«Forse pochi hanno capito che con la riforma costituzionale che sarà oggetto di referendum in ottobre, si definirà la costituzionalizzazione della specificità montana». A dirlo è il deputato bellunese Roger De Menech che sabato prossimo, alle 15 al centro Giovanni XXIII sarà tra gli ospiti dell’incontro dal titolo “Gli effetti della riforma costituzionale sulle province montane” a cui parteciperanno altri esponenti del Pd, quali il senatore Mauro Del Barba di Sondrio, l’onorevole Enrico Borghi di Verbano-Cusio-Ossola, il professor Bruno Di Giacomo Russo docente di diritto costituzionale all’università Bicocca di Milano e l’onorevole Gianclaudio Bressa. A moderare sarà la segretaria provinciale democratica, Erika Dal Farra. «In questa occasione», prosegue De Menech, «si analizzeranno gli effetti costituzionali della riforma sulle province montane. Ricordo che all’articolo 40 comma 4 si specifica che le aree vaste saranno inquadrate all’interno di leggi statali, rendendo obbligatorio per quanto ci riguarda l’articolo 15. Si renderà quindi tutto coerente. Le associazioni di categoria, i sindacati e gli altri soggetti che operano nel territorio potranno portare le loro osservazioni». Si andrà a costituire così la Carta di Belluno. «Vogliamo dire basta ad una politica delle chiacchiere, per passare a quella concreta dei fatti, quella relativa ai temi della politica reale». Il deputato punta il dito contro chi «porta avanti facili illusioni come quella della zona franca. E’ dal 1972 che non si fanno zone franche in Italia, anche perché c’è bisogno di fare accordi internazionali per istituirle. Mentre qualcuno perde tempo su tali facezie, noi sistemiamo la statale di Alemagna, l’Anas sta lavorando sulla frana di Acquabona. Nella riforma delle province, il Pd ha inserito il concetto di area vasta montana che porterà al rafforzamento delle politiche per la montagna». De Menech poi, sottolinea quanto «questo referendum non deve essere preso come un voto a favore o contrario alla politica di Renzi, ma come un’opportunità per il nostro territorio. Non vogliamo che si prosegua con i tagli lineari, ma chiediamo, come è previsto anche nella riforma costituzionale, che si tenga in considerazione ogni singolo territorio, per cui in montagna servono più risorse per la sua specifica conformazione».
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