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‘Pagano i cittadini!’: nuovi esempi dei tagli agli enti locali da Mira, Dolo e Povegliano Veronese



Prosegue la campagna del Partito Democratico Veneto “Pagano i cittadini!”, che denuncia gli effetti devastanti dei tagli agli enti locali varati dal governo Meloni. Dopo gli esempi di Preganziol (TV), Rotzo (VI) e Pieve di Cadore (BL), oggi il PD accende i riflettori su tre nuovi comuni veneti: Mira (VE), Dolo (VE), Povegliano Veronese (VR).


«Di provincia in provincia – dichiara Andrea Martella, segretario regionale del PD Veneto – la musica non cambia: le scelte del governo si ripercuotono in modo pesante su famiglie e imprese. Ogni settimana emerge con maggiore chiarezza il fallimento delle politiche del centrodestra. Questi tagli non sono solo numeri, ma significano meno servizi sociali, meno manutenzioni e meno opportunità per le comunità locali. I Comuni sono lasciati soli a gestire bilanci insostenibili».


A Mira (Venezia), 37 mila abitanti, il sindaco Marco Dori evidenzia una situazione allarmante: «Oltre ai tagli dei trasferimenti, circa 150.000 euro all’anno già attivi, dobbiamo sommare lo scarico sui Comuni di altri costi. Tra il 2023 e il 2024, abbiamo dovuto coprire con risorse comunali 500.000 euro per gli adeguamenti salariali e le misure una tantum decise dal governo. A ciò si aggiungono 100.000 euro di mancato rifinanziamento per l’emergenza abitativa e l’aumento dei costi inflazionistici. Mentre i trasferimenti diminuiscono, i Comuni sono caricati di nuove incombenze e costi insostenibili. Così non è possibile andare avanti».


A Dolo (Venezia), 15 mila abitanti, il vicesindaco Matteo Bellomo denuncia gli effetti perversi della manovra del governo: «Lo schema di bilancio di previsione ci costringe, tolte le spese incomprimibili come sociale, personale e scuola, a lasciare tutte le altre voci a zero: cultura, sport, sfalci d’erba e molto altro. Speriamo di poter fare delle variazioni in corso d’anno, ma siamo di fronte a un doppio paradosso. Politicamente, mentre c’è chi difende a parole l’autonomia, gli enti locali sono bloccati nei fatti. Nessuno, nemmeno Zaia, ha fatto notare questo controsenso al governo. Inoltre, rischiamo di avere grandi strutture costruite con il PNRR, ma senza risorse per riempirle di contenuti. Il blocco del turn over, poi, è la ciliegina sulla torta: senza personale adeguato, anche i servizi minimi sono a rischio».


A Povegliano Veronese (Verona), 7 mila abitanti, il vicesindaco Maurizio Facincani porta numeri tanto concreti quanto critici: «Nel 2024 abbiamo già subito tagli per 25.000 euro, e stimiamo che tra il 2025 e il 2027 potremmo perdere altri 93.000 euro. I settori più a rischio saranno i servizi alla persona, come l’assistenza domiciliare, i pasti a casa e i trasporti per le visite mediche, oltre alle attività culturali. Dovremo verificare cosa sacrificare per continuare a garantire questi servizi e faremo il possibile per non far pagare ai cittadini questi minori trasferimenti, ma le risorse sono sempre più scarse e le scelte si fanno ogni giorno più difficili».


Martella conclude: «Di fronte a tutto questo, il silenzio del presidente Zaia è assordante. È inaccettabile che il governo nazionale e la Regione abbandonino i nostri Comuni, lasciando i sindaci soli a fronteggiare le ripercussioni concrete delle decisioni nazionali. Costretti a scegliere se tagliare servizi essenziali o, nei pochi casi in cui è ancora possibile, alzare le tasse locali. Il PD continuerà a raccogliere le segnalazioni che arrivano dai territori, e a portare avanti la battaglia per ripristinare i fondi per gli enti locali. I servizi ai cittadini non possono essere sacrificati, i tagli a Roma vanno fatti su altre voci».

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