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- Festa Democratica Abano Terme (PD)
AL VIA LA FESTA DEMOCRATICA DI ABANO TERME Da Venerdì 18 luglio a Lunedì 28 luglio, presso il parco di Villa Bassi, 11 giorni di dibattiti con ospiti di livello nazionale,presentazione di libri, concerti ed ottima cucina. Anche quest’anno siamo lieti di poter annunciare che dal 18 al 28 luglio si terrà la Festa Democratica di Abano Terme presso lo splendido parco di Villa Bassi Rathgeb. Quest’anno, cogliendo il segnale lanciato dal Segretario Nazionale e Presidente del Consiglio Matteo Renzi, anche la nostra sarà una Festa dell’Unità. Giocando con le parole, abbiamo voluto sottolineare come l’unità del nostro Partito sia un bene imprescindibile su cui poggiare le basi del nostro lavoro futuro; e per sostenerlo abbiamo ripreso il fortunato sottotitolo dell’anno scorso come #sommanondivisione Quest’anno la Festa racconterà le proposte della buona politica attraverso un percorso in cui l‘Europa, l’Italia, ilVeneto e Abano Terme si intrecceranno fra loro. IL PROGRAMMA #featured
- Festa Democratica Abano Terme (PD)
AL VIA LA FESTA DEMOCRATICA DI ABANO TERME Da Venerdì 18 luglio a Lunedì 28 luglio, presso il parco di Villa Bassi, 11 giorni di dibattiti con ospiti di livello nazionale,presentazione di libri, concerti ed ottima cucina. Anche quest’anno siamo lieti di poter annunciare che dal 18 al 28 luglio si terrà la Festa Democratica di Abano Terme presso lo splendido parco di Villa Bassi Rathgeb. Quest’anno, cogliendo il segnale lanciato dal Segretario Nazionale e Presidente del Consiglio Matteo Renzi, anche la nostra sarà una Festa dell’Unità. Giocando con le parole, abbiamo voluto sottolineare come l’unità del nostro Partito sia un bene imprescindibile su cui poggiare le basi del nostro lavoro futuro; e per sostenerlo abbiamo ripreso il fortunato sottotitolo dell’anno scorso come #sommanondivisione Quest’anno la Festa racconterà le proposte della buona politica attraverso un percorso in cui l‘Europa, l’Italia, ilVeneto e Abano Terme si intrecceranno fra loro. IL PROGRAMMA #featured
- Psr, Azzalin: “Una grande occasione: 1,184 miliardi di euro vanno sfruttati bene."
Psr, Azzalin: “Una grande occasione: 1,184 miliardi di euro vanno sfruttati bene. E bisogna anche favorire l’integrazionecon gli altri piani e con le politiche regionali del settore. Su questo si misura l’aspetto più carente della politica regionale” Per il vicepresidente della IV commissione consiliare “servono controlli seri e periodici ed una buona dose di flessibilità, perché sulla semplificazione qualcosa è stato fatto con la riduzione delle misure, ma molto ancora resta da fare. In particolare, occorre intervenire sulle tempistiche e sulla burocrazia che gravano sulle aziende dal momento della pubblicazione dei bandi a quello dell’effettiva erogazione dei fondi.” VENEZIA Si è aperto oggi il consiglio regionale per l’approvazione della programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, il Programma di sviluppo rurale, il Fondo sociale europeo ed il Fondo per lo sviluppo regionale, che valgono oltre 3 miliari di euro. Relatore di minoranza del Psr è stato il vicepresidente della IV commissione Graziano Azzalin, che ne ha evidenziato pregi e difetti: “Concordo con il presidente Bendinelli – ha detto – che ha presentato questo piano come una grande occasione. Perché stiamo di parlando di 1,184 miliardi di euro a disposizione fino al 2020. Soldi veri, non virtuali promesse ‘salvo disponibilità di cassa’: l’obbligo, dunque, è quello di sfruttarli bene, ma anche di far sì che si integrino con gli altri piani e con le politiche regionali del settore. Su questo si misura l’aspetto più carente della politica regionale, perché spesso assistiamo a una sommatoria di problemi e provvedimenti senza una convincente visione complessiva e di prospettiva. Molte riforme, come quella degli enti strumentali, sono rimaste al palo, per altre leggi mancano ancora i decreti attuativi, vedi agriturismi, mentre la centralità data all’impresa agricola non deve far dimenticare l’importanza dell’intero sistema rurale. Anche per questo, è necessario ripensare alla riorganizzazione dei Gal. Si pensi anche alla grave inadempienza riguardo ai piani di gestione delle aree della Rete Natura 2000, che riguardano il 23% del territorio veneto e per le quali non sono stati stanziati fondi proprio a causa della mancanza dei piani di gestione”. “Reputo positivo – ha concluso la sua relazione Azzalin – quanto è stato deciso per l’inserimento giovanile, che è un aspetto fondamentale per dare un futuro alla nostra agricoltura, qualcosa in più forse andava fatto sulla diversificazione e sulla redditività nel suo complesso. Tuttavia, per dare un giudizio esaustivo su questo piano è quindi opportuno da un lato cercare di emendare alcune criticità che rimangono in sospeso e che hanno avuto solo una parziale risposta dalla precedente programmazione, dall’altro valutarlo nella sua applicazione sul raggiungimento degli obiettivi prefissati ed indicati dall’Unione europea, per quanto riguarda, per esempio, gli aspetti economici ed occupazionali, la redditività delle aziende agricole, la salvaguardia dell’ambiente e a valorizzazione degli ecosistemi. Servono controlli seri e periodici ed una buona dose di flessibilità, perché sulla semplificazione qualcosa è stato fatto con la riduzione delle misure, ma molto ancora resta da fare. In particolare, occorre intervenire sulle tempistiche e sulla burocrazia che gravano sulle aziende dal momento della pubblicazione dei bandi a quello dell’effettiva erogazione dei fondi. Un periodo che attualmente si aggira fra i 240 ed i 300 giorni. La semplificazione è soprattutto su questi aspetti gestionali che dovrà intervenire pesantemente”
- Puppato: Strada franata ad Asolo: Zaia continua a non rispondere
“L’amministrazione comunale e i cittadini di Asolo attendono invano da cinque mesi una risposta dalla Regione in merito all’interruzione della strada che collega Pagnano con il centro in seguito a una frana avvenuta il 4 febbraio 2014 a causa delle forti piogge. Situazione inaccettabile vista la rilevanza di Asolo anche dal punto di vista turistico”. A dirlo è Laura Puppato, senatrice del Partito Democratico, che in questi giorni si sta interessando alla vicenda al fianco del sindaco Mauro Migliorini. “L’asfalto in via Foresto ha ceduto per oltre 20 metri di lunghezza. Una strada che di fatto taglia in due il Comune, provocando disagi per i circa 800 residenti di Pagnano che per raggiungere Asolo devono passare per Casonetto e che impedisce i soccorsi in caso di nuovi eventi di maltempo. Il passaggio pedonale, l’unico consentito, non è ovviamente sufficiente a garantire collegamenti e sicurezza. In questi mesi la Regione, sollecitata più volte a intervenire anche dalla passata amministrazione, non ha mai risposto. Mi chiedo cosa aspetti Luca Zaia a dare un segnale di vita”.
- Puppato: Strada franata ad Asolo: Zaia continua a non rispondere
“L’amministrazione comunale e i cittadini di Asolo attendono invano da cinque mesi una risposta dalla Regione in merito all’interruzione della strada che collega Pagnano con il centro in seguito a una frana avvenuta il 4 febbraio 2014 a causa delle forti piogge. Situazione inaccettabile vista la rilevanza di Asolo anche dal punto di vista turistico”. A dirlo è Laura Puppato, senatrice del Partito Democratico, che in questi giorni si sta interessando alla vicenda al fianco del sindaco Mauro Migliorini. “L’asfalto in via Foresto ha ceduto per oltre 20 metri di lunghezza. Una strada che di fatto taglia in due il Comune, provocando disagi per i circa 800 residenti di Pagnano che per raggiungere Asolo devono passare per Casonetto e che impedisce i soccorsi in caso di nuovi eventi di maltempo. Il passaggio pedonale, l’unico consentito, non è ovviamente sufficiente a garantire collegamenti e sicurezza. In questi mesi la Regione, sollecitata più volte a intervenire anche dalla passata amministrazione, non ha mai risposto. Mi chiedo cosa aspetti Luca Zaia a dare un segnale di vita”.
- VENETO, RUBINATO AL MINISTRO LANZETTA: “LA RIFORMA DEL TITOLO V NON AMPLI IL DIVARIO TRA LE REGIONI”
L’on. Simonetta Rubinato è intervenuta stamane all’incontro svoltosi a Preganziol tra gli amministratori trevigiani e il ministro per gli Affari regionali, Carmela Lanzetta. Prendendo la parola, la parlamentare ha manifestato “preoccupazione sul fatto che, senza adeguati correttivi, la riforma del Titolo V della Costituzione ampli il divario tra Regioni ordinarie, da un lato, e Regioni speciali e Province autonome confinanti con il Veneto, dall’altro”. “Fino all’adeguamento dei rispettivi statuti – ha avvertito l’o. Rubinato – si prevede infatti che tutta la riforma sia inapplicabile alle Regioni a statuto speciale e alle Province autonome, mentre tutte le Regioni ordinarie, senza distinzione tra virtuose e non, vedono ridursi le proprie competenze, con una ventina di materie che tornano alla potestà legislativa statale, con il conseguente rischio di una dilatazione enorme del potere della burocrazia centrale”. Mentre le Province di Trento e Bolzano hanno portato a casa nell’ultima legge di stabilità la piena autonomia del sistema tributario locale, per il Veneto, ricorda Simonetta Rubinato: “la riforma comporterebbe l’inclusione di tale materia tra quelle di competenza esclusiva statale, di fatto azzerando la possibilità per la nostra Regione di attuare meccanismi fiscali a sostegno della competitività del nostro territorio, a differenza di quanto la specialità sta consentendo ad es. al sistema tributario trentino calmierando l’eccessivo peso dei tributi statali. Occorre pertanto che nella riforma sia prevista la possibilità per le regioni ordinarie che dimostrano adeguati indici di virtuosità come il Veneto di conseguire una vera autonomia differenziata attraverso una negoziazione con lo Stato, attuando finalmente i principi costituzionali di sussidiarietà, responsabilità e di eguaglianza, anche attraverso l’applicazione dei fabbisogni standard pure alle regioni speciali”.
- RINNOVABILI. Roger De Menech interroga il Ministero: “Chi costruisce gli impianti chiede trasparenza
Imprenditori senza certezza sugli incentivi Roma, 2 luglio 2014 _ Quanti sono i fondi ancora oggi disponibili per gli incentivi per le rinnovabili diverse da fotovoltaico? Roger De Menech (Pd) ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione al Ministero dello Sviluppo Economico. Il deputato chiede poi di far sapere agli imprenditori se avranno accesso agli incentivi previsti prima dell’avvio dei lavori di costruzione dell’impianto e non a chiusura dei cantieri. “Per il 2014 ci sono 5,8 miliardi di incentivi per la costruzione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti diverse dal fotovoltaico”, spiega il parlamentare. Il Gestore dei Servizi Energetici, GSE Spa, è obbligato ad aggiornare e pubblicare mensilmente il costo indicativo cumulato degli incentivi alle fonti rinnovabili. La pubblicazione è utile agli imprenditori che desiderano costruire e allacciare nuovi impianti per sapere quante sono le risorse ancora disponibili. “Il contatore sul sito di GSE è fermo da mesi al 28 febbraio 2014”, riporta De Menech, “quindi nessuno è in grado di conoscere se ci siano dei fondi residui o meno. La mia azione tende semplicemente a mettere in condizioni di decidere gli imprenditori che operano nel settore delle energie rinnovabili”. Scopo simile ha la richiesta al Mise di comunicare l’approvazione degli incentivi prima che vengano realizzati gli impianti, non una volta terminati. “Anche qui si tratta solo di avere un po’ di buon senso”, afferma De Menech. “Attualmente la norma dice che gli incentivi si possono richiedere solo dopo aver allacciato l’impianto alla rete. Ma quell’impianto costa decine e a volte centinaia di migliaia di euro. Chi oggi ha la concreta possibilità di rischiare somme così consistenti senza avere alcun ritorno? Inoltre, è necessario scongiurare l’apertura di cantieri che successivamente potrebbero essere abbandonati per mancanza di risorse necessarie per completare i lavori”. Per scongiurare l’abbandono dei cantieri e ingenti danni finanziari alle imprese che stanno realizzando gli impianti De Menech chiede al Ministero che gli investimenti oggetto dell’incentivazione “siano determinati prima dell’inizio della posa in opera al fine di scongiurare l’apertura di cantieri che successivamente saranno abbandonati per mancanza di risorse necessarie per completare i lavori”. Link correlati http://www.gse.it/it/Pages/default.aspx
- Femminicidio, Murer: “No ai criteri di riparto del Fondo antiviolenza. Più spazi ai Centri indipende
ROMA. (1 LUG).“No a criteri di riparto dei fondi per le iniziative contro la violenza di genere, così come sono stati indicati dal Dipartimento delle Pari Opportunità alla Conferenza Stato- Regioni. Il Governo modifichi quello schema di decreto. Vanno, innanzitutto, sostenuti i centri e le case rifugio indipendenti e già attivi sui territori, quelli che vengono tenuti aperti, da anni, grazie al lavoro dei volontari e che sono, da sempre, l’unico riferimento per donne che subiscono violenze”. Lo dichiara Delia Murer, deputata Pd, componente della commissione Affari sociali della Camera, a proposito delle modalità di riparto dei 17 milioni di euro stanziati dalla legge 119/2013 (“femminicidio”) fissati nei giorni scorsi dal Dipartimento delle Pari Opportunità, che ha presentato un primo schema di Dpcm. Le risorse, secondo l’atto presentato alla Conferenza Stato-Regioni, sono così ripartite: più di 5 milioni destinati alla creazione di nuovi centri antiviolenza e case rifugio, circa 9 milioni al finanziamento aggiuntivo di interventi regionali e circa 2,26 milioni ripartito in parti uguali tra i centri antiviolenza e le case rifugio già esistenti, pubblici e privati. Per gli storici Centri antiviolenza e per le Case rifugio già attive (circa 350), quindi, ci sarebbe un finanziamento medio di 3mila euro l’anno ciascuno per i prossimi due anni. “Con questi soldi – dice la deputata Murer- , le attività storiche faranno fatica perfino a pagare le sole utenze mentre una quantità significativa di risorse viene indirizzata verso azioni delle Regioni, tutte ancora da scrivere, dai contorni non ben definiti, che rischiano di essere improvvisate e che possono essere troppo legate ai livelli istituzionali laddove, invece, vanno sostenute le reti indipendenti. Il Governo deve intervenire rapidamente per cambiare completamente l’approccio: è giusto finanziare anche nuovi interventi ma riservando a questi una percentuale minore del finanziamento. Gran parte delle risorse deve servire a sostenere, consolidare, implementare le attività già sperimentate con successo sui territori, radicate nel sapere e nel metodo, operative da anni, associate alle reti nazionali, che hanno consentito già a moltissime donne di ritrovare una strada, di ricostruirsi un’autonomia, di salvarsi la vita”.
- Puppato: "Sui partner di Enel rivelazioni agghiaccianti, si faccia chiarezza immediatamente&quo
“Ho colto le notizie rivelate da Grennpeace e rilanciate dailfattoquotidiano.it con grande inquietudine, è necessario che Enel faccia chiarezza immediatamente sui rapporti che ha con Drummond e Prodecco e interrompa eventuali contratti commerciali con chi non garantisce i diritti umani dei lavoratori, arrivando a torture e assassinii contro l’attività sindacale” così Laura Puppato dopo le rivelazioni del rapporto di Somo commissionato da Greenpeace. “Il rapporto non lascia adito a molti dubbi e appare che, seppure indirettamente – per il tramite di cospicue forniture -, Enel finanzi i due colossi estrattivi, di fatto in correità con i loro delinquenziali comportamenti. La situazione va valutata con la massima attenzione e predisporrò un’interrogazione al Ministro Guidi nei prossimi giorni. Se il contenuto del rapporto sarà confermato, l’Italia non potrà accettare che un impresa pubblica come Enel si macchi del sangue dei minatori colombiani, in sfregio ad ogni tutela dei diritti umani e dei codici etici approvati in Enel” ha spiegato ancora la senatrice “Enel è proprietà dei cittadini italiani e non può dunque agire in spregio ad ogni considerazione etico-morale, né può agire senza un effettivo controllo dei suoi partner commerciali”. “Il problema è però anche a monte, le risorse energetiche di origine fossile, come il carbone, producono una corsa ad accaparrarsi gli ultimi bacini, gare in cui la qualità ambientale e la dignità della vita umana sono percepibili come ostacoli, prima o poi qualcuno supera il confine tra il lecito e l’illecito, profittando della illegalità e disperazione che esiste in Paesi poveri dove le istituzioni non sono in grado di controllare nulla, tantomeno le multinazionali” ha aggiunto, concludendo: “La nuova governance di Enel deve impegnarsi in un progressivo, rapido, passaggio alle fonti rinnovabili, investendo nella ricerca che permetta l’accumulo e nella realizzazione delle reti necessarie, liberandoci da quella che lo stesso Presidente Obama ha definito schiavitù dal petrolio e dal carbone, garantendo al contempo che finché ciò non sarà pienamente realizzato, l’energia che arriva nelle case degli Italiani sia pulita almeno dal punto di vista etico”
- Puppato: “Garantire sicurezza idrogeologica nella Bassa Padovana"
“Ho scritto, assieme alle colleghe Rubinato, Rota e Narduolo, una lettera al Ministro Galletti e al Presidente Zaia perché prendano in esame la situazione del Consorzio di bonifica Adige Euganeo e lo sostengano economicamente al fine di garantire la sicurezza e gli interventi di ripristino idrogeologico necessari al territorio della Bassa Padovana, una delle aree più colpite da fenomeni alluvionali degli ultimi anni” lo afferma Laura Puppato. “Parlando con chi gestisce il Consorzio ho potuto vedere una situazione paradossale, con opere realizzate e mai pagate dalla regione per circa 11 milioni di euro. E’ chiaro che un certo rigore economico sia fondamentale, ma qui si rischia di ottenere l’effetto contrario, se il Consorzio non potrà proseguire l’opera di messa in sicurezza del territorio, i danni saranno via via più ingenti ogni volta che pioverà e per non spendere qualcosa in più in opere strutturali ora, finiremo per pagare cifre nettamente superiori nelle situazioni in cui la quantità di pioggia non troverà adeguato assorbimento” ha spiegato la senatrice, concludendo: “E’ un’area che è già stata colpita duramente e dove la crisi economica ha lasciato ancora ferite aperte, l’instabilità del Bacchiglione e altri fiumi, oltre che mettere a rischio l’integrità delle persone, mette molte aziende nell’impossibilità di ripartire, per questo abbiamo chiesto al Ministro di considerare la condizione di eccezionalità della situazione in Bassa Padovana e provvedere con un provvedimento economico ad hoc”
- VENETO, DEPUTATI PD CHIEDONO AL MINISTRO GIANNINI DI NOMINARE IL DIRETTORE DELL’UFFICIO SCOLASTICO
Con un’interrogazione depositata ieri alla Camera, i deputati veneti del Pd, Rubinato, Ginato, Moretto, Rotta e Miotto, chiedono che il Ministro dell’istruzione provveda al più presto alla nomina del direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale del Veneto. Dopo che il 30 aprile scorso, il vicedirettore Gianna Marisa Miola è andata in pensione, l’ufficio è rimasto senza legale rappresentante, visto che già nel 2011 aveva dovuto rinunciare alla figura del direttore per il trasferimento a Roma di Carmela Palumbo, nominata direttore generale della direzione per gli ordinamenti scolastici e l’autonomia scolastica. “La situazione che si è venuta a creare – commenta Simonetta Rubinato, promotrice dell’interrogazione – è di estrema criticità per una regione che una rilevante popolazione scolastica e che si è sempre distinta per gli ottimi risultati raggiunti. La mancanza di una figura apicale sta inoltre creando notevole disagio al mondo della scuola veneta e potrebbe compromettere anche il corretto avvio del prossimo anno scolastico nonché il futuro di molti giovani docenti che attendono un’occupazione”. Tra gli effetti della situazione di incertezza creatasi vi è infatti anche l’impossibilità di sottoscrivere i contratti di lavoro dei docenti (circa 18 mila nel Veneto) che, a seguito dell’ultimo concorso, dovrebbero entrare in ruolo. “Per tale motivo – concludono i parlamentari Pd sottoscrittori dell’interrogazione – riteniamo urgente che il ministro Stefania Giannini provvede con sollecitudine alla nomina della figura del direttore generale per garantire piena operatività all’Ufficio scolastico regionale in questi mesi in cui si mettono le basi per una efficiente programmazione del prossimo anno scolastico”.
- Puppato: “Bitonci, dal Dio Po a crociato, una farsa infinita”
“Bitonci avrebbe dovuto leggere il libretto su cui ha giurato, prima a Cittadella e ora a Padova, si intitola Costituzione e all’articolo 8 sancisce l’uguaglianza di tutte le fedi e la possibilità che esse si organizzino secondo le proprie regole, se non in contrasto con le leggi italiane” così Laura Puppato interviene sulla volontà manifestata dal neo-Sindaco di Padova di proibire le preghiere per il Ramadam a partire dal 2015 nelle palestre che aveva concesso l’amministrazione precedente. “Siamo alle solite, è una gara fatta solo per raggiungere il maggior numero di titoli sui giornali, azioni spot per alimentare una parte dell’elettorato che si nutre di paura del diverso e del nuovo, è un peccato che ciò avvenga da parte di un amministratore giovane che voleva segnare il cambiamento della città” ha spiegato la senatrice, continuando: “ormai da decenni la Chiesa Cattolica cerca il dialogo e il confronto con le altre fedi e Papa Francesco è il simbolo di una fede che non giudica, ma cerca di capire e comprendere le necessità di questo mondo sempre più globalizzato e in cerca di risposte; è davvero ridicolo che dalla politica partino invece crociate degne del Medioevo”. “Non è un’azione che i cattolici possano approvare, è semplicemente una farsa che strumentalizza la fede di molte persone. Gli stessi che oggi vogliono appendere crocifissi ad ogni muro, ieri adoravano il Dio Po, un’infinita pagliacciata e caduta di stile alla ricerca di un facile consenso, ma non credo che Padova, città per sua natura, universitaria ed economica, aperta al mondo, cascherà in questa spirale di odio e spettacolarizzazione della religione” ha infine concluso.


