top of page

Nucleare. Favero (PD): «Arma distrazione di massa»

«La proposta nuclearista di Luca Zaia è estemporanea e non serve certo alle imprese che hanno bisogno di aiuto subito. A tecnologia esistente il nucleare è perdente non per i referendum del passato ma per i suoi costi attuali. Lo dimostra peraltro il trend globale degli investitori, nel 2021, la potenza nucleare globale è diminuita di 3000 MW mentre quella rinnovabile aumentata di 290.000. E non sono eccezioni né la Francia e né la Finlandia i soli due paesi europei a costruire nuovi reattori EPR. La posizione francese è peraltro comprensibile: Parigi dipende molto dal nucleare anche per ragioni militari e ha bisogno di rinnovare il suo parco centrali oggi a fine esercizio. Anche se la potenza installata oltralpe è diminuita negli ultimi anni i francesi fanno comunque fatica sull’atomo: pensiamo al nuovo impianto di Flamanville passato, oltre al suo grande ritardo, da un costo di 3,7 miliardi di euro secondo la Corte dei Conti francese ai previsti 19 miliardi complessivi. E proprio da qui arrivano le grandi pressioni francesi per inserire il nucleare nella tassonomia verde europea. Il primo reattore Epr entrato in funzione in Europa, invece, è Olkiluoto 3, in Finlandia. Ci sono voluti più di 16 anni a un costo triplicato. In un paese come l’Italia che non ha ancora scelto, anche per l’opposizione della Lega, dove collocare il deposito nazionale di scorie a medio-bassa intensità parlare di nucleare è solo propaganda». Lo afferma Matteo Favero, responsabile Forum Ambiente e Infrastrutture del Partito Democratico Veneto in risposta al presidente della Regione Veneto Luca Zaia e alla sua proposta di ritorno al nucleare.

bottom of page