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Trivellazioni, finché c’è rischio subsidenza, niente estrazioni

Azzalin: “Bene la sentenza della Consulta sulle trivellazioni al largo della laguna di Venezia. È un territorio fragile”

“La Corte Costituzionale ha riaffermato un principio fondamentale, riconoscendo il nesso tra le estrazioni di metano e la subsidenza. Fin quando c’è questo rischio è giusto che tutto resti fermo”. A dirlo è Graziano Azzalin, consigliere del Partito Democratico, commentando la sentenza della Consulta (la numero 170 del 12 luglio) che ha accolto il ricorso della Regione contro le trivellazioni, ma anche test sperimentali, al largo della laguna di Venezia, entrambi previsti dal decreto legge 133 del 2014. “I giudici hanno definito irragionevoli quelle norme contenute nel famoso ‘Sblocca Italia’. Giustamente. Prendiamo atto con soddisfazione di una sentenza a tutela e garanzia del territorio. Come Partito Democratico abbiamo sempre condiviso certe preoccupazioni, indipendentemente dalla vicinanza politica. E adesso abbiamo fatto un passo in avanti. Ci siamo espressi da subito contro la ripresa delle trivellazioni, schierandoci per il ‘no’ al referendum del 17 aprile 2016 nonostante gli inviti all’astensione. Pensare di mettere in discussione questo principio in un territorio fragile, per la cui messa in sicurezza e tutela delle acque vengono spesi miliardi, era ed è assurdo. Penso anche al Polesine, dove sono ancora presenti le cicatrici per i disastri provocati dalla subsidenza conseguente alle estrazioni, sospese per legge cinquant’anni fa. Questa sentenza della Corte – conclude Azzalin – speriamo serva a metterci una pietra definitiva sopra”.

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