Rotta: «La giunta veneta non offre garanzie nella gestione delle bonifiche» Zardini: «Senza le pressioni del ministero, Zaia avrebbe continuato polemiche a oltranza»
«Zaia non avrà alcun potere commissariale o speciale per la gestione delle bonifiche da Pfas». Alessia Rotta, deputata veronese del Pd è stata tra i parlamentari più attivi negli ultimi tre anni a denunciare il problema dell’inquinamento delle acque e a cercare le risorse per risolverlo. «Trovo il comportamento del presidente veneto molto scorretto. Per due anni, nonostante le sollecitazioni di noi parlamentari, delle comunità coinvolte e persino del ministero della Salute ha girato le spalle al problema, ha tergiversato, ha fatto una melina indegna di un amministratore serio. Ora che il ministero dell’Ambiente ha liberato 80 milioni di euro per fare le bonifiche, Zaia ci si butta sopra come un falco, chiedendo poteri speciali al governo così da poterli gestire e prendersi gli eventuali meriti delle bonifiche». «Solo grazie alle pressioni del governo la Regione Veneto si è finalmente decisa a imporre limiti alla presenza di Pfas nelle acque». Il deputato del Partito Democratico Diego Zardini rileva «il colpevole ritardo» con cui la giunta veneta ha provveduto a esercitare una propria competenza. «Per due anni Zaia ha fatto finta di niente, lasciando centinaia di migliaia di cittadini senza alcun tipo di risposta o proposta. Poi ha tentato maldestramente di scaricare sul governo le responsabilità di un intervento e abbiamo perso così altri otto mesi in litigi e dichiarazioni. Nemmeno quando la Commissione bicamerale di inchiesta sugli ecoreati lo aveva audito ha riconosciuto la gravità del problema, non prendendo in seria considerazione le proposte che arrivavano dall’On. Bratti». La colpevole inerzia dimostrata dalla Regione Veneto, dice ancora Rotta, «è figlia di una cultura politica pronta a sacrificare la salute dei cittadini di fronte ai vantaggi del consenso. L’autonomia per Zaia è pari all’equazione: mai assumersi le responsabilità, sempre prendersi i meriti, possibilmente con le risorse dello Stato e il lavoro e l’impegno degli altri». Purtroppo, afferma la deputata, «la giunta veneta ha dimostrato appieno la sua inettitudine nell’affrontare l’emergenza Pfas e non offre nessuna garanzia nella gestione delle bonifiche che, correttamente saranno a cura dal governo». La parola fine a questa assurda vicenda l’hanno messa il ministero della Salute, ricorda Zardini e quello dell’Ambiente. «Il primo ha di fatto costretto la giunta regionale ad assumersi le proprie responsabilità e ad esercitare le proprie funzioni amministrative imponendo i limiti alla presenza di veleni nelle acque. Il secondo, ha liberato risorse per 80 milioni di euro per le bonifiche che si sommano, in Veneto, ai 23 milioni di euro per il risanamento del fiume Fratta Gorzone, ai 100 milioni per il drenaggio delle acque reflue del Lago di Garda e alle importanti risorse ancora da utilizzare per le opere contro il dissesto idrico e geologico. Invece di alimentare futili polemiche, chi è chiamato a guidare una comunità, deve adoperarsi per utilizzare queste risorse e dare il proprio contributo a risolvere i problemi».