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Ospedali di comunità, Rotta, Zardini, Dal Moro: la Regione tradisce il suo piano sanitario

I deputati veronesi chiedono l’intervento del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin

I deputati Alessia Rotta, Diego Zardini e Gianni Dal Moro hanno depositato un’interrogazione diretta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin per chiedere che si faccia chiarezza sulla situazione degli ospedali di comunità della provincia di Verona, che vivono un profondo disagio causato dalla mancata attuazione della parte del piano sanitario regionale sulla medicina territoriale. A fronte del taglio stabilito dalla Giunta Zaia dei posti letto per acuti, il piano prevedeva il potenziamento dell’assistenza territoriale, invece – denunciano i deputati – non solo non c’è stato alcun potenziamento ma la situazione è addirittura peggiorata. La Regione Veneto con la delibera del 6 aprile 2017 per gli ospedali di comunità e le unità riabilitative territoriali, ha modificato il profilo assistenziale ed economico delle prestazioni mediche e superato la sospensione del rilascio di nuovi accreditamenti prevista dalla stessa Regione a fine 2016. Sempre la Regione aveva annunciato l’apertura di 50 nuovi posti letto a Isola della Scala, da destinare ad ospedale di comunità. Ma è la Regione stessa a tradire il suo piano sanitario con la decisione di qualche giorno fa di chiudere 10 posti letto di ospedale di comunità operativi all’ospedale di Villafranca, chiusura che segue quella già decisa per Caprino. Decisioni che nei fatti annullano la programmazione prevista senza che ci sia stato alcun passaggio di modifica e di parere obbligatorio della competente commissione consiliare. A ciò si aggiunge la volontà di autorizzare 26 nuovi posti letto al Centro Servizi Pederzoli, senza oneri aggiuntivi per l’Ulss, su cui anche i sindacati hanno espresso preoccupazione circa il pagamento degli stessi servizi e le condizioni dei lavoratori impiegati nel Centro. Tali scelte, che ci lasciano sorpresi e preoccupati, ricadono direttamente sulle famiglie, che in assenza di adeguati servizi sono costretti a ricorrere a soggetti privati per tutte le necessità legate all’assistenza e alla cura delle cronicità, dovendo affrontare i relativi costi. La Regione non può spogliare i territori dei servizi di assistenza, per questo – concludono i deputati – abbiamo chiesto al ministero di fare chiarezza sull’attuale situazione determinata dalla politica regionale, che riteniamo essere lesiva per il diritto alla salute dei cittadini, sancito dalla nostra Costituzione.

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