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Pd: "No ai tagli lineari al Tpl. Salviamo i servizi"

“Occorre una una politica nuova per il Trasporto pubblico locale, sfruttando quell’autonomia garantita dalla legge nazionale e regionale. Non ci si può limitare a ‘minacciare’ tagli lineari come fa l’assessore De Berti a causa della probabile riduzione della quota del Fondo nazionale assegnata al Veneto. Dobbiamo rivedere la legge regionale numero 25 del 1998”. Ad affermarlo sono il capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso e la consigliera Francesca Zottis, replicando a quanto affermato nei giorni scorsi dall’assessore alla Mobilità. “Si parla di una sforbiciata di 12 milioni di euro, parzialmente compensata da un intervento diretto della Regione ottenuto anche grazie all’azione del nostro gruppo consiliare. Questo però non si può automaticamente tradurre in tagli lineari, come ventilato dalla De Berti e come già fatto negli ultimi anni. Di fronte a riduzioni di finanziamenti per servizi di interesse economico generale la prima domanda da porsi è: chi paga? La risposta è semplice: se si adottasse la collaudata politica dei tagli lineari, la riduzione ricadrebbe su cittadini e maestranze in quanto l’effetto ‘collaudato’ si tradurrebbe in taglio di servizi ed aumento delle tariffe senza tenere conto di specificità territoriali e di alcun principio di equità redistributiva. Le conseguenze sono semplici da capire: riduzione o precarizzazione del lavoro da un lato e aumento del costo dei servizi a fronte di uno scadimento quantitativo e qualitativo degli stessi dall’altro”, dicono ancora i due esponenti democratici. “Da parte nostra siamo favorevoli a un’azione compatta di pressione per contrastare la politica dei tagli del Fondo nazionale trasporti, ma ribadiamo la necessità di controproposte per un rinnovamento della politica regionale. Più volte abbiamo richiamato la Giunta e in particolare l’assessore ad avviare una politica nuova per il Tpl, esercitando il ruolo di autonomia previsto da legge nazionale e regionale: non basta gridare contro lo Stato o indire referendum sull’autonomia e poi non esercitare quei poteri di regolazione che sono già previsti. Per questo – spiegano Fracasso e Zottis – proponiamo di adottare una revisione della L.R. 25/1998 e ripartire le somme del fondo regionale ai singoli bacini provinciali partendo dai criteri dei costi standard che la Regione, in accordo con le Aziende, ha definito fin dal 2010, pur in attesa delle decisioni di riforma statale in materia. Sarebbe un’azione di ripartizione equa che evita il pericolo ventilato dall’assessore De Berti di ‘tagli ai virtuosi e soldi a chi fa debiti’, e tiene conto della qualità, quantità ed efficienza dei servizi erogati nelle varie parti del territorio regionale che certamente non sono distribuiti in maniera uniforme. Non basta il biglietto unico regionale, ci vuole una politica di maggior respiro, che riesca a incidere davvero. Ricordiamo che la materia tariffaria è di primaria competenza regionale e quindi se ne faccia carico subito la Giunta ed eventualmente il Consiglio, adottando il sano principio di porre in capo al regolatore, la Regione, la definizione degli assetti di servizio e prezzi e richiedendo ai gestori pubblici e privati di svolgere pienamente il loro compito di imprenditori nell’interesse della comunità servita”. “E’ prioritaria una revisione della legge regionale 25/1998, l’applicazione dei costi standard e biglietto unico prendendo spunto anche da altre Regioni come la Lombardia ed è necessaria una modernizzazione del piano della mobilità. Serve una politica coraggiosa: su questo terreno – concludono i due consiglieri del Partito Democratico – la Giunta troverà il nostro pieno appoggio a sostegno dell’autonomia della nostra Regione e di tutela dei nostri cittadini”.

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