L'analisi del segretario regionale del PD, Andrea Martella
«Il risultato nazionale di queste elezioni politiche è deludente, non possiamo nascondere che ci aspettavamo di più. Ringrazio comunque gli elettori, le nostre candidate e i nostri candidati e tutti i volontari e gli iscritti che hanno fatto un lavoro straordinario in condizioni difficilissime. L’esito delle urne è chiaro. La destra ha vinto, noi rispettiamo questo risultato e faremo un’opposizione dura e democratica con l’obiettivo di riconquistare la fiducia degli italiani. C’è in tal senso un po’ di preoccupazione per le prime dichiarazioni di sostegno a Meloni arrivate da Orbàn, da Le Pen e da Afd in Germania. Sicuramente se si fosse realizzata un’ampia coalizione di centrosinistra il risultato sarebbe stato diverso. Purtroppo hanno prevalso gli egoismi e i personalismi. In Veneto, dove il lavoro di rinascita del Partito Democratico è appena cominciato, registriamo alcuni segnali positivi. Il PD si assesta sulle medesime posizioni delle politiche del 2018, guadagna quasi 5 punti sulle regionali del 2020 ed è il secondo partito a livello regionale, superando la Lega. Nelle principali città, grazie al radicamento e alla forza del PD, il centrodestra non è maggioranza. A Padova è addirittura il primo partito con il 26%. È chiaro dunque che la costruzione di un’alternativa all’assetto attuale di potere in Veneto non potrà prescindere dal Partito Democratico. Per questo oggi comincia un lavoro faticoso di riflessione, ma anche di costruzione di un’alternativa politica per il governo di una delle regioni più importanti d’Italia. Ora c’è bisogno di un congresso di rifondazione del Partito Democratico. Non incentrato sui nomi, ma sulle idee e sulle modalità di coinvolgimento in grado di rigenerare il nostro partito». Lo afferma il segretario regionale del Partito Democratico del Veneto, Andrea Martella.