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- "Una piazza per l'Europa": un'onda blu ha invaso piazza del Popolo
Sabato 15 marzo piazza del Popolo a Roma è stata invasa da un'onda blu, simbolo dell'Unione Europea, durante l'evento "Una piazza per l'Europa". Sul palco allestito per l'occasione sono saliti decine di artisti, attori e intellettuali, mentre sono stati trasmessi video messaggi di Jovanotti e Liliana Segre. L'evento, promosso dai sindaci di 14 città italiane, ha riunito circa 50 mila persone per chiedere un'Europa più unita e coesa. Secondo gli organizzatori, l'iniziativa è nata per ribadire che "l'Europa è necessaria" e che le sue divisioni e la sua debolezza politica sono motivo di grande preoccupazione per milioni di cittadini europei, che desiderano un'Europa capace di parlare con una sola voce. La manifestazione si è aperta con l'Inno alla Gioia, eseguito da un'orchestra di archi e violini. Michele Serra, prendendo la parola, ha sottolineato l'urgenza di agire: "Diamoci una mossa, altrimenti l'unica bandiera che ci resta da sventolare sarà la carta di credito. Tutti vogliamo la pace, ma non può esserci pace senza libertà. Nessuno è libero sotto le bombe e con un fucile puntato addosso". In piazza non sono state esposte bandiere di partito, ma numerosi vessilli blu stellati, in onore dell'Unione Europea. Tra i presenti, le forze di opposizione del governo, ad eccezione del Movimento 5 Stelle. Erano presenti rappresentanti del Pd, Azione, Iv e +Europa, oltre alla segretaria del Pd Elly Schlein , accolta da applausi al suo arrivo. Claudio Bisio ha moderato gli interventi, dichiarando: "Sono qui per i miei figli". Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri , ha ringraziato i cittadini e i sindaci che hanno risposto all'appello di Michele Serra: "Ciascuno con le proprie idee, ma tutti con la bandiera d'Europa. Come cittadini italiani ci sentiamo cittadini europei. Senza Europa o con poca Europa sono in gioco i nostri diriti". Gualtieri ha aggiunto che serve un'Europa capace di difenderci, ma che la sicurezza non si limita a questo: "È rafforzare il welfare, la più grande invenzione d'Europa, è salvare il clima e ridurre i divari. I nazionalismi sono quanto di più illusorio oggi si possa proporre. Sfociano sempre nel conflitto". Roberto Vecchioni , parlando della guerra in Ucraina, ha distinto tra pace e pacifisti: "Non si può accettare qualsiasi pace. I veri pacifisti siamo noi. Ai giovani dico, siete voi che dovete rimediare alle cazzate che abbiamo fatto noi". Il cantante ha anche eseguito il suo brano "Sogna, ragazzo sogna". La manifestazione si è conclusa intorno alle 18:50, con la presenza sul palco di Michele Serra, Claudio Bisio e Roberto Gualtieri. Il sindaco di Roma ha annunciato che, contando anche le persone che hanno seguito l'evento dalla terrazza del Pincio, erano presenti più di 50 mila cittadini.
- Sicurezza sul lavoro: troppi morti e infortuni, il gruppo PD chiede di approvare la legge
“Quello dei morti sul lavoro è un tema di cui la politica si occupa a singhiozzo: tanti i proclami quando le cronache riportano la tragedia, nessun atto conseguente quando i riflettori si spengono. Bisogna rompere questo circolo sterile, soprattutto perché la possibilità di fare qualcosa di concreto esiste, dato che la Regione, pur non essendosi ancora dotata di una legge organica e puntuale, possiede ampie competenze in materia di salute e sicurezza sul lavoro. È esattamente questo l’obiettivo che ci siamo posti con il nostro progetto di legge: ora è il momento di discuterlo, di arrivare ad una approvazione condivisa e di agire”. Così la capogruppo del Pd Veneto, Vanessa Camani , prima firmataria del Pdl ‘ Disposizioni per la tutela e la promozione della salute e della sicurezza sul lavoro ’, sottoscritto dall’intero gruppo dem. I dati dell'Inail Negli ultimi anni il Veneto ha assistito impotente ad un trend di incidenti mortali che si verificano a ritmi incalzanti. Basti pensare che tra il 2019 e il 2023 i decessi sul posto di lavoro sono stati 422. E che, in riferimento al solo 2023, sono state accertate 69 vittime e quasi 43 mila casi di infortunio. In questa tragica geografia spiccano le province di Verona, Vicenza e Venezia. Mentre a livello settoriale, nell’anno preso ad esempio, gli ambiti nei quali si verifica il maggior numero di decessi sono la manifattura (21), l’edilizia (12), il trasporto e magazzinaggio (10) e il commercio (7). Secondo Camani “il nodo da superare è quello di una gestione affidata attualmente alla libera iniziativa della Giunta. È necessario invece un cambiamento di approccio, in particolar modo nella pianificazione degli interventi, sia in termini di vigilanza e controllo, ma anche in termini di prevenzione e formazione. Abbiamo visto tutti le mille difficoltà e i ritardi nella vicenda legata alla approvazione del Piano strategico: un atto importante fondato sul confronto con le parti sociali e datoriali, ma che non è sostanzialmente previsto da alcuna legge. Ecco perché, con la nostra proposta di legge definiamo una programmazione precisa e puntuale e vogliamo superare l’impasse”. Un focus è stato dedicato quindi al personale Spisal: “Le dotazioni organiche presenti al 31 dicembre 2023, ultimo dato disponibile, mettono in rilievo varie lacune. Da un lato l’insufficienza numerica degli addetti, peraltro con una certa disomogeneità territoriale. Accanto a ciò, spicca la carenza di specifici profili professionali, a partire dai tecnici della prevenzione, oltre alla scarsità che tende all’assenza di figure dotate di nuove competenze, al passo con le evoluzioni del mondo del lavoro. Per tutte queste ragioni – ha concluso Camani – chiediamo l’approvazione del nostro progetto di legge e, in generale, un impegno più efficace della Regione su questo fronte così cruciale e dal quale dipende un pezzo rilevante di democrazia, come ci ricordano la Costituzione e le parole pronunciate di recente dal presidente della Repubblica: “Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze”. Scarica il documento di analisi del gruppo consiliare del Partito Democratico Veneto sugli infortuni sul lavoro
- Carceri, due suicidi in 48 ore in Veneto
Il senatore e segretario regionale del PD, Martella: «dramma e sconfitta» La situazione nelle carceri in Veneto è grave e inaccettabile, lo conferma il secondo tragico suicidio in 48 ore nel penitenziario di Montorio a Verona. Il governo e in particolare il ministro della giustizia non possono rimanere indifferenti, servono quegli interventi urgenti e immediati che chiediamo da due anni. Per questo, su quanto è accaduto nella nostra regione, ho appena presentato un'interrogazione parlamentare. La morte per suicido di un cittadino senegalese e di un cittadino italiano detenuti presso il carcere di Verona ha portato a 19 le vittime del carcere dall'inizio dell'anno, cui si deve aggiungere la morte di un operatore. Il carcere di Verona attualmente ospita quasi 600 detenuti a fronte di una disponibilità di posti che è pari alla metà. Attraverso i suoi rappresentanti sindacali, la polizia penitenziaria lamenta una cronica carenza di organico, con 318 operatori a fronte dei 420 necessari. Mancano spazi, personale sanitario, la possibilità di svolgere attività e laboratori. Questo determina un aggravio della pena che stride con il principio costituzionale della funzione rieducativa del carcere. « Servono interventi urgenti per garantire condizioni di sicurezza ai detenuti e a chi in questa struttura opera », afferma il senatore Andrea Martella , segretario regionale del Pd in Veneto . « Per questo chiedo al ministro Nordio di intervenire per risolvere l'emergenza sovraffollamento delle carceri venete e per affrontare in maniera complessiva le carenze di organico del personale della polizia penitenziaria e degli operatori socio sanitari, nonché per adeguare gli spazi e garantire il principio della funzione della pena come previsto dalla nostra Costituzione » . Il carcere di Montorio soffre di una situazione purtroppo in linea con la media dei penitenziari del Veneto, che vedono un affollamento medio del 144%, tra i più alti d'Italia. «È una condizione drammatica, che abbiamo più volte denunciato», sottolinea Martella, «e che confligge apertamente con la funzione rieducativa della pena sancita dalla Costituzione. Una situazione di cui il governo e, per quanto attiene alla nostra Regione, il governatore Zaia, dovrebbero occuparsi e che invece trascurano». «Molti provvedimenti del governo Meloni - continua Martella - stanno invece aggravando ulteriormente il sovraffollamento e la situazione carceraria, anche negli istituti per minorenni. Come Pd non ci stanchiamo di chiedere al governo più misure alternative, interventi per potenziare gli organici, migliorare le condizioni strutturali degli istituti di pena, garantire il pieno rispetto del dettato costituzionale sul fine rieducativo della pena e insieme la sicurezza e migliori condizioni di vita per i detenuti e per il personale della polizia penitenziaria».
- 12 e 13 aprile: costruiamo insieme il programma per il Veneto di domani
Il 12 e 13 aprile ci aspetta un appuntamento importante: in tutti i maggiori centri del Veneto allestiremo gazebo, banchetti e presìdi per una grande consultazione popolare, aperta a tutti i cittadini, promossa dal Partito Democratico insieme alle forze dell’alleanza di centrosinistra: Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, Veneto che Vogliamo, il Veneto Vale, +Europa, Volt Europa, Partito Socialista Italiano e Movimento Socialista Liberale. Vogliamo costruire insieme, dal basso, un programma vero, partecipato, che dia voce alle priorità dei veneti e sia l’alternativa concreta a una destra che da trent’anni governa la Regione senza più risposte ai problemi reali. Abbiamo scelto 10 temi chiave: dalla sanità al lavoro, dall’ambiente al caro vita, dal diritto alla casa alle politiche per i giovani. Chi parteciperà potrà indicare i tre più importanti, aggiungere proposte e far sentire la propria voce. È una mobilitazione senza precedenti nella politica veneta recente. Mentre la destra pensa solo a spartizioni e giochi di potere – arrivando a ipotizzare di rinviare le elezioni per convenienze interne – noi mettiamo al centro le idee, le persone, il futuro. Con questa consultazione vogliamo dire che il cambiamento si costruisce insieme, con ascolto, condivisione e partecipazione. Ti aspettiamo sabato 12 e domenica 13 aprile: porta con te idee, energia, entusiasmo. Facciamo sentire che il PD è in campo, per davvero, per il Veneto di domani.
- Regionali, Martella: «Non si gioca con la data delle elezioni»
«Da mesi il centrodestra veneto è impegnato solo a discutere di se stesso: non una parola sui problemi dei cittadini, nessuna risposta alle emergenze della sanità, del caro vita, della fuga di giovani, delle imprese in crisi. Solo un’estenuante battaglia di potere su chi deve raccogliere l’eredità di Zaia. Oggi si torna a parlare della possibilità indecente di prorogare di 6-7 mesi il consiglio regionale, rinviare le elezioni, prolungare oltre la scadenza naturale un mandato che per legge dura cinque anni. Ma chi credono di essere? Il Veneto non è proprietà privata di nessuno e non si può piegare la democrazia a convenienze di parte». Lo dichiara il senatore Andrea Martella , segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, commentando le nuove indiscrezioni su un possibile slittamento delle elezioni regionali, che per legge devono svolgersi nell’autunno 2025. «Nel 2020, in piena emergenza Covid, le elezioni furono rinviate dalla primavera all’autunno per una ragione chiara: garantire la sicurezza dei cittadini. Oggi, invece, non c’è alcuna emergenza, nessuna giustificazione se non l’arroganza di chi si sente padrone del Veneto e tiene in ostaggio le regole democratiche. Il mandato della giunta scade dopo cinque anni. Punto. La legge vale per tutti, o per loro non vale? Lo voglio dire con molta chiarezza - conclude Martella -: il Veneto non può essere ostaggio di giochi di palazzo. I cittadini meritano rispetto e il rispetto inizia dalle regole: si vota quando la legge lo prevede».
- Dazi sul vino, Martella: «Colpo mortale al nostro export. Regione e governo si attivino subito»
«La minaccia dei dazi americani al 200% sul vino europeo, e quindi anche italiano, è un colpo mortale per uno dei settori più importanti dell’export veneto. Se queste tariffe venissero confermate, per molte delle nostre aziende significherebbe il collasso totale del mercato nordamericano. Un danno incalcolabile per imprese e lavoratori, per una filiera che rappresenta miliardi di euro di export e migliaia di posti di lavoro in Veneto». Lo dichiara Andrea Martella , segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, commentando la nuova ondata protezionistica voluta da Donald Trump contro i prodotti europei. «È ora che il governo italiano e la Regione Veneto si sveglino. Il tempo degli slogan è finito: serve un’azione immediata, a partire dalla richiesta di un tavolo nazionale per difendere un settore che è pilastro della nostra economia. Ma la verità è che l’unica strada reale per fermare Trump è un’azione decisa dell’Unione Europea. Solo il mercato europeo ha il peso necessario per opporsi a questa operazione ridicola e dannosa, che perfino il Wall Street Journal ha definito ‘la più stupida guerra commerciale della storia’». Martella sottolinea anche l’incoerenza della destra italiana e veneta. «Meloni, Zaia e il centrodestra hanno fatto il tifo per Trump, ora spieghino alle imprese venete chi pagherà il conto di questa follia”. E attacca chi, come la Lega, continua a trattare l’Europa come un nemico: “Se affrontiamo questa battaglia da soli come Italia, veniamo schiacciati. Se la combattiamo come Unione Europea, abbiamo la forza per difendere le nostre aziende. Se la destra sovranista non lo capisce, rischia di affossare il Veneto e il suo futuro».
- Anche il Veneto il 15 marzo a Roma in piazza per l’Europa
«Sabato 15 marzo saremo a Roma, in tanti, anche dal Veneto, per manifestare a favore dell’Europa e del suo futuro. Lo faremo con la convinzione che, pur con sensibilità e punti di vista diversi, l’Europa comune rimane l'unico orizzonte possibile, quello che ha garantito fino ad oggi 80 anni di pace. La missione dell’Unione Europea è oggi più centrale che mai, in un mondo attraversato da tensioni geopolitiche e segnato da nuove incertezze, anche alla luce del nuovo corso dell’amministrazione Trump», dichiara Andrea Martella , segretario regionale del PD Veneto. «Crediamo che solo l’Europa possa essere l’argine agli egoismi, alle derive nazionaliste e populiste che mettono a rischio la nostra democrazia, il nostro benessere, la concordia e la pace di un sogno europeo nato dalle macerie della guerra mondiale. Per questo, insieme a tante persone, a tanti militanti e amministratori democratici veneti, saremo in piazza a Roma, con la bandiera europea, per difendere e rilanciare un progetto che non è solo politico o economico ma che riguarda la libertà, la democrazia, i diritti sociali e civili», conclude Martella.
- Sicurezza sul lavoro, PD: "Piano approvato con oltre un anno di ritardo e dopo le nostre pressioni"
Camani: "Ora si vada avanti per la sua piena applicazione" " Con oltre un anno di ritardo e dopo settimane di pressioni nostre e delle parti sociali, la Giunta regionale ha finalmente varato il nuovo Piano strategico per la sicurezza sul lavoro". Lo ricorda la capogruppo del Partito Democratico, Vanessa Camani . Il precedente piano era scaduto da oltre un anno. "Ora si vada avanti a testa bass a per l'applicazione del Piano: non c'è da perdere tempo, perché l'escalation di incidenti e di vittime sul lavoro in Veneto impone la massima celerità ed efficienza di intervento". Solo negli ultimi giorni i dati registrano infatti due morti sul lavoro e un infortunato grave. “A fine febbraio avevamo chiesto alla Giunta un impegno concreto per approvare il Piano strategico per la sicurezza sul lavoro, già condiviso con le parti sociali", riepiloga la vicenda Camani. "C'è stato un ulteriore perdita di tempo dovuta probabilmente a un fraintendimento tra l'assessora Lanzarin e il presidente”. “Mentre nella nostra regione le cronache registrano incidenti e vittime sul lavoro, il governo veneto si è consentito uno stallo incomprensibile su quella che dovrebbe rappresentare una priorità di intervento con misure e investimenti". Il provvedimento è molto atteso dalle stesse parti datoriali e dai sindacati che hanno dato un contribuito alla sua stesura con l'obiettivo di migliorare il sistema di tutela della salute dei lavoratori. Su questo tema, il Partito Democratico regionale e il gruppo consiliare hanno elaborato nel corso degli anni documenti, dati e proposte , consapevoli che il numero di infortuni sul lavoro ha raggiunto in Veneto livelli allarmanti e non più accettabili.
- In Veneto mancano 785 medici di famiglia
Gruppo PD: "lo denunciamo da anni, ora lo certifica anche la Fondazione Gimbe" "I dati del rapporto Gimbe sui medici di famiglia confermano che esiste una realtà drammatica, pesante rovescio della medaglia rispetto allo scenario radioso disegnato come sempre da Zaia, tralasciando accuratamente le carenze gravi nella sanità territoriale e di prossimità. E fanno emergere come la vera eccellenza sia quella rappresentata dai professionisti del nostro sistema sanitario che, malgrado le pesanti lacune, fanno salti mortali per garantire i servizi". A dirlo sono le consigliere regionali del Pd, Vanessa Camani (capogruppo) e Anna Maria Bigon (vicepresidente della commissione Sanità). "Come denunciamo da anni, anche attraverso uno studio che avevamo presentato nel 2021 e che conteneva precise proiezioni sulle carenze dei medici di medicina generale, si sta confermando un quadro pessimo per il Veneto. In termini assoluti e anche nel rapporto con le altre regioni. Evidente è il sovraccarico di pazienti seguiti dai singoli medici, con numeri che superano le 1.500 unità nel 68,7% dei casi. Con una saturazione che di certo, come denuncia anche Gimbe, non può consentire una presa in carico degli assistiti di qualità. Per non parlare delle carenze dei medici di medicina generale, che vedono il Veneto (-785) secondo solo alla Lombardia (-1.525) tra le grandi regioni. Segno delle conseguenze di un modello leghista sempre più improntato sulla privatizzazione dei servizi e sul depotenziamento della medicina territoriale". "È proprio di queste ore il grido d'allarme della Fimmg per un territorio importante come quello padovano, con una mancanza, tra medici di famiglia e guardie mediche, di ben 400 unità. E i disagi nei piccoli centri e nelle aree più disagiate si moltiplicano. Altro che assessorato agli anziani. Basterebbe garantire a loro e a tutte le persone un presidio di medicina territoriale". "Crediamo - dicono in conclusione Camani e Bigon - che si debba cambiare rapidamente strada, valorizzando il lavoro prezioso dei medici di famiglia e garantendo sostegni concreti, a partire dal rafforzamento del personale amministrativo, adeguando in termini economici le borse per la formazione e trasformando la scuola regionale per medicina generale in specialità universitaria, al pari di ogni altra specializzazione. In generale va dunque reso appetibile questo ruolo, fondamentale peraltro anche per ridurre a monte gli accessi ai Pronto Soccorso, altra piaga che trasforma in un calvario l'accesso al servizio e che espone a sua volta a stress e rischi di incolumità fisica gli operatori. Da anni avanziamo, inascoltati, queste richieste. Il tempo della propaganda è finito. La sanità veneta rischia il collasso, Zaia e la destra intervengano".
- Ucraina, Martella: “Zaia come Salvini, noi con Zelensky e per il diritto internazionale”
“Anche Zaia, come il suo leader Salvini, si accoda a Trump, iscrivendosi al club di chi non ha né visione politica e storica né sufficiente fermezza morale per rendersi conto che dare carta bianca a un dittatore imperialista come Putin significa solo incentivarne le spinte espansionistiche. Oggi è l’Ucraina, domani saranno quei paesi un tempo parte della sfera di influenza sovietica e che oggi sono Europa. Una posizione vigliacca ma soprattutto sbagliata e miope”. È il duro commento del senatore Andrea Martella , segretario regionale del PD Veneto, alle parole del governatore Zaia, favorevole ad abbandonare l’Ucraina al suo destino. “Quella a cui abbiamo assistito ieri alla Casa Bianca è stata una vergognosa aggressione in cui Trump ha deriso e scaricato il leader di uno stato invaso, che da tre anni combatte con tutte le sue forze per non essere annientato, alle porte dell’Europa - prosegue Martella -. Noi, al contrario, confermiamo il nostro supporto al popolo ucraino e al suo presidente, Zelensky”. “Tutti vogliamo la pace, una pace giusta e duratura. Ma la risposta non è, come propone Zaia, issare bandiera bianca e dire al Cremlino ‘fate pure’: la risposta è integrare e rafforzare l’Europa subito, e dar vita a una politica comune estera e di difesa. Cioè fare tutto il contrario di ciò che il capo di Zaia, Salvini, predica. Solo l’ Unione Europea come soggetto politico, oggi, può ergersi a difesa della democrazia e dello stato di diritto internazionale. Questi sono i nostri valori, e non li dovremmo svendere per l’illusione di un profitto a breve termine”, conclude Martella.
- Caro energia, Martella: «Governo e Regione immobili. Dal PD proposte concrete per famiglie e imprese»
«Di fronte all’emergenza energetica che sta soffocando imprese e famiglie, il governo Meloni è ancora immobile e non ha finora messo in campo misure concrete ed incisive. Ci chiediamo: cosa aspetta Zaia a incalzare il suo governo? Come Pd abbiamo invece avanzato proposte concrete per affrontare il problema e ridurre il peso delle bollette su cittadini e aziende». Lo dice il senatore Andrea Martella , segretario del PD Veneto. «Il costo dell’energia in Italia – sottolinea Martella - è tra i più alti d’Europa. Come riporta Confindustria Veneto, il prezzo elettrico nel nostro Paese è superiore del 57% rispetto alla Germania, del 41% rispetto alla Spagna e addirittura del 135% rispetto alla Francia. Un divario che mette in difficoltà il sistema produttivo veneto, fortemente esposto alla competizione internazionale. Mentre le imprese lottano per restare competitive e le famiglie faticano a far quadrare i bilanci, il governo ignora il problema e la Regione Veneto non alza un dito. Il Pd propone quattro misure chiave per ridurre il costo dell’energia. La prima è il disaccoppiamento del prezzo dell’elettricità da quello del gas, un meccanismo che oggi penalizza consumatori e imprese e che altri Paesi europei hanno già superato. La seconda riguarda il potenziamento dell’Acquirente Unico, che deve poter stipulare contratti alle migliori condizioni per garantire energia a prezzi più bassi, soprattutto per le piccole e medie imprese. La terza misura è un’accelerazione della transizione energetica, investendo in rinnovabili e promuovendo l’elettrificazione dei consumi per ridurre la dipendenza dal gas. Infine, proponiamo di favorire la stipula di contratti pluriennali con produttori di energia rinnovabile, garantendo stabilità e costi più bassi nel lungo periodo. Abbiamo davanti una crisi strutturale, che va affrontata con serietà e visione strategica. Non possiamo permettere che le imprese venete continuino a pagare l’energia più cara d’Europa per l’inazione della destra. Il governo e la Regione - conclude Martella - battano un colpo, o si assumano la responsabilità dei danni enormi che la loro inerzia sta causando. Per parte nostra, il Pd metterà questo tema tra le priorità del programma per il Veneto alle elezioni regionali».
- Crisi Berco, Martella: «Il governo intervenga»
Interrogazione del senatore e segretario regionale del PD: «Troppe incertezze sul futuro dello stabilimento di Castelfranco» «La crisi della Berco Spa di Castelfranco Veneto è l’ennesimo segnale di un Veneto industriale sempre più in difficoltà, di fronte a un governo nazionale privo di una strategia per l’industria e una giunta regionale immobile di fronte all’emergenza. Tutto questo nel contesto di un Paese in cui da due anni la produzione industriale continua ad arretrare». Lo dichiara il segretario del PD Veneto e senatore Andrea Martella , che ha presentato un’interrogazione parlamentare per chiedere un intervento urgente da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e del Ministero del Lavoro. La Berco Spa, parte del gruppo Thyssen-Krupp, ha lasciato nell’incertezza il proprio sito produttivo di Castelfranco Veneto, dove sono impiegati 150 lavoratori attualmente in cassa integrazione, in scadenza il prossimo 5 maggio. Martella evidenzia come il piano industriale presentato dalla Berco Spa lo scorso 9 gennaio non faccia alcuna menzione del sito trevigiano, aumentando così l’incertezza dei lavoratori e del territorio. «Parliamo di un presidio industriale e occupazionale fondamentale per la comunità locale – aggiunge – e di una crisi che potrebbe avere un impatto sociale enorme. Il rischio è la perdita di centinaia di posti di lavoro, diretti e indiretti, in un momento in cui la crisi industriale in Veneto si aggrava di settimana in settimana. Serve da parte delle forze di governo, regionali e nazionali, un’azione concreta, prima che questa situazione si trasformi in una crisi irreversibile». Nel 2024 la richiesta di Cassa Integrazione in Veneto è aumentata del 36%, con 69,4 milioni di ore richieste contro i 50,9 milioni del 2023. Una crescita superiore di 15 punti percentuali rispetto alla media nazionale. Il PD Veneto chiede quindi l’apertura immediata di un tavolo di confronto tra governo, proprietà e sindacati, per fare chiarezza sul futuro dello stabilimento di Castelfranco Veneto e individuare soluzioni che possano salvaguardare l’occupazione. «Questi numeri – conclude Martella – sono il sintomo di un’economia e di un’area produttiva in difficoltà. Regione e governo non possono voltarsi dall’altra parte. In gioco c’è il futuro di intere famiglie e di un tessuto industriale che non può permettersi di perdere altri pezzi».












