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1477 risultati trovati con una ricerca vuota

  • Legalità, giustizia e sicurezza

    Il ministro Orlando è atteso all’auditorium del conservatorio a Rovigo per l’incontro intitolato Legalità, giustizia e sicurezza. Su questi tre temi si svilupperà un incontro al quale parteciperà anche il ministro della giustizia Andrea Orlando. L’appuntamento è per venerdì 6 marzo all’auditorium del Conservatorio in via Pighin a Rovigo. Saranno presenti anche il deputato Diego Crivellari, il consigliere regionale Graziano Azzalin, presiede Gianfranco Munari, responsabile giustizia del Pd. Parteciperà Nadia Romeo, candidata sindaco per il centro sinistra. La magistratura e la giustizia stanno attraversando «un passaggio storico: stanno cambiando alcune funzioni, c’è una difficoltà dovuta alle carenze organizzative, di organico, alle nuove tecnologie: è una passaggio difficile. E credo che su questa legge si scarichi anche questo malessere, con letture che vanno al di là dai contenuti della legge stessa». Così si è espresso di recente il ministro della Giustizia Andrea Orlando sulla responsabilità civile e le reazioni dell’Associazione magistrati #legalità #Rovigo #Giustizia #sicurezza #ministro #orlando

  • L'ospedale di Trecenta penalizzato

    «Mentre questa commissione si riunisce per trattare argomenti significativi ma non vitali, qualcuno si era già attivato per bloccare le schede ospedaliere che colpiscono pesantemente la funzionalità dell’ospedale di Trecenta», trovando l’unanimità del consiglio comunale. È questa la prima reazione dei consiglieri di minoranza Qianpietro e Paola Panziera all’invito a partecipare alla riunione della commissione Sanità; ritengono che questa commissione «sia probabilmente nata per coprire l’inerzia del sindaco e indebolire l’azione del Comitato altopolesano dei cittadini per il San Luca», ipotizzandone l’illegittimità «in quanto già con l’amministrazione Pizzo era stata costituita una commissione permanente, della quale si sono perse misteriosamente le tracce». «È inoltre per noi paradossale il comportamento del sindaco Laruccia, che da una parte sottoscrive il documento mandato al presidente Zaia per bloccare le schede ospedaliere e dall’altra firma li convocazione dell’incontro tra la commissione Sanità e alcun dirigenti dell’Ulss 18, nel quale è assente questo documento e i relativi contenuti». Cosi i due consiglieri di minoranza hanno comunicato l’«impossibilità morale e politica a partecipare all’incontro».«Non si parla della necessità di bloccare le schede ospedaliere». #Ospedale #salute #Sanità #trecenta

  • La Lega esplode, il Pd procede unito

    Mentre si ampliano le divisioni nella Lega Nord, costretta a nominare un commissario per gestire le dirompenti tensioni in Veneto, il Pd procede compatto nell’elaborazione del progetto politico per rinnovare profondamente l’amministrazione regionale. Lunedì 2 marzo, la segreteria regionale si è riunita a Padova e ha approvato all’unanimità le linee programmatiche e la strategia per la campagna elettorale. La segreteria ha inoltre deciso una mobilitazione per l’8 marzo. I circoli territoriali del Pd domenica saranno nelle piazze venete per smascherare le promesse mancate di Zaia e sottolineare quanto la cattiva amministrazione della Lega costi ai cittadini. #elezioni #PD #programma #segreteria

  • Porto Viro: pronto soccorso e Suem a rischio

    “Ora è evidente che c’è chi ha racconta bugie ai propri concittadini: la bocciatura dell’emendamento per ripristinare il riconoscimento del presidio ospedaliero alla casa di cura di Porto Viro, avvenuta in commissione Sanità con il no della maggioranza, l’imbarazzato silenzio dell’assessore Coletto e senza che l’assessore che dovrebbe tutelare il nostro territorio muovesse un dito, è la prova lampante che tutte le promesse dei mesi scorsi non sono altro che bugie, come tante ne sono state dette in questi anni da chi ha governato il Veneto ed ha lasciato che il Polesine fosse marginalizzato”. Il consigliere regionale Graziano Azzalin non digerisce l’affossamento dell’emendamento alla Legge regionale 27 luglio 2012, “Disciplina del sistema regionale di trasporto sanitario di soccorso ed emergenza: definizione dei requisiti per l’accreditamento istituzionale”, da lui presentato, con il quale chiedeva che la casa di cura Madonna della Salute di Porto Viro, “a fronte dei servizi sanitari che le stesse schede di dotazione territoriale continuano a mantenere in capo alla struttura”, tornasse ad avere il riconoscimento di Presidio ospedaliero. “La paradossale situazione che si è prodotta – sottolinea Azzalin – è che alla struttura portovirese si chiede di prestare dei servizi e di rispettare i rigorosi parametri, senza che posi questo si traduca in un riconoscimento formale. Le tre autoambulanze confermate in capo alla Casa di cura, così come lo stessi servizi di pronto soccorso e di Suem con il mantenimento attivo di tutti i servizi specialistici correlati, compresa la terapia intensiva, sono messi a rischio. Non vi sono altre strutture che possano svolgere tali servizi in un’area di enormi dimensioni e, soprattutto, dove durante il periodo estivo, complice la stagione balneare, si registrano afflussi di visitatori tali da rendere assolutamente imprescindibile l’attività della Casa di cura di Porto Viro. Ora tutto questo è messo in discussione, nonostante le promesse che l’assessore polesano, accompagnata dal direttore generale della Sanità regionale, ha fatto ai responsabili della struttura ed alle istituzioni del territorio. Si è trattato delle solite promesse da marinaio e, ancora una volta, i nodi sono venuti al pettine: quando si è trattato di difendere l’Ulss di Adria che non significa servizi ai cittadini ma solo poltrone in più da assegnare ai dirigenti ed ai sindaci amici, abbiamo visto l’assessore muoversi. Quando, invece, a rischio sono aspetti che non le producono un diretto tornaconto clientelare, nulla si muove”. Secondo il consigliere polesano, “è inutile farsi belli parlando del riconoscimento della specificità territoriale, se poi questa non si traduce in una difesa dei servizi ma solo delle careghe. A questo ci ha ormai abituato il centrodestra, ma noi non intendiamo rassegnarci. La sanità polesana è stata messa pesantemente sotto attacco anche perché chi governa non ha fatto nulla affinché i principi condivisi nel Piano socio sanitario si traducessero in realtà. Anzi, non un dito è stato mosso in difesa dei servizi e dei nostri ospedali. Ma di questo i cittadini si ricorderanno al momento opportuno”. #portoviro #suem #Sanità #assalin #prontosoccorso #polesine

  • La riforma degli enti locali ha bisogno di un indirizzo chiaro

    Prima della direzione PD, lunedì 16 febbraio a Roma, ho incontrato gli altri sindaci che come me fanno parte della Commissione Nazionale degli Enti Locali. Quanto emerso dalla discussione è che oggi nelle riforme del Paese servono due cose semplici e chiare: 1) riduzione degli enti locali, tramite le fusioni di Comuni 2) revisione del metodo di incarico delle figure dirigenziali nella pubblica amministrazione (art. 107-110 d. lgsl 267). È evidente che la situazione dei Comuni è critica e serve da parte nostra un forte sostegno propositivo che parta dai territori e induca il governo a fare delle scelte ottimali nella riforma degli enti locali e della pubblica amministrazione. Serve un indirizzo chiaro, che semplifichi il sistema degli enti locali: è impossibile potersi permettere più di ottomila Comuni, molti dei quali non superano nemmeno i mille abitanti. Per arrivare a una riduzione concreta del numero di Comuni e quindi garantire un netto miglioramento dei servizi ai cittadini, presenteremo un’istanza al Presidente del Consiglio, in cui chiederemo di avviare la procedura per la fusione di piccoli e medi Comuni, che possono raggiungere cifre ottimali di gestione tra i 20 e i 50mila abitanti. L’unione di Comuni oggi è facoltativa, noi proponiamo invece la fusione: un atto forte del governo, che superi i campanilismi e incentivi la fusione con uno sblocco di patto pluriennale che permetta subito al Comune di investire in opere pubbliche e servizi ai cittadini. Il trend europeo porta la distribuzione di fondi verso realtà con dimensioni più grandi. L’Europa dice chiaramente che non si può essere un Paese di piccoli. La nostra frantumazione territoriale ci fa perdere molti punti di competitività di accesso ai fondi rispetto agli altri Paesi europei. Per favorire la ripartenza del Paese, oltre a una razionalizzazione delle risorse proponiamo anche una forte azione di revisione dei poteri dirigenziali, attraverso l’istituzione di un albo nazionale dei dirigenti e dei segretari, a cui la politica possa attingere in funzione dei mandati elettorali. Non è pensabile che cambino sindaci e forze politiche, mentre i dirigenti sono sempre quelli. Nella prossima commissione proporremo un documento che integrerà la proposta per l’emendamento Pagliaro, dando più potere alla politica di scegliere i dirigenti. Ogni politico è responsabile delle scelte che fa e sta ai cittadini confermarne o meno il mandato, ma non è possibile che i sindaci e le amministrazioni comunali siano ingessate anche davanti alla realizzazione di un nuovo stallo per il parcheggio, solo perché due dirigenti esprimono pareri contrastanti (esempio vero). Federico Vantini sindaco di San Giovanni Lupatoto e membro Direzione Nazionale PD #entilocali #pubblicaamministrazione #Riforme #vantini

  • Moretti in Bassopolesine visita Finpesca

    Alessandra Moretti a Portoviro ha visitato Finpesca, una delle tante aziende attive nella pesca, settore strategico per il Polesine. Non sono pochi i problemi creati da norme comunitarie definite assurde: la tracciabilità del pesce passa anche per la punzonatura delle pinne caudali delle singole alici, o nella microcippatura del pescato. Moretti: “iniziative per fare cassa che sembrano create apposta per essere disattese. Ci attiveremo come partito democratico con la presidente della commissione caccia e pesca Renata Briano che è una persona capace con cui ho collaborato molto per capire il problema e stilare un programma credibile per andare incontro alle esigenze del settore” L’abbattimento delle incombenze burocratiche è al centro del programma del candidato presidente Moretti: “In Regione la burocrazia costa 6 miliardi di euro ai veneti. Il nostro motto è burocrazia zero e richiesta dati con un solo click, è impensabile che un imprenditore oggi debba spendere 40 ore al mese in adempimenti burocratici che potrebbero essere drasticamente ridotti ed unificati”. Dopo aver salutato la quarta generazione del management di Finpesca, Alessandra Moretti si concentra sulla tematica calda per i veneti: l’autonomia, in virtù anche della sua posizione di interlocutore preferenziale per il premier Matteo Renzi, collega di partito. “L’autonomia è un tema centrale del mio programma da Governatore. Non possiamo prendere in giro i veneti come è stato fatto negli ultimi vent’anni dove è stato il tema principe, sbandierato ma mai perseguito. Noi riteniamo che la riforma costituzionale vada nella direzione giusta, il governo Renzi sta dando alle Regioni la possibilità di aumentare le prerogative su materie quali lavoro, scuola e formazione, infrastrutture, turismo e ambiente affinché il Veneto possa essere competitivo verso i vicini Friuli e Trentino. Avvierò una proposta che andrà nella direzione che il Governo sta seguendo, sarà un percorso magari più lento, ma dall’esito certo. Non una Regione a statuto speciale, ma verso una autonomia possibile attraverso la Costituzione riformata dal governo Renzi”. Della provincia di Rovigo Alessandra Moretti ricorda: “Dei tanti aspetti visti finora, dal turismo, alla pesca, all’agricoltura, alla industria, all’energia con la centrale Enel, la priorità a mio avviso per il Polesine dovrebbe essere una: il lavoro. Grazie al job acts del governo stiamo andando nella direzione giusta: abbassare i costi del lavoro alzando le tutele. 2.600 le aziende che nel 2015 hanno già stabilizzato il personale. Estendere al Polesine un job acts veneto, su cui il governo Renzi è d’accordo, già per aprile di modo da amplificare la portata di questo fondamentale intervento normativo. La proposta sarà di un piano straordinario dedicato ai comparti dell’artigianato, dell’agricoltura, della pesca e del turismo per la piccola e media impresa”. #finpesca #Rovigo #Moretti #AlessandraMoretti #polesine

  • Oggi il Piano Cave e il Piano Energetico bloccati in Terza Commissione.

    Salta ancora una volta il via libera della Terza Commissione a strumenti fondamentali per la vita dei cittadini e delle imprese, in particolare alla nuova legge sull’attività di cava. Il vuoto legislativo in questo settore colpisce in particolare la provincia di Treviso per i suoi numerosi giacimenti aperti, per la necessità di ripristinare il territorio e di dare un quadro giuridico certo alle attività. La Marca con i sui 65 milioni di metri cubi di ghiaia ha infatti la più grande riserva di materiali inerti della Regione, e chiede quindi un quadro giuridico moderno e chiaro. Motivo dell’ennesimo colpo di freno è stata l’incapacità della maggioranza a governare, presa tra interessi politici e di corrente. “Anche oggi in Commissione la maggioranza si è mostrata spaccata”, ha detto Claudio Niero, consigliere del PD e componente della Commissione, “divisa su tutto. Ha presentato in commissione, già sul filo di lana del fine legislatura, provvedimenti molto importanti come le cave, il PRAC, il Piano Energetico, sui quali non è in grado di avere i voti per portali in Consiglio, a causa delle lacerazioni interne che hanno mandato in frantumi la maggioranza di Zaia”. La maggioranza in Commissione non c’era più, non è stata in grado di produrre alcuna decisione, pur di fronte all’urgenza e alla valenza dei temi in discussione. “Conta solo lo scontro sempre più aspro con Tosi”, ha concluso Niero, “e così, tra l’altro, a tre mesi dal voto non si sa ancora con certezza con quale legge elettorale i veneti saranno chiamati alle urne. Questa legislatura ha deluso i veneti e va verso una conclusione ingloriosa, lasciando irrisolti problemi di straordinaria importanza per la nostra Regione”. #ambiente #ClaudioNiero #Niero #PianoCave

  • Messa sotto la Lega Nord sui disabili Sensoriali

    REGIONE VENETO, IL PD ATTACCA: “MAGGIORANZA SEMPRE PIU’ DIVISA” “MESSA SOTTO LA LEGA SUI DISABILI SENSORIALI. PIU’ RISORSE SULLA SICUREZZA IL CONSIGLIO CORREGGE GLI ERRORI DI ZAIA. LA DESTRA LASCIA SOLE LE DONNE CHE QUOTIDIANAMENTE SUBISCONO VIOLENZA” “Approvato oggi in Commissione Bilancio del Consiglio Regionale uno stanziamento di 5 milioni per le risorse da destinare alla sicurezza….A proposito di tutti coloro che mi avevano spiegato che la Regione non ha competenze in materia e di tutti quelli di destra che mi dicevano che Zaia aveva fatto benissimo a tagliare fino a 60.000 euro! a Altroché fatto bene. Sono bastati dieci (10) giorni di polemica e hanno dovuto fare marcia indietro riconoscendo i loro errori. Bocciato invece il mio emendamento per ripristinare i fondi per la lotta contro la violenza di genere e per finanziare i centri anti violenza, i cui fondi sono stati tagliati nel bilancio della Giunta Zaia da 400.000 euro a 50.000. Ma la battaglia proseguirà in aula ringrazio comunque il consigliere Padrin per aver votato favorevolmente e sottoscritto il mio emendamento. Le donne che quotidianamente in Veneto subiscono violenza non verranno lasciate sole. Una vittoria invece importante per gli alunni portatori di disabilità sensoriali della provincia di Padova: approvato un mio emendamento, sottoscritto anche dai consiglieri Cortellazzo, Padrin e Toniolo, che assegna 500.000 euro alla provincia di Padova per garantire l’erogazione dei servizi di integrazione scolastica fino a giugno 2015. Messa in minoranza la Lega. Ora la battaglia proseguirà in aula per garantire a tutte e 7 le province di poter arrivare fino alla fine del 2015”. Piero Ruzzante, Consigliere Regionale PD #Disabili #PieroRuzzante #Ruzzante

  • Veneto ultima per parità di genere

    Ormai a distanza di un mese, la Regione Veneto dimostra quanto sia stata miope nell’approvazione di una legge elettorale che non ha previsto la doppia preferenza di genere. Le dichiarazioni dei rappresentanti della maggioranza di Zaia hanno dimostrato tutta la loro misoginia, la loro paura, nel permettere alle donne di concorrere in piena parità ai seggi di Consigliere regionale; dal capogruppo della Lega Nord, Federico Caner abbiamo sentito dire che: “…la preferenza di genere è una boiata pazzesca”; sottolineando: “io ho votato in Commissione questo provvedimento perché c’era un accordo politico non perché fossi personalmente d’accordo con questo provvedimento…” La seconda settimana di febbraio il Senato ha introdotto nella riforma elettorale la doppia preferenza di genere nelle liste e soprattutto si prevede un vincolo per quanto riguarda i capilista. Con la riformulazione dell’emendamento approvato, infatti, nel numero complessivo dei capilista nei collegi di ciascuna circoscrizione non potranno esservi più del 60 per cento di candidati dello stesso sesso. Dopo tante mobilitazioni e dopo tanti anni di battaglie finalmente avremo un meccanismo chiaro ed efficace per il riequilibrio della rappresentanza di genere. Inoltre, la riforma della Costituzione prevede che i consigli regionali eleggano i futuri senatori, ne consegue che se le regioni non si dotano di strumenti per equilibrare il rapporto tra uomini e donne nelle competizioni elettorali, si rischia di avere un Senato quasi esclusivamente maschile, disattendendo le norme costituzionali che prevedono il principio della parità di genere. Con la L. 215/12 la doppia preferenza è già prevista per i comuni sopra i 5.000 abitanti, mentre con la legge numero 65 del 2014 abbiamo votato alle Elezioni Europee con tre preferenze purché una fosse di genere diverso. Secondo questi principi, già la scorsa settimana la Regione Umbria ha approvato la possibilità che gli elettori esprimano una doppia preferenza tra generi diversi, oggi la Regione Puglia la sta discutendo in Consiglio regionale, l’Emilia Romagna, la Campania, la Toscana e la Sicilia l’hanno già in vigore. Il risultato è stato di avere nei Consigli una maggiore rappresentanza di Consigliere preparate e competenti. Ma il Veneto questo importante passo per dare sostanza alla democrazia paritaria e al riequilibrio di una situazione sbilanciata che viola il principio inderogabile di uguaglianza, solennemente sancito dagli articoli 3 e 51 della Costituzione, ha ritenuto di non farlo, dimostrando fino in fondo il distacco dalla realtà politica e sociale del nostro territorio di un governo regionale miope, che guarda anche in questo caso al suo orticello, d’altra parte ogni donna eletta in Consiglio è un uomo in meno, ma il mantenimento di uno status esclusivamente maschile pone il Veneto tra le ultime Regioni d’Italia in termini di democrazia! Anche di questo, come di tanti altri primati negativi, dovremo solo e sempre ringraziare Zaia! Raffaela Salmaso Portavoce Democratiche Venete Vicesegretaria regionale PD Veneto #Donne #leggeelettorale #doppiapreferenza #genere #salmaso #partecipazionefemminile

  • Elezioni: "Rovigo merita un governo all’altezza"

    Gli impegni parlamentari frenetici e serrati delle ultime settimane non hanno permesso al deputato e segretario regionale del Partito Democratico Roger De Menech di essere a Rovigo prima di oggi, il sostegno alla candidata sindaco Nadia Romeo non è mancato e in conferenza stampa il 20 febbraio, è stato rimarcato. Il segretario provinciale del Pd Julik Zanellato: “La nostra e la sua presenza attorno alla candidata sindaco sta a testimoniare la voglia, l’entusiasmo e la passione di un partito nel suo complesso di affrontare la fase nuova che si apre. Nadia Romeo ha vinto le primarie, abbiamo avuto una grande partecipazione popolare (quasi 4000 votanti), è stata una bella competizione, vera, tra cinque candidati che hanno saputo mettere le loro idee programmatiche essenziale e alimentato un bel confronto in città. Sta a noi mettere a frutto l’esito e far sì che il centrosinistra possa giocarsi la campagna elettorale e ambire a conquistare il Comune di Rovigo. Torneremo ad ascoltare i cittadini in centro e nelle frazioni, andremo ad elaborare il programma in base ai temi che emergeranno”. “Un tema centrale del programma – aggiunge Zanellato – sarà il ruolo di Rovigo nel Veneto, la città ha sofferto di marginalità non solo economica ma anche sociale e culturale e soprattutto politico-istituzionale. Ci sarà da fare squadra tra il Pd rodigino e quello veneto. Finalmente c’è una squadra che copre tutto il territorio comunale, c’è un gruppo coeso, senza sfilacciature del passato, efficiente”. Proiettata al futuro, al #nuovoinizio per Rovigo Nadia Romeo: “La sfida è far diventare Rovigo effettivamente capoluogo. Belluno, l’altra Cenerentola veneta, è molto cresciuta. Rovigo può dare molto al Veneto, essere laboratorio di idee, innovazioni e opportunità. Dagli investimenti al rilancio dell’Università, dobbiamo costruire reti e sinergie per vincere e far diventare Rovigo città delle opportunità. Chiediamo al segretario regionale di rappresentare l’impegno e la volontà che ha Rovigo, le 4000 presenze in un momento in cui le primarie non godono di un momento di salute sono un segnale: la gente ha molte aspettative”. L’attenzione di Roger De Menech è stata principalmente focalizzata sulle primarie svolte e sulle sfide prossime da affrontare: “Il momento della politica nazionale è complicato, difficile trovare tempi e spazi per incontrare i cittadini. Le primarie sono un esercizio nel dna del Pd, con dei regolamenti e dei modi ancora in divenire. Ci distinguono però nella capacità di portare fuori un partito ordinato, coi suoi passaggi democratici di scelta. Non avevo dubbi sugli ottimi risultati, è una fase di passaggio. Siamo strumenti della politica, il fine ultimo è vincere i territori con proposte politiche. Ho scoperto una città che da cittadino veneto conoscevo in maniera marginale, una città splendida che merita un governo all’altezza. Nella marginalità ci sono difficoltà e bellezze, non è sufficiente avere agganci in Regione, il fallimento della politica sta nel non erogare veri servizi ai cittadini. Dobbiamo rimettere al centro la buona amministrazione, non è buona politica andare dal superiore col cappello in mano. Non è il progetto del Pd. La confusione che regna nell’altro campo ci fornisce una grande occasione. Noi abbiamo fatto scelte chiare, siamo stati lineari e ordinati nell’indicare Nadia Romeo candidata sindaco di Rovigo. La sfida di Rovigo è fondamentale, a Venezia primarie tra due settimane per completare il quadro. Sono sicuro che faremo bene in tutti i fronti”. “A Rovigo non ci sono problemi sulle candidature, per una volta – conclude De Menech – il modello americano comporta che chi perde entra nello staff elettorale del vincitore, questo è il lavoro e il messaggio che si deve mandare anche a Rovigo. Se tutte le forze politiche parlano col Pd è perchè siamo al centro della partita politica”. A margine dell’incontro si è anche parlato di coalizione, Nadia Romeo ha commentato l’uscita di Alessandro Monini e Federico Frigato dalla squadra: “Tutti e cinque hanno dato valore alle primarie, sulle scelte personali di ognuno non posso entrare nel merito. Parleremo di nuovo con loro e per il loro elettorato. Va recuperato e stiamo dialogando. L’apertura da parte nostra c’è sempre stata, è stato firmato un preambolo politico, un patto. Se ci ripensano ben venga, un discorso col loro elettorato c’è anche con risultati positivi”. Invece a Julik Zanellato il discorso sulle alleanze: “Siamo dei gran testardi, riproporremo il gioco di squadra e proporremo incontri con tutti i soggetti politici di centrosinistra, per spingere Nadia alla vittoria delle elezioni al primo turno. Prima di tutto ricompattamento forte del Pd, la convergenza deve essere soprattutto programmatica. Guardiamo anche ai movimenti civici e ai moderati di centro, Silvia Menon e Massimo Carravieri sono due espressioni con cui dialogare”. #amministrative #coalizione #elezioni #Rovigo

  • Debiti Pa: Dal governo 1,8 miliardi al Veneto

    “Il pagamento dei debiti Pa (pubblica amministrazione) verso le imprese è sicuramente uno degli elementi che ha contribuito negli ultimi mesi a fermare la spirale di recessione nel nostro Paese”. A divulgare i dati relativi al Veneto è il senatore democratico Giorgio Santini, capogruppo del Partito Democratico in Commissione Bilancio. “Si tratta di un’importante iniezione di liquidità e di ossigeno del valore di 1 miliardo e settecento mila euro di cui hanno beneficiato le piccole e medie imprese del Nordest ed i rispettivi subfornitori”. “Questa la situazione aggiornata al 30 gennaio 2015, frutto del monitoraggio del Ministero dell’Economia e delle Finanze in riferimento alle somme stanziate nel 2013. La Regione Veneto e le sette province hanno utilizzato il cento per cento delle risorse sbloccate da Roma, prima dal Governo Monti e poi dal Governo Letta. I comuni si fermano invece al novantasei per cento – spiega Santini – La Regione Veneto ha saldato debiti per 1.587.480.000 euro. Sia ben chiaro, non stiamo assegnando a Luca Zaia una medaglia sul petto di cui fregiarsi: il pagamento è infatti un atto dovuto, regolato dalla normativa nazionale che la Regione Veneto ha semplicemente applicato. Le province hanno saldato debiti per un totale di 43.6166.000 euro. Euro. Mentre i comuni del Veneto hanno effettuato pagamenti per un valore di euro 288. 758.000 Tra i comuni capoluogo segnaliamo il pagamento di Belluno (75.000 euro), Padova (12.229.000 euro), Rovigo (4.340.000 euro), Treviso (2.734.000 euro), Venezia (110.295.000), Verona (4.172.000 euro). Vicenza (8.210.000.) “A livello nazionale i dati diffusi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze sono incoraggianti –prosegue il senatore democratico – Su un totale di 42,8 miliardi di euro assegnati alle amministrazioni locali e centrali dello Stato nel 2013, sono stati pagati alle aziende creditrici 36,5 miliardi di euro, pari all’85% del totale degli spazi finanziari concessi. A questi dovranno presto essere aggiunti circa 10 miliardi di euro messi a disposizione dalla legge di stabilità 2014 e dal decreto legge 66/2014. Anche in questo caso si tratta di ossigeno prezioso per le imprese del territorio. Siamo fiduciosi: rispetto al picco del debito commerciale, stimato dalla Banca d’Italia per il nostro Paese a fine 2012 in circa 91 miliardi, risulterebbe quindi assorbita dagli enti debitori una somma corrispondente al picco di debito considerato scaduto e in ritardo di pagamento .” Di seguito la tabella che riassume di dati dei pagamenti effettuati in Veneto rispetto ai debiti Pa. #arretrati #imprese #senatore #pa #GiorgioSantini #liquidità #pubblicaamministrazione #economia #Veneto #debiti

  • Dallo Stato un aiuto importante alla Provincia di Verona

    Il governo italiano ha sbloccato 38 milioni di euro a favore della Provincia di Verona. E’ questo l’importante risultato ottenuto con l’accordo concluso nella Conferenza Stato-Città tenutasi ieri. Oltre alla riforma del patto di stabilità, l’organismo di raccordo tra Stato ed enti locali ha deliberato lo sblocco dei «residui perenti», cioè di quei trasferimenti erariali che le Province non hanno mai incassato perché i fondi venivano erogati solo quando la disponibilità di cassa scendeva oltre una minima soglia. “Lo sblocco dei fondi perenti è una querelle che dura da anni – afferma il deputato PD Diego Zardini – e sembrava che dovesse rimanere senza soluzione. Invece con l’accordo raggiunto ieri possiamo confermare che dal Governo arriva un importante segnale di attenzione nei confronti degli enti locali e del nostro territorio in particolare. Da Roma avvieremo sin da subito un’attività di raccordo con la Provincia per sfruttare al meglio questa occasione”. “L’accordo, al di là dei pure importanti dettagli tecnici, ha un rilevante valore politico – conferma il segretario provinciale del PD Alessio Albertini – perché è un segnale dell’attenzione che dallo Stato centrale viene riservata agli enti locali. Siamo tutti consapevoli dei sacrifici che anche a Comuni e Province sono stati imposti in questi anni. Tuttavia è giusto sottolineare quando lo Stato fa bene il suo lavoro, assumendo provvedimenti di buona amministrazione. Lo sblocco dei residui perenti consentirà di dare una boccata d’ossigeno alla Provincia di Verona, che ancora conserva funzioni con immediati riflessi sulla vita dei cittadini”. “Stiamo verificando i dettagli dell’operazione con i dirigenti della Provincia – precisa il capogruppo PD in Consiglio provinciale Stefano Ceschi – e dalle prime valutazioni ci risulta che dei 38 milioni sbloccati dall’accordo circa 36 dovrebbero andare a chiudere partite di bilancio che erano rimaste sospese da tempo, mentre circa 2 milioni possono essere utilizzati per la gestione futura. Tutto questo in attesa che si completi il passaggio di funzioni tra la Provincia da un lato e la Regione ed i Comuni dall’altro”. #Provincia #finanziamenti #Verona #Governo #fondi #pattostabilità

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