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- Nucleare, Martella: «Arma di distrazione di massa su fallimento centrodestra a Venezia»
«La proposta di una centrale nucleare a Marghera è un'arma di distrazione di massa sul fallimento dell'amministrazione Brugnaro a pochi km dalla Basilica di San Marco, a ridosso di un centro abitato e per di più in un ambiente unico come la laguna. Il dibattito sul nucleare, sia in Veneto sia in tutta Italia, è al momento solo retorico e lontano da risultati concreti. Sia per quanto riguarda la fusione, tecnologia innovativa e interessante su cui sono al lavoro anche tanti centri di ricerca veneti e nazionali, sia per il nucleare di IV generazione ancora in fase sperimentale. In poche parole se fosse la cosa giusta la vedremo tra decenni. Ma il nucleare non lo è nemmeno da un punto di vista economico per le nostre bollette: se è infatti vero che molti paesi hanno importanti quote di energia elettrica prodotta per via nucleare, non è vero che stiano allestendo un rilancio significativo di questa fonte. Questo non perché sia stata fermata – come in Italia, Austria, Svezia – da referendum, né solo per motivazioni legate alla sicurezza degli impianti e del ciclo nucleare, ma per i costi. La struttura dei costi del kilowattora nucleare è infatti particolare rispetto a quello di altre fonti. Incide molto la costruzione degli impianti, relativamente poco la gestione e il costo del combustibile, tantissimo lo smantellamento e la chiusura del ciclo, con la messa in sicurezza delle scorie. Il solo impianto non definitivo per le scorie ad alta attività in costruzione in Francia, a Bure, costa oltre 15 miliardi di euro. E nel nostro Paese manca ancora il deposito nazionale e non è stata assunta alcun decisione circa la sua collocazione. La strada maestra è, al contrario, segnata dalle rinnovabili per ridurre emissioni e garantirci vera indipendenza energetica. È poi inaccettabile che Marghera venga considerata, ancora una volta in modo estemporaneo, un ‘sito-discarica’ dove collocare tutto ciò che è pericoloso e sgradito. Il suo futuro passa invece per un rilancio vero delle attività produttive, come previsto dai piani della ZLS, e del lavoro con tecnologie che guardano al futuro. Oltre ad essere un ottimo sito per grandi impianti di fotovoltaico con i relative centrali per l'idrogeno verde. Progetti veramente green, non inquinanti, tecnologicamente avanzati e che abbassano le bollette di cittadini e imprese». Lo afferma il senatore e segretario regionale del PD Veneto, Andrea Martella.
- Autonomia, a Brescia assemblea congiunta del Pd Piemonte, Lombardia e Veneto
Oggi dalle 9.30, le Assemblee regionali del Partito Democratico di Veneto, Lombardia e Piemonte si incontreranno a Brescia per affrontare il tema dell'autonomia. L’evento sarà un'occasione di confronto e dibattito sul referendum abrogativo contro la legge Calderoli, che riguarda il riordino delle autonomie locali e che ha sollevato preoccupazioni per le sue conseguenze sul sistema costituzionale del Paese. Il Pd si oppone a una riforma che compromette la capacità dello Stato di garantire servizi essenziali a tutti i cittadini, che danneggia la competitività e aumenta la burocrazia, che lascia soli gli enti locali, rende ingestibile e spacca l’Italia. Nel corso dell’appuntamento continueremo la discussione per un modello di autonomia cooperativa, che preveda il rafforzamento della rappresentanza delle autonomie locali in Parlamento, una revisione e una razionale attuazione del Titolo V della Costituzione. Per attribuire alla competenza statale materie cruciali come la scuola, l'energia, le grandi reti di trasporto, un decentramento delle funzioni agli enti territoriali con un adeguato e solidale trasferimento delle risorse.
- Autonomia, sabato a Brescia assemblea congiunta del Pd di Veneto, Lombardia e Piemonte
Martella: «Sì ad un modello cooperativo, no alla legge Calderoli. Da Zaia solita enfasi comunicativa personale per coprire i problemi» Sabato 19 ottobre, a partire dalle 9.30, le Assemblee regionali del Partito Democratico di Veneto, Lombardia e Piemonte si incontreranno a Brescia per affrontare il tema dell'autonomia. «L’evento - spiega il segretario regionale dem, Andrea Martella - sarà un'occasione di confronto e dibattito sul referendum abrogativo contro la legge Calderoli, che riguarda il riordino delle autonomie locali e che ha sollevato preoccupazioni per le sue conseguenze sul sistema costituzionale del Paese. Ci opponiamo a una riforma che compromette la capacità dello Stato di garantire servizi essenziali a tutti i cittadini, che danneggia la competitività e aumenta la burocrazia, che lascia soli gli enti locali, rende ingestibile e spacca l’Italia". «Nel corso dell’appuntamento continueremo la discussione per un modello di autonomia cooperativa, che preveda il rafforzamento della rappresentanza delle autonomie locali in Parlamento, una revisione e una razionale attuazione del Titolo V della Costituzione. Per attribuire alla competenza statale materie cruciali come la scuola, l'energia, le grandi reti di trasporto, un decentramento delle funzioni agli enti territoriali con un adeguato e solidale trasferimento delle risorse». E, in merito agli sviluppi del dibattito in chiave veneta, Martella annota che «Zaia procede con la solita enfasi comunicativa personale per coprire i problemi, anche alla luce del dossier di 90 pagine che, all'indomani della seduta del Consiglio regionale, ha voluto far trapelare all'esterno. Il percorso intrapreso con la legge Calderoli si avvia lungo un binario di impraticabilità dal punto di vista economico e giuridico. E politicamente non trova la piena e convinta condivisione delle forze del centrodestra. Non solo: la battaglia di Zaia per l'autonomia appare sempre più solitaria e viaggia in parallelo a quella dell'ottenimento del suo terzo, o meglio quarto, mandato. Ma, andando in giro per il Veneto, si parla poco di tutto questo: l'attenzione e la preoccupazione dei cittadini è rivolta alle difficoltà nel ricevere cure sanitarie, all'aumento del costo della vita e alle tante crisi aziendali che stanno colpendo la nostra regione. Insomma, il divario tra ambizione personale e realtà è abissale».
- Autonomia, Pd: "Una presa in giro per coprire i fallimenti"
Camani: “Da Zaia propaganda spiccia e parole vuote, a testimonianza che questa riforma non farà nulla per aiutare i veneti” “Dal presidente Zaia ci aspettavamo un intervento di ben altro tenore, non una retorica celebrazione di un percorso raccontato come eroica battaglia personale. Avremmo voluto sapere come l’autonomia può concretamente essere utile al Veneto e soprattutto ai cittadini veneti. Nulla di tutto ciò è stato detto, a testimonianza della debolezza di questa proposta, utilizzata come una bandiera per continuare la campagna elettorale permanente”. A dirlo, in occasione del dibattito in Consiglio regionale sul percorso istituzionale relativo all’autonomia differenziata, la capogruppo del Partito Democratico, Vanessa Camani . “La legge Calderoli è un provvedimento fortemente divisivo, che ha spaccato l’opinione pubblica, il Parlamento e la stessa maggioranza di governo, innescando un conflitto inedito tra i presidenti di Regione, cosa mai vista nella storia istituzionale del Paese. Una legge che ha sollevato perplessità persino da parte della Cei, alla quale Zaia ha replicato in modo imbarazzante, dicendo che i vescovi non hanno capito e che sarebbe stato lui a spiegargli tutto. Ma soprattutto - ha proseguito Camani – la legge Calderoli smentisce i pilastri della retorica autonomista propagandata in questi anni. Perché da un lato non prevede alcuna forma di trattenimento dei nove decimi delle del gettito fiscale e, contemporaneamente, smonta e rende impraticabile il riconoscimento della competenze sull’ampio fronte delle 23 materie. Questo per l’evidente impossibilità di intervenire in ambiti ad alto interesse nazionale, come le infrastrutture strategiche e le politiche energetiche”. “E dunque cosa resta? Sulle nove materie che rimangono sul tavolo delle trattative, alcune sono irricevibili. A dirlo sono gli stessi ministri dell’attuale governo, da Musumeci a Piantedosi, perché incrociano il tema della sicurezza nazionale e della politica estera, competenze esclusive dello Stato. Avevamo chiesto – sottolinea Camani - i dossier relativi alle richieste riguardanti queste materie e in cambio abbiamo ricevuto una serie di schedine che non dicono nulla. Per caso la grande rivoluzione autonomista sarebbe l’organizzazione delle manifestazioni fieristiche? A testimonianza che questa autonomia è un modo con il quale prendere in giro i veneti e coprire i fallimenti di questo governo regionale, dalle borse di studio, ai trasporti, alla sanità. C’è una distanza enorme tra il rappresentare e governare. E malgrado il 77% di consensi ottenuto, Zaia si dimostra incapace di governare”, conclude Camani. L'intervento della capogruppo Vanessa Camani
- Berco, Martella e Manca: «Governo attivi tavolo di crisi»
Interrogazione dei senatori del Pd al ministro delle Imprese e del Made in Italy «Il Ministro delle imprese e del made in Italy apra il tavolo di crisi per l’azienda Berco». Lo chiedono i senatori Andrea Martella e Daniele Manca in un’interrogazione depositata oggi. «L’azienda Berco, operante nel settore della fabbricazione di componenti e sistemi sottocarro per macchine movimento terra cingolate e facente parte dal 1999 del gruppo tedesco Thyssen-krupp», spiegano i senatori, «ha annunciato la scorsa settimana di voler operare una revisione del contratto integrativo e di intraprendere un piano di esuberi per 550 dipendenti». Il piano riguarda i due stabilimenti di Copparo nel Ferrarese e Castelfranco Veneto, interessando rispettivamente 480 su 1.200 dipendenti a Copparo e 70 su 150 dipendenti a Castelfranco Veneto. «Da anni il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori dei due stabilimenti Berco è oggetto di attenzione da parte delle istituzioni locali e delle forze sindacali a seguito dei costanti ridimensionamenti voluti dall’azienda», ricordano Martella e Manca. Le parti sindacali «hanno richiesto l’attivazione urgente un tavolo di crisi presso il Ministero» e con l’interrogazione si sollecita il ministro ad aprire tempestivamente una fase di confronto tra le parti per il mantenimento delle produzioni e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali in entrambe le unità produttive e quali misure intenda adottare, nell’ambito delle proprie prerogative e competenze, al fine di favorire la valorizzazione e il rilancio produttivo ed occupazionale». Per dimensione e storia, concludono i senatori, «i due stabilimenti rappresentano un importante presidio industriale e occupazionale per le comunità interessate e per il contesto produttivo».
- Carceri, Martella: «Situazione esplosiva in Veneto. Subito interventi al Santa Maria Maggiore»
« Dopo il suicidio di un detenuto al Santa Maria maggiore di Venezia, a inizio ottobre c'è stato l'ennesimo suicidio, questa volta a Vicenza. Secondo l'ultimo report del garante dei detenuti, i detenuti suicidi sono già 72 dall'inizio dell'anno, un dato in crescita rispetto al 2023. Il sovraffollamento delle carceri in Veneto è del 160%. La casa circondariale di Venezia versa in condizioni drammatiche, nonostante gli sforzi e l'iniziativa encomiabili della direzione, degli agenti e degli operatori. Sul Santa Maria Maggiore chiediamo interventi immediati per migliorare la qualità della vita della popolazione carceraria e per gli operatori. E lo chiediamo a un governo che con il 'decreto carceri' non ha risolto i problemi e che con il massiccio ideologico ricorso al diritto penale aggrava le criticità e non aiuta a risolvere i problemi». Lo ha detto nell'Aula del Senato Andrea Martella , segretario regionale del Pd Veneto illustrando l'interrogazione Dem sulle carceri. «A Santa Maria Maggiore - ha proseguito Martella - sono presenti 258 detenuti, ce ne dovrebbero essere 159. A ottobre il sovraffollamento ha superato il 161%, il secondo più alto del Veneto dopo la casa circondariale di Treviso. Il lavoro riguarda solo 70 detenuti, non sono garantiti i 3 metri quadrati calpestabili e la divisione fra adulti e giovani adulti. Antigone e Nessuno tocchi Caino segnalano lo scarso livello di manutenzione infrastrutturale e l'assenza di spazi per la socialità. Nel 2024 ci sono stati oltre cento casi di autolesionismo. I sindacati di polizia segnalano 60 'eventi critici' e decine di aggressioni ai danni del personale. La polizia penitenziaria è sotto organico, al 70%». «Un quadro davvero drammatico. Di fronte a tutto questo l'approccio securitario e panpenalista del governo peggiora la situazione. Invece di alleggerire il sovraffollamento, le carceri rischiano di esplodere. Occorre investire sul reinserimento sociale, sul fine rieducativo della pena, sul lavoro, sulla formazione, sugli organici, e questo non è tempo perso» ha concluso il parlamentare del Pd. L'intervento in aula del senatore Martella
- Vajont, «Una memoria non retorica, per non ripetere gli errori del passato»
Le parole del segretario veneto del PD nel 61° anniversario della tragedia «Sono passati 61 anni dalla tragedia del Vajont che la sera del 9 ottobre 1963 cancellò il paese di Longarone e portò devastazione a Castellavazzo, Erto e Casso. Le vittime furono 1910 in quello che sarà poi considerato dalle Nazioni Unite il primo tra i più gravi disastri causati dall’uomo ed evitabili, definendolo un ‘racconto ammonitore’. Oggi, se vogliamo dare un senso attuale e non retorico alla memoria e al rispetto per quelle vittime e per il dolore immane dei sopravvissuti, dobbiamo ribadire quanto la tutela del territorio, la difesa del suolo e la sicurezza idrogeologica siano una vera e propria emergenza nazionale. Troppo spesso, ancora oggi l’azione dell’uomo, invece di preservare il territorio, lo violenta e lo sottomette a logiche e interessi particolari, con conseguenze pesanti in termini umani, ambientali e produttivi, e molti eventi recenti, anche nel Veneto, purtroppo ne sono testimonianza. La parola chiave deve essere ‘sostenibilità’, acquisendo piena consapevolezza dei mutamenti climatici e agendo sul piano più efficace, quello della prevenzione. Perché troppe volte, in Italia, è successo che si siano commessi errori già compiuti in passato». Cosi Andrea Martella , senatore e segretario regionale del Partito democratico.
- Vanoi, Favero: «Sul no alla diga Lega arriva tardi»
Il responsabile ambiente del PD Veneto: «Siccità e piene si combattono in altro modo» «Le perplessità del presidente Zaia sulla diga del Vanoi sono tardive. Da quando l’ipotesi di una diga sul Vanoi è sembrata un’opzione concreta il Partito Democratico del Veneto, e in particolar modo il PD della Provincia di Belluno insieme a tanti comitati e cittadini oggi riuniti a manifestare a Lamon, si è subito schierato contro questo progetto che rischia di diventare un secondo Vajont. La potenziale ubicazione dello sbarramento è infatti la franosa Val Cortella: un’area che la stessa Provincia Autonoma di Trento ha indicato nella Carta di sintesi della pericolosità come di livello di rischio massimo. Per combattere siccità e piene, spesso causate dal cambiamento climatico oggi sempre più evidente in Veneto, dobbiamo costruire meno, terminare i dieci bacini di laminazione mancanti, implementare il piano “laghetti” promosso dall’ANBI-Coldiretti, rendere i nostri territori nuovamente drenanti. La montagna veneta e le sue comunità non possono più far fronte alle necessità e gli errori di una gestione del territorio sbagliata e fatta specialmente in pianura da chi governa la regione da oltre venticinque anni». Così commenta Matteo Favero , responsabile Ambiente e Infrastrutture del Pd Veneto il secco no che arriva da amministratori, comitati e cittadini da Lamon al progetto di diga sul Vanoi.
- Il Pd Veneto aderisce alla manifestazione per il diritto alla salute
Il PD Veneto aderisce alla manifestazione di sabato 28 settembre a Verona, organizzata dal comitato regionale de "La Via Maestra". Saremo in piazza per chiedere alla Regione Veneto di garantire il diritto alla salute e di dare risposte concrete ai bisogni di tutti i cittadini. In Veneto serve un sistema sanitario pubblico più forte, efficiente e accessibile, che metta fine alla privatizzazione progressiva e alla mancanza di risorse. È tempo di agire per potenziare ospedali e servizi territoriali, superare le liste d'attesa, rafforzare i servizi di emergenza e le strutture di assistenza, garantire una sanità più vicina ai territori e alle persone più fragili. Chiediamo un Piano Socio-Sanitario Regionale che metta al centro la salute dei cittadini, con investimenti veri e una gestione pubblica efficace.
- Cittadinanza, Martella (PD): «La chiusura di Zaia è contro il buon senso e le necessità del territorio»
«Zaia con le sue affermazioni su cittadinanza e ius scholae va in direzione contraria oltre che al buon senso anche alle richieste che provengono dal nostro sistema produttivo, uno dei più dinamici d'Europa. I dati della Fondazione Nordest e quelli dell'Università di Padova dicono che abbiamo bisogno di più persone, meglio se già formate. Ora il paradosso è che spendiamo risorse ingenti per far completare cicli di studi a ragazze e ragazzi al termine dei quali, invece di trattenerli e consentirgli di entrare nel mercato del lavoro, li costringiamo a 4-5 anni di attesa prima di ottenere la cittadinanza. Negli ultimi 15 anni sono andati all'estero migliaia di veneti per trovare migliori condizioni di lavoro e non abbiamo nemmeno abbozzato una risposta al fenomeno. Oltre a vedere andare via chi ha la cittadinanza, ostacoliamo chi quella cittadinanza la vorrebbe e ne avrebbe ben diritto avendo acquisito studi, cultura, lingua italiana e persino dialetto. La posizione della Lega e di Zaia sono uno schiaffo al buonsenso e alle esigenze del Veneto, oltre che all'integrazione di persone la cui unica colpa è essere figli di genitori nati all'estero. La notizia del raggiungimento del quorum nella raccolta delle firme per il referendum è il segno che le cittadine e i cittadini del nostro Paese sono più avanti di una certa politica. Una legge sulla cittadinanza è necessaria, avendo come obiettivo quello di evitare una battaglia ideologica partendo da quello che ci dice la realtà di tutti i giorni». Lo afferma il senatore Andrea Martella , segretario regionale del PD del Veneto.
- Maltempo, Martella: «Mentre Zaia se la prende con le nutrie il Veneto è sott’acqua»
«Le recenti criticità dovute al maltempo in Veneto con allagamenti e ore di apprensione, pressoché in tutte le province venete con particolari problemi nella zona di Castelfranco Veneto, dimostrano ancora una volta che la nostra regione è purtroppo impreparata al cambiamento climatico». Lo afferma il senatore Andrea Martella , segretario regionale del PD del Veneto. «Gli stati di emergenza dovuti al maltempo ormai non si contano più. I danni per imprese e famiglie nemmeno», prosegue il segretario. «Rispetto al passato il reticolo idrico minore è, anche a fronte di precipitazioni sempre più abbondanti, chiaramente inefficace a ricevere la quantità di acqua che deve accogliere con eventi meteo sempre più estremi». Ad aggravare poi la nostra situazione, «sono i terreni impermeabilizzati dal cemento», aggiunge Matteo Favero , responsabile del forum Ambiente e Infrastrutture del Pd Veneto. «Siamo, ahinoi la seconda regione in Italia per consumo di suolo. Si possono fare giustamente nuove vasche di laminazione, in questo ambito peraltro il Piave lamenta da tempo un piano di messa in sicurezza serio del medio corso del fiume, ma il problema della gestione delle piogge va affrontato con scelte chiare e radicali a cominciare da un nuovo assetto territoriale che fermi il consumo di suolo e permetta anche a fiumi e fossi di riacquistare almeno in parte le antiche aree di espansione specie durante le piene». «Possiamo prendercela con le nutrie che indeboliscono gli argini, e va segnalato che il piano regionale di contenimento di questi roditori è al palo», conclude Martella, «ma la verità è che manca oggi un piano regionale integrato e aggiornato che metta nero su bianco una nuova politica di gestione territoriale all’altezza della crisi climatica anche a costo di costruire meno».
- Mafie, Naccarato: «Dossier Libera evidenzia radicamento nel Veneto»
«Il documentato dossier Sguardo d’insieme presentato nei giorni scorsi dall'associazione Libera rappresenta un utile strumento per comprendere la profondità del radicamento mafioso in Veneto . La ricerca evidenzia le complicità e convergenza di interessi tra settori del mondo economico e gruppi criminali. Nella nostra regione i mafiosi sono stati cercati da professionisti e imprenditori locali che hanno costituito con loro società per arricchirsi, soprattutto mediante le fatturazioni per operazioni inesistenti. Attraverso tale pratica le aziende mafiose riciclano denaro proveniente da crimini, come il traffico di stupefacenti, e gli imprenditori locali ottengono vantaggi fiscali illeciti. Queste dinamiche hanno favorito la sottovalutazione del fenomeno nell’opinione pubblica e nelle istituzioni. Il lavoro di Libera ha il grande merito di descrivere con precisione le caratteristiche delle presenze mafiose in Veneto e di informare la cittadinanza con dati chiari che aiutano a promuovere momenti di riflessione e iniziative di prevenzione». Lo afferma il responsabile del forum Legalità e sicurezza del PD Veneto, Alessandro Naccarato .











