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1477 risultati trovati con una ricerca vuota

  • Zaia impedisce la rappresentanza alle donne

    L’antistorica bocciatura da parte della Lega della nostra proposta per l’inserimento della doppia preferenza di genere nel sistema elettorale regionale riporta il Veneto a un oscurantismo che pensavamo superato da secoli. L’atteggiamento della Lega rispetto alle donne è equiparabile a quella dell’Islam più conservatore. La gran parte dei paesi arabi è verso le donne più progressista di quanto lo siano i leghisti nostrani. Va detto, inoltre che dal presidente Zaia un’ingenuità tanto macroscopica non me l’aspettavo. Impedendo la partecipazione femminile alla vita pubblica, Zaia non solo rinuncia alle energie e alle idee di una parte fondamentale della società veneta, ma si erge a custode del fondamentalismo antifemminile: non mi sembra un colpo di genio. Sono fiducioso, tuttavia, nella capacità del Partito democratico di proseguire e vincere una battaglia di civiltà talmente giusta da sembrare agli occhi dei veneti persino ovvia. Le donne e gli uomini del Veneto troveranno nei nostri rappresentanti e nei nostri esponenti gli strumenti naturali per far prevalere le ragioni della modernità rispetto a un passato che ci auguriamo sia seppellito per sempre. Il segretario Roger De Menech #Donne #Zaia #doppiapreferenza #genere #islam

  • Il consiglio approva emendamento Reolon-Bond. Corretta la legge elettorale

    Belluno, 21 Gennaio 2015  I candidati al Consiglio regionale nelle province di Belluno e a Rovigo saranno 5 per ogni lista e non più 2 come è stato fino alla passata legislatura. Il consiglio regionale ha approvato l’aumento delle candidature su proposta dei consiglieri regionali Sergio Reolon e Dario Bond firmatari di un emendamento su cui anche la giunta ha espresso parere favorevole. «Con l’obbligo della parità di genere nelle liste, cioè la presenza in pari numero di candidati di sesso diverso, questa legge elettorale impone di fatto a Belluno e Rovigo dei collegi uninominali», spiega Reolon. «Era necessario correggere questa distorsione ampliando il numero dei candidati. La nuova norma offre inoltre alle forze politiche la possibilità di presentare liste maggiormente rappresentative delle diverse realtà territoriali, in particolare per il Bellunese». Alle province di Belluno e Rovigo spettano due consiglieri regionali ciascuna. Prima delle modifiche odierne, le liste di ciascun partito potevano al massimo essere composte da due persone. Con l’emendamento Reolon-Bond i candidati alla carica passano da due a cinque. L’unico rammarico, conclude il consigliere riguarda il ritiro dell’emendamento che avrebbe ampliato a tre consiglieri la rappresentanza delle due province più piccole. «Come tutti sappiamo sono due province piccole in termini di popolazione, ma molto ampie come superficie e reputo giusto inserire il parametro del territorio anche nella legge elettorale. Purtroppo ho incontrato una netta ostilità nella maggioranza e possibili strumentalizzazioni. Con senso di responsabilità ho deciso di ritirarlo». #Rovigo #Belluno #leggeelettorale #Reolon #Bond

  • Sinigaglia (PD): Zaia fa lo scaricabarile sui DG, ma il fallimento è tutto suo.

    “Zaia ammette che in questa legislatura le liste d’attesa non sono state ridotte, ma punta l’indice sui direttori generali delle Ulss, definendoli inefficaci ed incapaci. Eppure è stato lui stesso a nominarli: il fallimento è tutto suo e della sua incapacità di mettere i direttori nelle condizioni di lavorare bene. Troppo facile accentrare ogni decisione e poi scaricare sui collaboratori ogni responsabilità”. A dirlo il consigliere regionale del PD e vice presidente della Commissione sociosanitaria, Claudio Sinigaglia. Il riferimento è alle dichiarazioni del presidente del Veneto nel corso dell’inaugurazione del pronto soccorso e dell’elisoccorso a Cittadella, “che in ogni caso saranno funzionanti tra qualche mese”. “Le sue parole hanno dell’incredibile, evidentemente il frutto di una reazione isterica per non aver saputo raggiungere quello che doveva essere uno dei principali obiettivi del suo mandato. Lunedi prossimo Zaia chiamerà a rapporto i dirigenti per cercare in extremis di far funzionare meglio il sistema, ma i motivi del flop – incalza l’esponente democratico – sono ben chiari. Non ha funzionato l’apertura serale perché l’operazione che è stata fatta si è semplicemente limitata a spostare le visite dal pomeriggio o dal mattino alla sera. In più Zaia ha ridotto lo stanziamento per la specialistica ambulatoriale riducendo così le visite convenzionate e costringendo le famiglie a ricorrere alle visite a pagamento. Ed infine non ha spinto per l’acquisto di nuovi macchinari, non ha aumentato il personale addetto alla diagnostica ed ha applicato il super ticket rendendo le visite del privato meno costose di quelle del pubblico”. “Insomma le colpe di Zaia sono molteplici ed inequivocabili. L’unica cosa in cui questo presidente è imbattibile – conclude Sinigaglia – è il classico gioco dello scaricabarile: meno male che è a fine mandato. Da non rinnovare”. #Sinigaglia

  • Polo Ospedaliero di Schiavonia: l'inquietante precedente dell'ospedale di Trecenta

    Ormai non passa giorno senza che si levino voci di lamentela da parte di cittadini della Bassa Padovana nei confronti del Nuovo Polo Ospedaliero di Schiavonia, inaugurato in pompa magna da Zaia & company solo da qualche mese, eppure già al centro di numerose polemiche per il malfunzionamento e le carenze riscontrate fin da quando ha iniziato ad operare. L’ultimo a lamentarsi, in ordine di tempo, è stato il Sindaco di Este Giancarlo Piva, il quale ha giustamente fatto sue le preoccupazioni dei cittadini del territorio. Nel suo intervento è stato ricordato il precedente dell’ospedale di Trecenta, in provincia di Rovigo, la cui storia ricorda molto quanto sta succedendo a Schiavonia. Anche l’Ospedale di Trecenta, avviato nel 1996, fu costruito con l’obiettivo di razionalizzare l’offerta sanitaria del territorio – con la sua realizzazione furono chiusi quattro ospedali: Badia Polesine, Lendinara, Castelmassa e Trecenta – eppure, risultando scomodo, fuori mano e sostanzialmente scollegato dai comuni che dovrebbe servire, di fatto è tutt’ora sottoutilizzato e poco attrattivo nei confronti degli utenti del territorio che gli preferiscono quello di Rovigo. Insomma: la classica “cattedrale nel deserto”. Il che è sempre un danno, ma per un’opera costruita in project financing lo è di più, perché il canone annuo a carico della collettività da versare ai privati resta lo stesso, a prescindere dal numero di utenti e prestazioni elargite nel corso dell’anno. Il che si traduce in maggiori costi, alla faccia della tanto sbandierata razionalizzazione delle spese. Per correre ai ripari, da anni, si parla di renderlo un centro di eccellenza per la riabilitazione – in modo così da riuscire ad attrarre nuovi utenti – ma la questione appare ancora in alto mare. La sensazione è che con l’ospedale di Schiavonia, la Regione abbia ottusamente commesso gli stessi identici errori – chiamiamoli così – in cui è incappata ai tempi della realizzazione dell’ospedale di Trecenta, dando dimostrazione concreta di ciò che intendiamo quando parliamo della perniciosità e continuità del sistema Galan-Zaia. Anche l’ospedale di Schiavonia è stato costruito in project financing, anche in questo caso, con la sua realizzazione, sono stati chiusi diversi servizi sanitari nel territorio. In più, anche per l’ospedale di Schiavonia i collegamenti sono un enorme punto interrogativo (per fare un esempio: è stato solo dopo le proteste della CGIL che la Regione e la Provincia si sono accorte che mancava qualsiasi copertura da parte del sistema di Trasporto Pubblico Locale) a cui si aggiunge la perla (si fa per dire) relativa alla nuova SR10, costruita anch’essa in project financing. Una strada con una corsia per senso di marcia che dovrebbe rendere il nuovo ospedale accessibile ai cittadini del Montagnanese, ma che a quanto pare, nonostante le tante chiacchiere e la confusione (l’ultima a commettere una gaffe a tal proposito, è stata l’assessore regionale alle Infrastrutture, Maria Luisa Coppola) sarà sottoposta a pedaggio, il che è semplicemente indecente, nonché l’ennesimo schiaffo tirato in faccia ai cittadini della Bassa Padovana da parte di chi ha governato la Regione fino ad ora. Giulia Narduolo, deputata PD #GiuliaNarduolo #Narduolo #Ospedale #Schiavonia

  • PARITA’ DI GENERE – Approvata la riforma proposta dal Pd

    De Menech: «Zaia subisce l’iniziativa del Pd». Salmaso: «Passo importante per garantire pari opportunità politica alle donne» Padova, 14 Gennaio 2015 _ Grazie al Pd aumenta l’importanza delle donne nella politica regionale. Il partito democratico veneto riesce a imporre la doppia preferenza di genere all’interno della riforma elettorale regionale. Oggi la commissione Affari Istituzionali del Consiglio regionale ha approvato il progetto di legge del Pd che modifica l’articolo 20 della legge regionale 16 gennaio 2012, numero 5, “Norme per l’elezione del presidente della Giunta e del Consiglio regionale” per l’introduzione della doppia preferenza di genere nelle elezioni regionali. «Abbiamo costretto Zaia a subire l’iniziativa del Pd. Il presidente e parte della sua maggioranza hanno tentato in tutti i modi di ostacolare quella che definisco una riforma di civiltà», commenta il segretario regionale del Pd, Roger De Menech. «Però la caparbietà e le buone ragioni dei nostri consiglieri regionali sono state prevalenti rispetto ai conservatori». Per la portavoce delle Donne Democratiche venete, Raffaela Salmaso, il testo licenziato dalla commissione «è un primo importante passo per dare sostanza alla democrazia paritaria e per il riequilibrio di una situazione sbilanciata che viola il principio inderogabile di uguaglianza, solennemente sancito dagli articoli 3 e 51 della Costituzione. Il lavoro delle donne del partito e quello determinante dei Consiglieri Regionali del Pd consente di far fare un passo avanti alla nostra Regione, così come Emilia Romagna, Toscana, Sicilia e Campania, riconoscendo pari opportunità politica alle donne». Ora la discussione passa all’aula dove il Pd regionale auspica l’approvazione definitiva della proposta di legge. #Donne #RogerDeMenech #Grupporegionale #leggeelettorale #doppiapreferenza #RegioneVeneto #RaffaelaSalmaso

  • FURTI: Basta scaricare sui cittadini le inefficienze della Giustizia

    De Menech: “Servono misure straordinarie di difesa” Basta scaricare sui cittadini tutte le inefficienze del sistema giudiziario italiano. In una regione come il Veneto, dove si è registrato un calo generale dei reati nel decennio 2001-2011, i ripetuti furti nelle abitazioni rendono le persone ogni giorno più fragili e insicure. Rapine e furti all’interno delle case sono, in controtendenza con i dati generali, in aumento e servono misure straordinarie di difesa. Altrimenti, il paradosso del calo dei reati e del contemporaneo aumento della percezione di insicurezza, avrà  effetti devastanti. E’ una situazione generata dalla lentezza della giustizia italiana per cui i responsabili dei furti quando arrestati dalle forze dell’ordine, vengono sempre più spesso rimessi in libertà in attesa del processo. I risultati sono la crescente insicurezza dei cittadini e la frustrazione degli amministratori locali che, negli ultimi anni, hanno dato fondo ai bilanci comunali per dotare il territorio di strumenti di prevenzione, come le telecamere e i sistemi di allarme. Nel cosiddetto “pacchetto giustizia”, che nel corso del 2015 rivedrà il sistema penale e penitenziario italiano, servono interventi puntuali per garantire legalità, accertare le responsabilità, definire i tempi dei processi e la certezza delle pene. Nelle prossime giornate presenterò un’interrogazione per stimolare governo, ministero dell’Interno e della Giustizia per un sistema più veloce, più efficiente e più efficace nella prevenzione dei crimini. #furti #Giustizia #sicurezza

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