Il Consiglio veneto ha approvato all'unanimità il provvedimento proposto dalla capogruppo PD, Vanessa Camani
“La politica veneta non si è girata dall’altra parte. Ma in modo plurale ha deciso di dare da oggi in poi un contributo concreto nella battaglia contro le violenze sulle donne. Un passo in avanti importante, per una rivoluzione culturale che coinvolge tutti”. Il commento è della proponente del progetto di legge per l’istituzione dell’Osservatorio regionale contro la violenza sulle donne e capogruppo del Partito Democratico, Vanessa Camani.
Il provvedimento è stato approvato all’unanimità dall’aula di Palazzo Ferro-Fini il 19 novembre. Una decisione trasversale, che rappresenta una risposta alle mille domande angoscianti scaturite dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin. Personalmente, - osserva Camani - "quella vicenda mi ha posto di fronte al dilemma su cosa le istituzioni potessero fare per capire in profondità il fenomeno ed agire concretamente, in modo efficace, per sconfiggerlo. Ne è scaturita questa proposta, basata sul convincimento che la violenza di genere nasca da dinamiche sociali e culturali che riguardano tutti e possono colpire tutti. Come lo stesso Gino Cecchettin, padre di Giulia, insegna, non deve essere una guerra di donne contro uomini, e non deve diventare terreno per distinzioni politiche fuori luogo. Ma un percorso da fare assieme. Esattamente ciò che questo Consiglio regionale ha dimostrato di saper fare attorno a questo progetto di legge”.
“E non dobbiamo avere paura di parlare di patriarcato – ha proseguito Camani – ma riconoscere che esistono e permangono nella nostra società quei pregiudizi radicati che generano la violenza sulle donne. Uccise, violate, fatte oggetto di soprusi perché considerate colpevoli di aver sovvertito gerarchie o di non aver rispettato delle regole di ruolo. Una mentalità non si cancella solo per via legislativa, ma l’Osservatorio che viene introdotto con questa legge consente di dotarci di strumenti conoscitivi ed operativi che possono produrre un cambiamento. Pertanto, ho presentato un emendamento che prevede l’indicazione di un Presidente onorario, possibilità alla quale tutto i capigruppo hanno risposto indicando Gino Cecchettin per questo ruolo: Credo che la sua presenza all’interno dell’istituzione sia indispensabile e preziosa. Come ha ricordato la relatrice del provvedimento, la consigliera dem Chiara Luisetto ‘l’Osservatorio sarà luogo nel quale realizzare un costante monitoraggio, attraverso la raccolta, l’elaborazione e lo studio dei dati forniti dai Centri antiviolenza presenti sul territorio, dai servizi territoriali e da altri soggetti pubblici e privati coinvolti nella rete antiviolenza. Sarà composto da cinque personalità con comprovata esperienza nel settore, di nomina consiliare, e avrà il compito anche di indicare proposte legislative ed organizzative alla Giunta e al Consiglio regionale. Con l’obiettivo di predisporre un piano strategico ad ampio raggio, con politiche integrate tra settori diversi, da quello del sociale al mondo del lavoro, della cultura e dell’istruzione’.
Luisetto ha quindi ricordato i numeri del fenomeno: ‘Secondo l’ultimo rapporto del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, dal primo gennaio al 18 dicembre del 2023 sono state 115 le donne vittime di omicidio. Di queste, 94 sono state uccise in ambito familiare o affettivo e 61 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner. Con specifico riferimento alla Regione del Veneto, gli omicidi commessi in ambito familiare e affettivo che riguardano vittime di sesso femminile nel corso del 2022 sono stati 12, a fronte di un totale di 18, e quelli commessi dal partner o ex partner sono stati 8. Cifre che indiscutibilmente richiedono quel monitoraggio costante e quel lavoro di proposta che attraverso l’Osservatorio sarà possibile attuare’”.