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Manildo: «Il Veneto penultimo per medici di base»

Aggiornamento: 9 ore fa

Così la Lega ha smantellato la sanità pubblica


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«Il diritto alla salute non è un privilegio, è la base della nostra convivenza. Ma oggi in Veneto troppe persone rinunciano a curarsi perché non trovano un medico o devono aspettare mesi per una visita. È una ferita profonda nella nostra comunità».


Così Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, commenta i dati diffusi da Agenas, secondo cui il Veneto è penultimo in Italia per numero di medici di base in rapporto ai cittadini assistiti, con appena 0,67 medici ogni mille abitanti. Peggio fa solo la Lombardia.


«È il risultato di scelte sbagliate e di anni di tagli – continua Manildo –. La Regione ha deciso di non finanziare abbastanza le borse di formazione per i medici di famiglia, e oggi paghiamo quel prezzo: intere comunità senza medico, pronto soccorso in difficoltà, liste d’attesa infinite. La sanità veneta, un tempo modello, è in affanno».


I numeri che Manildo snocciola parlano chiaro: sette cittadini su dieci giudicano peggiorato il sistema sanitario, decine di migliaia di persone rinunciano ogni anno alle cure e la spesa privata è salita a 847 euro a persona, 110 in più della media nazionale.


«È così che si erode il principio di uguaglianza, trasformando la salute in un bene per pochi. E il paradosso è che oggi Alberto Stefani dice che la sanità deve cambiare marcia, mentre allo stesso tempo si proclama erede di Zaia e ne elogia il governo. O ci sono problemi e si riconoscono le responsabilità della Lega negli ultimi quindici anni, oppure va tutto benissimo. Delle due, l’una».


Manildo ribadisce la sua contrarietà al cosiddetto “modello lombardo” di privatizzazione: «Il centrodestra vuole spingere ancora di più in quella direzione, lo hanno confermato anche in queste settimane. Noi faremo l’opposto. Rimetteremo la persona al centro e restituiremo dignità alla sanità pubblica».

Il programma del candidato del centrosinistra unito prevede alcune misure chiave:

  • un piano straordinario di assunzioni di medici, infermieri e operatori sociosanitari;

  • case di comunità dotate di personale;

  • un tavolo permanente della sanità veneta con professionisti e sindacati per programmare risorse e personale;

  • più attenzione alla salute mentale e alla figura dello psicologo di base;

  • investimenti nella sicurezza degli ospedali e nella valorizzazione del personale.


«La sanità è la prima emergenza del Veneto. Tutte le risorse necessarie andranno qui: alla salute delle persone – conclude Manildo –. Dimostreremo la nostra determinazione indicando prima del voto il nome della persona che chiameremo a guidare la sanità veneta: una figura autorevole, competente, fuori da ogni logica spartitoria. Perché la salute dei veneti viene prima di tutto».


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