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Profughi, il Veneto è accoglienza

“Mettere sullo stesso piano profughi e clandestini, come se scappare da una guerra o dalle carestie fosse un crimine, non è degno della cultura veneta. Recentemente anche il Patriarca di Venezia ha ricordato come i veneti si sono sempre distinti in Italia per essere un popolo solidale, capace di aprirsi al mondo. Il Veneto è accoglienza, ha ricordato monsignor Moraglia”. A dirlo Alessandra Moretti, candidata del centrosinistra alla presidenza della Regione. “L’ipotesi di tendopoli che sento fare in queste ore – spiega – sono il sintomo di una malattia che ha danneggiato profondamente il Veneto: la mancanza di programmazione e l’immobilismo che ha caratterizzato l’amministrazione Zaia. Lo schema è chiaro: la Regione non ha fatto nulla ed ora scarica il problema scagliandosi contro il Governo. Ma Roma aveva fatto per tempo un piano con tutte le Regioni. Lo scorso 10 luglio la Regione, presente l’assessore Coletto, ha firmato un accordo con il ministero dell’Interno. Fu lo stesso Coletto ad assicurare che la Regione avrebbe fatto la sua parte. Se anziché lanciare slogan, Zaia e i suoi avessero predisposto assieme ai sindaci del territorio delle strutture adeguate, non dovremmo nemmeno ipotizzare l’installazione di tendopoli. Secondo un apposito studio di Anci, Caritas e Viminale, il rapporto tra profughi e residenti è dello 0,050%, penultima Regione in Italia appena sopra della Valle d’Aosta. Per dare un’idea di quanto sia al limite della bugia parlare di invasione, Il Friuli Venezia Giulia ha un numero di profughi in proporzione più che triplo rispetto a quello che ospitiamo noi, in rapporto alla popolazione”.

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