoro, casa, sicurezza, ambiente, giovani. Ha bisogno di una guida che metta al centro il bene comune, non gli equilibri di potere. Se i veneti sceglieranno il cambiamento, porteremo una visione forte, un bilancio vero, e la credibilità di chi rispetta i cittadini e le istituzioni».
- Schlein in Veneto per Manildo l’8 settembre a Treviso e Padova
Lunedì 8 settembre la segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein , sarà in Veneto per una doppia tappa per incontrare la la cittadinanza, la comunità democratica e per sostenere Giovanni Manildo, candidato alla presidenza della Regione per la coalizione di centrosinistra. Alle ore 18 Schlein sarà a Treviso, ospite della Festa Democratica provinciale in Prato Fiera. Alle ore 21 sarà invece a Padova, alla Festa dell’Unità di Padova, al Parco Milcovich, quartiere Arcella, per un secondo appuntamento pubblico con il candidato presidente. Una nuova giornata in Veneto a supporto dell’impegno del centrosinistra e del Partito Democratico in vista del voto regionale. Andrea Martella , segretario regionale del PD Veneto, commenta così: «Anche questa nuova presenza di Elly Schlein ci dà ulteriore carica per continuare il grande lavoro fatto dai Democratici veneti, che sono stati il baricentro nella costruzione della più ampia alleanza di sempre alternativa al centrodestra. Lo abbiamo fatto con responsabilità, con tempismo, con unità: mentre il centrodestra litiga ogni giorno su chi debba “prendersi” il Veneto, come fosse un bottino da spartire, noi abbiamo il nostro candidato in campo da oltre un mese. Giovanni Manildo interpreta una proposta di cambiamento seria e credibile, per affrontare le nuove sfide di una regione che, dopo trent’anni di potere della destra, ha bisogno di voltare pagina».
- Approvate le liste per le regionali
Tutti i candidati del Partito democratico del Veneto La direzione regionale del Partito democratico ha approvato le liste dei candidati che correranno per il consiglio regionale in tutte le province del Veneto, a sostegno di Giovanni Manildo. «Liste solide, radicate nei territori, rappresentative della società veneta e delle sue energie migliori» è soddisfatto il segretario regionale Pd, Andrea Martella «ci presentiamo al voto con una proposta chiara». Tra le 53 donne e gli uomini in lista rispettando l'alternanza di genere molti amministratori, e un'età media intorno ai 45 anni. Riconfermati i consiglieri uscenti, a eccezione di Francesca Zottis. Queste le liste approvate provincia per provincia. Belluno Capolista il segretario provinciale Alessandro Del Bianco, già vicesindaco di Feltre. Dietro a lui Yuki d'Emilia, Susy Candiago, Irma Visalli e Luca Balbinot. Padova Oltre all'uscente capogruppo Vanessa Camani, la lista include Andrea Micalizzi, vicesindaco del capoluogo; Sabrina Doni, già sindaca di Rubano; Alessandro Dal Corso, esperto in gestione dei rischi finanziari; Virginia Libero, ex presidente dell'Udu; Luciano Sguotti, già sindaco di Conselve; Eleonora Guizzaro, manager nel settore pubblico; Stefano Pozzi, ex direttore generale di Confindustria. Rovigo Angelo Zanellato ex consigliere regionale; Stefano Borile, ingegnere ed ex campione nazionale del rugby rodigino; Nicola Zanca, sindaco di Gaiba e ricercatore universitario; l'infermiera Michela Valentini; Emanuela Pizzardo, funzionaria dell'Ulss e volontaria per la tutela dei minori. Treviso Il capolista è Claudio Beltramello, medico e consigliere comunale a Castelfranco ; Elisamaria Bressan, consigliera a Montebelluna; Lorenzo Fabbian, ex assessore a Pieve del Grappa; Barbara De Nardi, assessora a Vittorio Veneto; Paolo Galeano, assessore ed ex sindaco di Preganziol; Sandra Sofia Perulli, consigliera a Casale sul Sile; Omar Lapecia Bis, presidente dell'Anpi di Conegliano; l'avvocata Antonella Tocchetto, consigliera a Treviso; il fisioterapista Raffaele Marcon. Venezia Accanto al consigliere regionale uscente Jonatan Montanariello ci sono l'avvocata Francesca Bressanin; Gabriele Bolzoni, vicesindaco di Mira; Irina Drigo, consigliera a Portogruaro; l'avvocato Marco Ferrero; Margherita Lachin, consigliera a Marcon; Enrico Franchin, coordinatore del Veneto Orientale; la segretaria cittadina Monica Sambo; Gianluca Trabucco, consigliere del capoluogo. Verona Nel Veronese il primo è Alessio Albertini, sindaco di Belfiore e vicesegretario provinciale. Poi la consigliera uscente Anna Maria Bigon, Maurizio Cassano, Guglielmo Frapporti, Katty Gerardo, Sara Gini, Elisa La Paglia, Mattia Mosconi e Gianpaolo Trevisi, direttore della Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Peschiera. Vicenza Vicenza punta sulla consigliera regionale uscente Chiara Luisetto, come capolista. Poi Luca Cislaghi, da Asiago la consigliera Mattea Stella, Antonio Marco Dalla Pozza, bancario ed ex assessore nel capoluogo berico; Ilaria Sbalchiero, Maurizio Fipponi, Diego Zaffari, Ngah Carole. Siamo pronti «a sostenere Giovanni Manildo con una squadra credibile e competente» afferma Martella «e con la più grande coalizione di centrosinistra della recente storia veneta. Pronto a rappresentare un'idea diversa di futuro per il Veneto, più giusta, più sostenibile, più coesa».
- Manildo: «Un grande Piano Casa per garantire alloggio a giovani, coppie e lavoratori»
Il candidato del centrosinistra: « La casa è un diritto, non un lusso. Serve una svolta, con investimenti veri e scelte coraggiose » «Benissimo che Giorgia Meloni dal palco del Meeting di Comunione e Liberazione abbia annunciato un piano casa, anche se dopo tre anni di governo si dovrebbe essere ai fatti, non alle promesse. Ma la premier dovrebbe chiedersi cosa fanno le regioni amministrate dal suo partito. In Veneto, oggi, trovare casa è diventato un ostacolo quasi insormontabile per troppe persone: giovani, coppie, lavoratori, famiglie. Tra affitti sempre più alti, alloggi pubblici indisponibili e costi insostenibili, siamo di fronte a un blocco che penalizza l’accesso ai diritti fondamentali e compromette il futuro del nostro territorio. Se trovare casa è troppo difficile, vivere e restare in Veneto diventa impossibile. Ed è anche così che una Regione invecchia, perde energie e non riesce ad attrarre o trattenere talenti. Per questo mettiamo al centro della nostra proposta un grande Piano Casa regionale, con risorse vere e scelte concrete». Con queste parole Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, presenta la proposta di un grande Piano Casa per rispondere a quella che definisce 'una delle emergenze sociali più gravi del nostro tempo'. I dati sono chiari: in Veneto ci sono 7.486 alloggi ATER sfitti, oltre il 20% del totale, mentre più di 10.000 famiglie aventi diritto sono in attesa di un tetto. Eppure la Regione – denuncia Manildo – non ha stanziato un solo euro per recuperarli. «È inaccettabile. Abbiamo un patrimonio pubblico inutilizzato che decade nell’abbandono mentre migliaia di persone sono senza casa. Quando Zaia si insediò, gli alloggi sfitti erano un terzo di quelli attuali: questo è il risultato di anni di inerzia. Gli annunci non bastano più. Servono fatti, che fin qui non abbiamo visto né al livello nazionale né regionale. Una richiesta già avanzata da tempo e invano dalle opposizioni, e in particolar modo dal PD, e confermata come prioritaria nelle Primarie delle Idee». Il Piano Casa che Manildo propone si articola su cinque fronti: «La nascita di un’Agenzia regionale per la casa, che coordini tutte le politiche abitative, intercetti fondi nazionali ed europei, promuova nuove soluzioni come cohousing e housing sociale. Un piano straordinario da 100 milioni l’anno per cinque anni, per costruire nuovi alloggi e recuperare quelli inutilizzati. Un sistema di protezione per inquilini e piccoli proprietari, con affitti calmierati e fondi contro la morosità incolpevole. Accordi con i Comuni per prevenire gli sfratti e tutelare le famiglie in difficoltà. E poi un grande impegno per studenti e lavoratori, con incentivi alle imprese che costruiscono alloggi per i propri dipendenti, piani di housing giovanile e nuove residenze per il diritto allo studio». «La casa non è un lusso: è un diritto, è sicurezza, è dignità – conclude Manildo –. E senza un tetto stabile, nessuno può costruire il proprio futuro. Se i veneti sceglieranno il cambiamento, la casa sarà una delle grandi priorità del nostro governo».
- Fitosanitari. Albertini: «Valdegamberi strumentalizza. Regione non ha fatto nulla per gli agricoltori»
«Il consigliere Valdegamberi si dimentica di essere parte della maggioranza in Regione e strumentalizza un tema serio solo per fare campagna elettorale». Lo afferma Alessio Albertini , responsabile sostenibilità e filiera agroalimentare del Partito Democratico del Veneto. «È noto comunemente agli operatori del settore che il processo di riduzione di limiti massimi di residuo e la modifica delle etichette non avviene da un giorno all'altro, ma rispetta dei precisi iter», ricorda Albertini. «Così come era noto che i limiti all'utilizzo di Acetamiprid sarebbero stati drasticamente abbassati, tanto che le nuove etichette con i limiti aggiornati erano obbligatorie già dal 19 febbraio di quest'anno. La sostanza, efficace nella lotta agli afidi ed anche alla cimice asiatica, crea tuttavia effetti molto dannosi per gli impollinatori come le api ed è sospettata di danni alla salute umana. Peraltro in Francia la sostanza era stata bandita già dal 2018 ed è stata riammessa in deroga solo quest’anno». «Piuttosto si chieda che cosa ha fatto la Giunta Regionale per promuovere la ricerca di alternative valide da fornire agli agricoltori. È questa infatti la via da seguire: non un approccio estremista, pro o contro i fitosanitari, ma l'individuazione di principi attivi che a parità di efficacia siano il meno dannosi possibile per l'ambiente e per l’uomo», afferma Albertini. «Si dovrebbe inoltre potenziare la partnership tra la ricerca universitaria e le aziende del settore, che ben conoscono le dinamiche del mercato e le esigenze degli agricoltori. Inoltre, la Regione avrebbe potuto pianificare assieme ai portatori di interesse i punti più critici di questa riduzione di limiti, per gestire preventivamente il problema e non ritrovarsi a lamentarsi quando ormai è tardi. Cosa ha fatto la Regione Veneto in questo senso? Nulla». «Si tratta, evidentemente - conclude Albertini - di un approccio troppo faticoso e costoso da perseguire, mentre è più comodo cavalcare la protesta per un mero tornaconto elettorale».
- Sanità, ambiente e futuro del Veneto al centro del dibattito con Manildo e Possamai
Festa de l’Unità Pus Pian Longhi – Domenica 10 agosto ore 13:45 Terza giornata della Festa de l’Unità a Pian Longhi, dopo due appuntamenti che hanno già visto una bella partecipazione di pubblico. Nella domenica di apertura si è parlato di Europa, difesa comune e scenari internazionali, mentre la seconda giornata ha lasciato spazio alla musica, accompagnata da pensieri e riflessioni su quanto sta accadendo in Medio Oriente. Domenica 10 agosto alle ore 13:45 , sarà il momento di confrontarsi su temi che riguardano da vicino la vita delle cittadine e dei cittadini veneti: sanità, ambiente, autonomie locali e futuro della Regione. Interverranno Giovanni Manildo , candidato del centrosinistra alla presidenza del Veneto, e Giacomo Possamai , sindaco di Vicenza ed ex capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale. Un’occasione per parlare di questioni concrete: dall’accesso alla sanità pubblica alla crisi climatica, dalla qualità dei servizi nelle aree interne al ruolo della montagna. Il confronto sarà anche l’occasione per conoscere più da vicino la proposta del centrosinistra per il Veneto, con una candidatura che nasce dal dialogo e dalla volontà di allargare il campo. L’appuntamento si terrà all’interno della Festa de l’Unità di Pian Longhi, in un’atmosfera informale e immersa nella natura. La 58ª edizione della Festa proseguirà e si concluderà nel weekend di Ferragosto con tre giornate consecutive: cucine aperte a pranzo venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 agosto, per un ultimo fine settimana all’insegna del buon cibo, del confronto e della convivialità.
- Martella (PD) deposita disegno di legge in materia di autonomia del Comune di Venezia
«Da oggi c’è una proposta concreta sul futuro istituzionale di Venezia. Ho depositato al Senato un disegno di legge costituzionale che modifica l’articolo 114 della Costituzione, conferendo al Comune di Venezia lo status di Ente autonomo dotato di un proprio Statuto e di potestà legislativa, sul modello di Roma Capitale». Lo annuncia il senatore Andrea Martella , segretario regionale del Partito Democratico del Veneto. «Si tratta della traduzione legislativa della proposta di statuto speciale avanzata oltre un mese fa dalle forze politiche e civiche alternative alla destra – prosegue Martella –. Un’iniziativa che nasce da un percorso vero, radicato nella città, non da estemporanei appelli o da uscite tardive come quelle del sindaco Brugnaro e del presidente Zaia, che arrivano dopo anni di inerzia». Il disegno di legge, spiega Martella, prevede l’attribuzione a Venezia di poteri legislativi speciali in settori chiave: turismo, governo del territorio, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, edilizia residenziale, trasporto pubblico locale, commercio, servizi e politiche sociali, artigianato organizzazione amministrativa. «Sono i nodi cruciali per garantire un futuro a una città unica al mondo, che rischia ogni giorno di svuotarsi e morire come comunità vivente. Non possiamo affrontare problemi straordinari con strumenti ordinari: serve una governance adeguata alla complessità e unicità di Venezia». Martella lancia una sfida alle forze politiche locali e nazionali: «Vedremo in Parlamento, quando si avvierà l’iter, chi tra quelli che oggi si dicono favorevoli sarà davvero disposto a votare questa riforma. Basta interviste e dichiarazioni inconcludenti: è il momento della responsabilità. La mia proposta è aperta al confronto politico, istituzionale e cittadino, sia a livello locale che nazionale». Il senatore del PD sottolinea infine che il percorso costituzionale richiederà tempo, ma fin da subito va garantito il finanziamento costante e adeguato della legge speciale per Venezia, colpevolmente trascurata dal governo Meloni. «Le due cose devono camminare insieme: un nuovo rango costituzionale e risorse adeguate e stabili. Solo così potremo restituire a Venezia un futuro vitale».
- Manildo: «Dopo il Veneto di uno, costruiamo il Veneto di tutti»
A Treviso il lancio della campagna del centrosinistra per la presidenza del Veneto Sabato 26 luglio, al Parco degli Alberi Parlanti di Treviso, Giovanni Manildo ha dato ufficialmente il via alla sua campagna per la presidenza della Regione Veneto. Una scelta non casuale: «Abbiamo voluto iniziare da qui – ha spiegato Manildo – perché è un luogo aperto, immaginativo, pensato per costruire comunità. Un luogo non classico per la politica, perché anche il nostro metodo sarà diverso: uscire dai riti consunti, dai palchi tutti uguali, per tornare a parlare nei luoghi della vita vera». Nel suo discorso, accolto da oltre 500 persone e da tutte le forze politiche e civiche che compongono la coalizione, Manildo ha tracciato con passione e determinazione i punti cardinali della sua candidatura: un appello collettivo, un progetto condiviso, una nuova visione per il Veneto. «Mi candido – ha detto – perché credo che sia possibile cambiare. Dopo troppi anni in cui il destino della nostra terra è stato affidato a un uomo solo al comando, è tempo di aprire una nuova stagione. E questa sfida non è personale: è una responsabilità collettiva». Manildo ha poi raccontato l’energia e l’intensità dei primi giorni, segnate da decine di messaggi, lettere, telefonate ricevute da ogni angolo del Veneto. «Una mappa emotiva della nostra Regione – l’ha definita – fatta di storie vere, di nomi e volti. C’è chi non riesce a pagare una casa di riposo, chi aspetta da mesi una visita medica, chi vive in condizioni di lavoro precarie, chi non trova casa, chi ha paura per l’ambiente, chi vede i figli andarsene senza tornare». Ma il discorso non è stato segnato dal ‘contro’ o dal lamento. Al contrario, Manildo ha rivendicato il coraggio di guardare in faccia la realtà e di trasformare le fragilità in forza. «Oggi le fragilità non vivono solo ai margini. Sono sociali, economiche, sanitarie, ambientali, educative, persino produttive. Investire su di esse – ha detto – non vuol dire rallentare. Vuol dire creare slancio. Perché una comunità cresce davvero solo se nessuno resta indietro. E l’unico modo è occuparsene insieme». Tra i temi centrali, quello dei giovani: «Se ne vanno perché non vedono prospettive, perché non trovano casa, non ricevono borse di studio, non si sentono ascoltati. Ma se i giovani se ne vanno, il problema riguarda tutti: mancheranno dottori, forza lavoro, sicurezza. È da qui che dobbiamo ripartire». E poi la sanità pubblica («non può essere una lotteria»), il lavoro («non si può morire in cantiere o in fabbrica»), la casa («non può essere un privilegio»), l’ambiente («la crisi climatica è qui e non possiamo più permetterci leggerezze»), il sostegno alle imprese, la cultura e l’educazione come infrastruttura civile della società.
- Dazi, Martella: «Meloni e von der Leyen hanno fallito. Ora aiuti e una strategia seria per le imprese»
«Doveva essere il governo Meloni a costruire un ponte con Trump. Doveva essere la Commissione Europea a trattare da pari a pari. Invece ci troviamo di fronte alla pagina più deludente della recente politica commerciale europea: l’accordo raggiunto con gli Stati Uniti sui dazi è un compromesso insostenibile per le nostre imprese, e per molte realtà produttive venete rappresenta una vera e propria capitolazione». Lo dichiara Andrea Martella , senatore e segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, commentando l’intesa che porterà l’Europa a subire dazi del 15% su numerosi prodotti esportati, in cambio della sospensione di dazi ancora più pesanti minacciati da Trump. E che, secondo alcune prime stime, potrebbe tradursi in una contrazione del 10% dell’export manifatturiero veneto, pari a oltre 700 milioni di euro. «Gli analisti lo dicono con chiarezza: si tratta di una resa, dettata dall’assenza di una strategia negoziale incisiva. Il governo Meloni ha fallito nel suo compito di difendere l’interesse nazionale, preferendo inseguire la narrativa di una presunta vicinanza con l’amministrazione Trump. E la Commissione von der Leyen si è mostrata debole e impreparata. Ma il conto ora lo pagano le nostre imprese, che già oggi sono costrette a fare i conti con costi energetici insostenibili, inflazione, instabilità globale». «In questi giorni – prosegue Martella – ho raccolto il grido d’allarme di tanti imprenditori veneti: delusi, preoccupati, stanchi di promesse a vuoto. Ora servono risposte concrete: un pacchetto di aiuti vero per sostenere l’impatto dei dazi, una politica industriale che diversifichi i mercati, un ritorno a un’agenda di respiro europeo, come quella delineata da Mario Draghi. Il tempo delle foto nello Studio Ovale è finito. Adesso bisogna difendere le imprese italiane».
- Centrosinistra Veneto: «Giovanni Manildo candidato Presidente»
La coalizione delle forze politiche e civiche di centrosinistra che oggi si è riunita – composta da Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, Veneto che Vogliamo, la Rete delle Civiche Progressiste, +Europa, Volt Europa, Partito Socialista Italiano e Movimento Socialista Liberale – annuncia con soddisfazione la candidatura di Giovanni Manildo alla presidenza della Regione Veneto. Già sindaco di Treviso, avvocato, figura radicata e riconosciuta per il suo profilo professionale e la sua sensibilità sociale e ambientale, Manildo rappresenta lo spirito con cui il centrosinistra ha voluto costruire il proprio progetto: largo, aperto, plurale, capace di unire forze politiche e istanze civiche, visioni e territori. «Giovanni Manildo – dichiara la coalizione – è un amministratore capace e innovativo, una figura autorevole e credibile, in grado di parlare a tutto l’elettorato veneto. Con lui vogliamo proporre un nuovo progetto al Veneto: un’alternativa vera alla destra, dopo trent’anni di governo ininterrotto». La scelta di Manildo è coerente con il metodo condiviso dalla coalizione fin dall’inizio: avvenuto tramite una discussione aperta, partecipata e costruita sulle idee. Un progetto per il Veneto dei prossimi 5 anni che il Veneto attende da troppo tempo. «Le priorità che siamo chiamati oggi a interpretare – conclude la nota – sono il rilancio della sanità pubblica, le politiche per i giovani, l’emergenza abitativa, il lavoro, l’ambiente, la cultura, la competitività e lo sviluppo della Regione. Con Giovanni Manildo candidiamo una persona che ha saputo unire, ascoltare, innovare, e che saprà farlo ancora di più parlando alla società della nostra terra, senza barriere. Una persona che saprà interpretare la voglia di riscatto di un Veneto che ha bisogno di futuro».
- Stop inceneritore Eni deve corrispondere a nuovo progetto per il futuro dell’area
La posizione del segretario regionale del PD, Andrea Martella «Quello del Comitato tecnico regionale Via è un no ad un'opera impattante che deve essere colto come punto di ripartenza per progettare il futuro di Porto Marghera». Lo dice il senatore e segretario regionale del Pd, Andrea Martella . «Attorno a questa lunga vicenda ha avuto la meglio l'impegno di cittadini, associazioni, ambientalisti e forze politiche che chiedono di fare qualcosa di nuovo per quest’area di importanza strategica. Il parere dimostra che non è più possibile rimanere fermi ad un passato fatto di insediamenti e strutture incompatibili con l'ambiente e la salute pubblica. E indica allo stesso tempo la necessità di andare avanti sui binari della transizione ambientale e delle opportunità che ci vengono offerte dalle tecnologie green». «Su questo solco tutta la città e le istituzioni, a partire da Comune e Regione, sono chiamate a fare molto di più e a svolgere un ruolo attivo. Al tempo stesso Eni deve rispettare e concretizzare gli impegni e gli investimenti previsti dal Piano di trasformazione di Porto Marghera. Allo stesso modo - conclude Martella - la Zls va rilanciata come strumento per creare nuove occasioni di sviluppo produttivo e di crescita occupazionale».