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- Sanità, ambiente e futuro del Veneto al centro del dibattito con Manildo e Possamai
Festa de l’Unità Pus Pian Longhi – Domenica 10 agosto ore 13:45 Terza giornata della Festa de l’Unità a Pian Longhi, dopo due appuntamenti che hanno già visto una bella partecipazione di pubblico. Nella domenica di apertura si è parlato di Europa, difesa comune e scenari internazionali, mentre la seconda giornata ha lasciato spazio alla musica, accompagnata da pensieri e riflessioni su quanto sta accadendo in Medio Oriente. Domenica 10 agosto alle ore 13:45 , sarà il momento di confrontarsi su temi che riguardano da vicino la vita delle cittadine e dei cittadini veneti: sanità, ambiente, autonomie locali e futuro della Regione. Interverranno Giovanni Manildo , candidato del centrosinistra alla presidenza del Veneto, e Giacomo Possamai , sindaco di Vicenza ed ex capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale. Un’occasione per parlare di questioni concrete: dall’accesso alla sanità pubblica alla crisi climatica, dalla qualità dei servizi nelle aree interne al ruolo della montagna. Il confronto sarà anche l’occasione per conoscere più da vicino la proposta del centrosinistra per il Veneto, con una candidatura che nasce dal dialogo e dalla volontà di allargare il campo. L’appuntamento si terrà all’interno della Festa de l’Unità di Pian Longhi, in un’atmosfera informale e immersa nella natura. La 58ª edizione della Festa proseguirà e si concluderà nel weekend di Ferragosto con tre giornate consecutive: cucine aperte a pranzo venerdì 15, sabato 16 e domenica 17 agosto, per un ultimo fine settimana all’insegna del buon cibo, del confronto e della convivialità.
- Martella (PD) deposita disegno di legge in materia di autonomia del Comune di Venezia
«Da oggi c’è una proposta concreta sul futuro istituzionale di Venezia. Ho depositato al Senato un disegno di legge costituzionale che modifica l’articolo 114 della Costituzione, conferendo al Comune di Venezia lo status di Ente autonomo dotato di un proprio Statuto e di potestà legislativa, sul modello di Roma Capitale». Lo annuncia il senatore Andrea Martella , segretario regionale del Partito Democratico del Veneto. «Si tratta della traduzione legislativa della proposta di statuto speciale avanzata oltre un mese fa dalle forze politiche e civiche alternative alla destra – prosegue Martella –. Un’iniziativa che nasce da un percorso vero, radicato nella città, non da estemporanei appelli o da uscite tardive come quelle del sindaco Brugnaro e del presidente Zaia, che arrivano dopo anni di inerzia». Il disegno di legge, spiega Martella, prevede l’attribuzione a Venezia di poteri legislativi speciali in settori chiave: turismo, governo del territorio, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, edilizia residenziale, trasporto pubblico locale, commercio, servizi e politiche sociali, artigianato organizzazione amministrativa. «Sono i nodi cruciali per garantire un futuro a una città unica al mondo, che rischia ogni giorno di svuotarsi e morire come comunità vivente. Non possiamo affrontare problemi straordinari con strumenti ordinari: serve una governance adeguata alla complessità e unicità di Venezia». Martella lancia una sfida alle forze politiche locali e nazionali: «Vedremo in Parlamento, quando si avvierà l’iter, chi tra quelli che oggi si dicono favorevoli sarà davvero disposto a votare questa riforma. Basta interviste e dichiarazioni inconcludenti: è il momento della responsabilità. La mia proposta è aperta al confronto politico, istituzionale e cittadino, sia a livello locale che nazionale». Il senatore del PD sottolinea infine che il percorso costituzionale richiederà tempo, ma fin da subito va garantito il finanziamento costante e adeguato della legge speciale per Venezia, colpevolmente trascurata dal governo Meloni. «Le due cose devono camminare insieme: un nuovo rango costituzionale e risorse adeguate e stabili. Solo così potremo restituire a Venezia un futuro vitale».
- Manildo: «Dopo il Veneto di uno, costruiamo il Veneto di tutti»
A Treviso il lancio della campagna del centrosinistra per la presidenza del Veneto Sabato 26 luglio, al Parco degli Alberi Parlanti di Treviso, Giovanni Manildo ha dato ufficialmente il via alla sua campagna per la presidenza della Regione Veneto. Una scelta non casuale: «Abbiamo voluto iniziare da qui – ha spiegato Manildo – perché è un luogo aperto, immaginativo, pensato per costruire comunità. Un luogo non classico per la politica, perché anche il nostro metodo sarà diverso: uscire dai riti consunti, dai palchi tutti uguali, per tornare a parlare nei luoghi della vita vera». Nel suo discorso, accolto da oltre 500 persone e da tutte le forze politiche e civiche che compongono la coalizione, Manildo ha tracciato con passione e determinazione i punti cardinali della sua candidatura: un appello collettivo, un progetto condiviso, una nuova visione per il Veneto. «Mi candido – ha detto – perché credo che sia possibile cambiare. Dopo troppi anni in cui il destino della nostra terra è stato affidato a un uomo solo al comando, è tempo di aprire una nuova stagione. E questa sfida non è personale: è una responsabilità collettiva». Manildo ha poi raccontato l’energia e l’intensità dei primi giorni, segnate da decine di messaggi, lettere, telefonate ricevute da ogni angolo del Veneto. «Una mappa emotiva della nostra Regione – l’ha definita – fatta di storie vere, di nomi e volti. C’è chi non riesce a pagare una casa di riposo, chi aspetta da mesi una visita medica, chi vive in condizioni di lavoro precarie, chi non trova casa, chi ha paura per l’ambiente, chi vede i figli andarsene senza tornare». Ma il discorso non è stato segnato dal ‘contro’ o dal lamento. Al contrario, Manildo ha rivendicato il coraggio di guardare in faccia la realtà e di trasformare le fragilità in forza. «Oggi le fragilità non vivono solo ai margini. Sono sociali, economiche, sanitarie, ambientali, educative, persino produttive. Investire su di esse – ha detto – non vuol dire rallentare. Vuol dire creare slancio. Perché una comunità cresce davvero solo se nessuno resta indietro. E l’unico modo è occuparsene insieme». Tra i temi centrali, quello dei giovani: «Se ne vanno perché non vedono prospettive, perché non trovano casa, non ricevono borse di studio, non si sentono ascoltati. Ma se i giovani se ne vanno, il problema riguarda tutti: mancheranno dottori, forza lavoro, sicurezza. È da qui che dobbiamo ripartire». E poi la sanità pubblica («non può essere una lotteria»), il lavoro («non si può morire in cantiere o in fabbrica»), la casa («non può essere un privilegio»), l’ambiente («la crisi climatica è qui e non possiamo più permetterci leggerezze»), il sostegno alle imprese, la cultura e l’educazione come infrastruttura civile della società.
- Dazi, Martella: «Meloni e von der Leyen hanno fallito. Ora aiuti e una strategia seria per le imprese»
«Doveva essere il governo Meloni a costruire un ponte con Trump. Doveva essere la Commissione Europea a trattare da pari a pari. Invece ci troviamo di fronte alla pagina più deludente della recente politica commerciale europea: l’accordo raggiunto con gli Stati Uniti sui dazi è un compromesso insostenibile per le nostre imprese, e per molte realtà produttive venete rappresenta una vera e propria capitolazione». Lo dichiara Andrea Martella , senatore e segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, commentando l’intesa che porterà l’Europa a subire dazi del 15% su numerosi prodotti esportati, in cambio della sospensione di dazi ancora più pesanti minacciati da Trump. E che, secondo alcune prime stime, potrebbe tradursi in una contrazione del 10% dell’export manifatturiero veneto, pari a oltre 700 milioni di euro. «Gli analisti lo dicono con chiarezza: si tratta di una resa, dettata dall’assenza di una strategia negoziale incisiva. Il governo Meloni ha fallito nel suo compito di difendere l’interesse nazionale, preferendo inseguire la narrativa di una presunta vicinanza con l’amministrazione Trump. E la Commissione von der Leyen si è mostrata debole e impreparata. Ma il conto ora lo pagano le nostre imprese, che già oggi sono costrette a fare i conti con costi energetici insostenibili, inflazione, instabilità globale». «In questi giorni – prosegue Martella – ho raccolto il grido d’allarme di tanti imprenditori veneti: delusi, preoccupati, stanchi di promesse a vuoto. Ora servono risposte concrete: un pacchetto di aiuti vero per sostenere l’impatto dei dazi, una politica industriale che diversifichi i mercati, un ritorno a un’agenda di respiro europeo, come quella delineata da Mario Draghi. Il tempo delle foto nello Studio Ovale è finito. Adesso bisogna difendere le imprese italiane».
- Centrosinistra Veneto: «Giovanni Manildo candidato Presidente»
La coalizione delle forze politiche e civiche di centrosinistra che oggi si è riunita – composta da Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra, Movimento 5 Stelle, Veneto che Vogliamo, la Rete delle Civiche Progressiste, +Europa, Volt Europa, Partito Socialista Italiano e Movimento Socialista Liberale – annuncia con soddisfazione la candidatura di Giovanni Manildo alla presidenza della Regione Veneto. Già sindaco di Treviso, avvocato, figura radicata e riconosciuta per il suo profilo professionale e la sua sensibilità sociale e ambientale, Manildo rappresenta lo spirito con cui il centrosinistra ha voluto costruire il proprio progetto: largo, aperto, plurale, capace di unire forze politiche e istanze civiche, visioni e territori. «Giovanni Manildo – dichiara la coalizione – è un amministratore capace e innovativo, una figura autorevole e credibile, in grado di parlare a tutto l’elettorato veneto. Con lui vogliamo proporre un nuovo progetto al Veneto: un’alternativa vera alla destra, dopo trent’anni di governo ininterrotto». La scelta di Manildo è coerente con il metodo condiviso dalla coalizione fin dall’inizio: avvenuto tramite una discussione aperta, partecipata e costruita sulle idee. Un progetto per il Veneto dei prossimi 5 anni che il Veneto attende da troppo tempo. «Le priorità che siamo chiamati oggi a interpretare – conclude la nota – sono il rilancio della sanità pubblica, le politiche per i giovani, l’emergenza abitativa, il lavoro, l’ambiente, la cultura, la competitività e lo sviluppo della Regione. Con Giovanni Manildo candidiamo una persona che ha saputo unire, ascoltare, innovare, e che saprà farlo ancora di più parlando alla società della nostra terra, senza barriere. Una persona che saprà interpretare la voglia di riscatto di un Veneto che ha bisogno di futuro».
- Stop inceneritore Eni deve corrispondere a nuovo progetto per il futuro dell’area
La posizione del segretario regionale del PD, Andrea Martella «Quello del Comitato tecnico regionale Via è un no ad un'opera impattante che deve essere colto come punto di ripartenza per progettare il futuro di Porto Marghera». Lo dice il senatore e segretario regionale del Pd, Andrea Martella . «Attorno a questa lunga vicenda ha avuto la meglio l'impegno di cittadini, associazioni, ambientalisti e forze politiche che chiedono di fare qualcosa di nuovo per quest’area di importanza strategica. Il parere dimostra che non è più possibile rimanere fermi ad un passato fatto di insediamenti e strutture incompatibili con l'ambiente e la salute pubblica. E indica allo stesso tempo la necessità di andare avanti sui binari della transizione ambientale e delle opportunità che ci vengono offerte dalle tecnologie green». «Su questo solco tutta la città e le istituzioni, a partire da Comune e Regione, sono chiamate a fare molto di più e a svolgere un ruolo attivo. Al tempo stesso Eni deve rispettare e concretizzare gli impegni e gli investimenti previsti dal Piano di trasformazione di Porto Marghera. Allo stesso modo - conclude Martella - la Zls va rilanciata come strumento per creare nuove occasioni di sviluppo produttivo e di crescita occupazionale».
- Pfas: Favero (Pd), ora concludere con celerità la bonifica
"Chi inquina deve pagare: questo sancisce la sentenza di poco fa sulla vicenda Miteni". E' quanto dice Matteo Favero , responsabile Ambiente Pd Veneto, commentando il processo Miteni, la cui sentenza è stata resa nota il 26 giugno. "Pene che non servono certo a risolvere questa questione ambientale ancora in atto - aggiunge Favero - né a tutelare dai pericoli per la salute umana di tanti cittadini veneti. Ora è quindi necessario concludere con celerità la bonifica del sito inquinato di Trissino, ampliare il monitoraggio sanitario a tutti i veneti, lavorare per la salute dei nostri corpi idrici".
- Terzo mandato. Martella: «È finalmente finita questa commedia»
«Sono mesi che ripetiamo la stessa cosa: la partita era già chiusa. Non è stato serio, né decoroso, continuare per troppo tempo questa commedia per cercare in ogni modo di ‘salvare Zaia’. Dopo quindici anni consecutivi da presidente del Veneto, forse è semplicemente arrivato il tempo del ricambio. Basta!». Così il segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, senatore Andrea Martella , commenta lo stop definitivo in commissione all’emendamento leghista sul terzo mandato. «Ci hanno provato in tutti i modi, ma il risultato non cambia: la legge è chiara, i mandati sono due. Zaia ne ha già fatti tre. E, soprattutto, la maggioranza di centrodestra che oggi lo sostiene non è disposta a cambiare la legge solo per lui. Ne prendano atto una volta per tutte», incalza Martella. «In questi mesi, mentre famiglie e imprese aspettano risposte su lavoro, sanità, casa, giovani, ambiente e competitività, il centrodestra ha bloccato tutto per inseguire una battaglia di potere e di vanità. Ora basta». «La differenza tra noi e loro è evidente – conclude il segretario del PD Veneto –. Noi stiamo costruendo una proposta credibile, con un percorso trasparente, fondato su meriti, contenuti e confronto. Loro restano prigionieri di un feroce gioco di potere. Al presidente uscente, che tanto ambiva al quarto mandato, ricordo le antiche parole di sapienza della Bibbia: ‘C’è un tempo per ogni cosa, e ogni cosa ha il suo tempo. C’è un tempo per parlare e un tempo per tacere’. A quanto pare, c’è un tempo anche per Zaia».
- Voto, Martella: «Nessun rinvio: il Veneto non è una signoria ereditaria»
«Il centrodestra la smetta subito di parlare di rinvio delle elezioni regionali. Il Veneto non è una signoria ereditaria, non è cosa loro. Il Veneto è dei veneti, e spetta ai veneti decidere, con il voto, chi dovrà governarlo nei prossimi anni». Lo dichiara Andrea Martella , segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, intervenendo sulle nuove indiscrezioni relative all’ipotesi di rinviare le elezioni regionali al 2026. «Anche oggi leggiamo della “tentazione” della destra di rinviare tutto. Un'idea che serve solo a prendere tempo per cercare di superare le spaccature interne – sempre più evidenti – tra Lega e Fratelli d’Italia. E magari anche per accontentare Zaia, costretto ad accettare che il quarto mandato non si può fare. Ma i problemi del centrodestra non sono i problemi dei cittadini veneti, e non devono ricadere sulla vita della nostra Regione». «Le elezioni – prosegue Martella – sono un fondamento della democrazia, come si insegna fin dai primi corsi di educazione civica. Se chi governa può decidere liberamente quando farle, se tenerle o rinviarle, si rompe un meccanismo essenziale di equilibrio democratico. E si sottrae al popolo un diritto fondamentale: quello di scegliere chi deve governare. La legge è chiara: le legislature regionali durano cinque anni. Nel 2020 ci fu l’emergenza Covid. Oggi l’unica emergenza è il caos del centrodestra. Ma non è un’emergenza del Veneto. Per legge, il voto deve tenersi entro novembre. Punto». «Chiediamo con nettezza – conclude il segretario regionale del PD – che Zaia ponga fine a questo spettacolo imbarazzante, e fissi da subito la data delle elezioni, nel rispetto della legge e dei cittadini. Il Veneto ha davanti sfide enormi: competitività, lavoro, sanità, casa, ambiente, giovani. Non può essere ostaggio delle beghe interne di una destra, che – a differenza del centrosinistra – si farà imporre il candidato da Roma, dopo mesi di liti e rinvii».
- Nuove regole contro ogni forma di sfruttamento
Presentato in Consiglio regionale il progetto di legge del Partito Democratico La capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto Vanessa Camani ha presentato questa mattina a Venezia, nella sala stampa di palazzo Ferro Fini, la proposta di legge n. 334 “Nuove disposizioni in materia di tirocini extracurriculari”, di cui l’esponente dem è prima firmataria con i colleghi Anna Maria Bigon, Chiara Luisetto, Jonatan Montanariello e Francesca Zottis. “Il tirocinio extracurriculare - ha spiegato la capogruppo dem - è un periodo di orientamento e formazione svolto in un contesto lavorativo finalizzato all'inserimento nel mondo del lavoro. Oggi è necessario evitare che questo strumento sia utilizzato come forma di sfruttamento, costringendo i giovani al precariato e al lavoro povero. Per questo motivo abbiamo deciso di presentare un progetto di legge di riordino di quest'ambito, sul quale la Regione ha precise competenze”. “Nell'ordinamento - ha aggiunto Camani - esistono diversi strumenti per facilitare l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Quello indubbiamente più tutelante per i giovani lavoratori è l'apprendistato professionalizzante, un vero e proprio contratto di lavoro che garantisce tutele e diritti. Molto spesso, però, si preferisce ricorrere al tirocinio extracurricolare, strumento molto meno vincolante per le imprese e, soprattutto, meno oneroso. I numeri, infatti, non sono di poco conto: parliamo di 26 mila tirocinanti nel solo 2023, l'80% dei quali riferito a ragazzi sotto i 30 anni, in quasi 15 mila aziende. Di fronte a questi numeri diviene indispensabile trasformare i tirocini extracurriculari da una possibile forma di sfruttamento a un'opportunità di crescita per l'azienda e di sicurezza economica per i giovani lavoratori”. “Nella proposta di legge - ha spiegato la capogruppo - viene previsto di alzare significativamente il livello minimo di indennità mensile: la competenza nella definizione della soglia minima di retribuzione per i tirocinanti è regionale. A oggi, nel regolamento del Veneto, essa viene fissata a 450 euro lordi mensili. È evidente che questo livello di retribuzione non è minimamente compatibile con le necessità di sostentamento. Noi proponiamo che questa soglia venga innalzata almeno a 1.000 euro. Tra gli altri punti salienti del progetto di legge c'è la revisione dei limiti in capo alle imprese per l'attivazione dei tirocini, in particolare rendendoli possibili solo quale integrazione alla manodopera stabile già presente in azienda. Questo per evitare che i tirocinanti sostituiscano lavoratori ordinari. Chiediamo anche di intervenire più efficacemente sul fronte della formazione, incrementando il numero di tutor per tirocinante. Infine, si prevede l'introduzione di sanzioni pecuniarie per la mancata corresponsione dell'indennità o per gravi violazioni alla disciplina”. “In sede di Conferenza Stato Regioni, nel 2017 - ha ricordato Massimo Iovine , esperto di diritto del lavoro, intervenuto nel corso della presentazione del progetto di legge - erano state emanate delle Linee Guida con l'obiettivo di regolamentare lo strumento, che però sono rimaste lettera morta. È evidente che, in una situazione come quella attuale, questo strumento rischia sempre di più di diventare un modo per le imprese per fare dumping contrattuale e salariale sulla pelle dei lavoratori, e soprattutto del più giovani, svilendo, quindi, il ruolo originario del tirocinio che deve puntare su formazione e, soprattutto, qualità del lavoro. Da qui la necessità di una legge regionale che regoli lo strumento in maniera chiara”. “Un progetto che restituisce dignità al lavoro - così la vicepresidente della Prima commissione consiliare Chiara Luisetto - e che ci permette di aprire una finestra su un tema delicato come quello della disabilità: che il tirocinio, quindi, costituisca non un ‘parcheggio’, ma un’opportunità quando vi è il coinvolgimento di persone con fragilità”. “Questo strumento - ha aggiunto la vicepresidente della Quinta commissione Anna Maria Bigon - potrà essere un’occasione rivolta ai giovani e un’opportunità rivolta in special modo a loro: il Veneto può fare tanto in questo settore, in particolare per trattenere le giovani generazioni nella nostra regione” “Su questa proposta di legge - ha concluso Camani - chiediamo di confrontarci fin da subito, con spirito costruttivo, convinti che, in una stagione che mette costantemente sotto attacco protezioni e tutele del lavoro, sia indispensabile investire sui giovani e sulle loro competenze, anche a vantaggio del nostro sistema economico e produttivo”. Scarica la Proposta di legge nr. 334 sui tirocini Scarica le slide con la sintesi delle proposte del PD Veneto
- Trasporti, riforma riporta al centro Regione e servizi
Il consigliere del PD Montanariello sottolinea il contributo determinante del PD "Da tempo era sul tavolo la nostra richiesta di riformare il settore dei trasporti in Veneto. E anche se i tempi non consentiranno la piena applicazione del provvedimento entro la legislatura, sicuramente siamo riusciti attraverso le nostre proposte a dare la giusta bussola". Lo dice, a nome del gruppo dem, il consigliere regionale del Pd, J onatan Montanariello vicepresidente della commissione trasporti. "Ci vorrà del tempo per gli atti di costituzione dell'Agenzia e per definire il perimetro dei bacini. Ma il punto fermo è che la Regione, così come abbiamo fortemente sollecitato, torna al centro delle politiche e delle gestione dei servizi, pur lasciando intatta l'autonomia degli enti locali. Abbiamo deciso per l'astensione perché a nostro avviso il provvedimento non è esaustivo. Ma abbiamo raggiunto la sinergia su alcune nostre proposte, come ad esempio quella sull'utilizzo dell'Iva recuperata che riteniamo debba essere destinata, al netto dei costi dell’Agenzia, integralmente agli investimenti per rafforzare i servizi. Si è trattato nel complesso di un lavoro che ci ha visti impegnati in modo costruttivo e che ha voluto mettere al centro i cittadini veneti, in stretto dialogo con i territori e i sindacati. Un lavoro prezioso che costituisce una base anche per la prossima legislatura". Montanariello sottolinea infine che "rimane purtroppo il grande neo di un Veneto unica Regione d’Italia che non mette risorse proprie. Il tutto nascondendosi dietro l’alibi della mancata autonomia ma dimenticando che l’autonomia in materia di trasporto ce l’ha già. Nel frattempo, quelle Regioni che vengono prese come esempio negativo e che secondo la Lega giustificherebbero l’autonomia, mettono più soldi del Veneto. Ci auguriamo - conclude - che questo nuovo impianto normativo vi sia un’ottimizzazione di costi e un'efficienza nei trasporti molto maggiore rispetto ad oggi".
- Porto di Venezia bloccato dalla faida Lega-FdI, Veneto ostaggio
“Il porto di Venezia, una delle infrastrutture strategiche più importanti del nostro Paese, è ancora senza prospettive a causa dello scontro di potere tra Lega e Fratelli d’Italia. Mentre Genova, Livorno, La Spezia e Taranto hanno già i loro nuovi vertici, Venezia resta al palo. E non per ragioni tecniche, ma per pura lotta politica”. Lo dichiara il senatore Andrea Martella , segretario regionale del Partito Democratico del Veneto. “Lo stallo sulle nomine è solo l’ultimo sintomo del degrado politico in cui il centrodestra ha precipitato il Veneto. La stessa paralisi che pesa sulle scelte strategiche per il futuro della regione – dalla data del voto alla candidatura, fino all’ipotesi surreale di rinviare tutto al 2026 per prendere tempo – si riflette ora anche sull’economia reale. La gestione delle infrastrutture vitali come il porto di Venezia non può essere ridotta a un trofeo da spartire tra partiti in guerra tra loro. Non è accettabile che imprese, lavoratori e territori restino ostaggio delle faide interne al centrodestra”. “Il porto di Venezia – prosegue Martella – ha dimostrato, anche di recente, con l’annuncio di investimenti industriali strategici come quelli di Volkswagen e Siad, di avere un potenziale straordinario. È una porta naturale tra Europa, Medio Oriente e Asia. Ma per sviluppare appieno queste opportunità servono visione, competenza, investimenti. Serve una politica che sappia pianificare, non una classe dirigente che fa a botte sulle nomine mentre la nave resta ferma in banchina”. “Questa è la vera emergenza del Veneto e di Venezia: una destra che pensa solo a sé stessa, alle proprie poltrone, e considera economia, famiglie e imprese come variabili secondarie. È ora di restituire serietà, responsabilità e strategia alla guida della nostra regione”.












