Il segretario regionale assicura che il Pd manterrà il limite del doppio mandato come previsto dallo statuto
«Una nefandezza ritagliata su misura per salvare i consiglieri della Lega e rendere illimitato il potere di Zaia». Così il segretario regionale del Partito Democratico, Alessandro Bisato, bolla la nuova legge elettorale licenziata dal consiglio regionale questa settimana. «A Palazzo Ferro Fini è andato in scena uno spettacolo poco edificante, per il Veneto e per i veneti», afferma Bisato. La maggioranza ha deciso di perpetrare il proprio potere sine die, eliminando una serie di vincoli che avrebbero favorito un salutare ricambio dei rappresentanti popolari. «Di fatto, i consiglieri leghisti e affiliati al presidente si sono incollati alla sedia», denuncia il segretario». Inoltre, aver introdotto l’incompatibilità tra la funzione di consigliere e quella di assessore, comporta maggiori spese che si avvicinano a un milione di euro l’anno. «Un segnale devastante. Mentre si allargano le aree di lavoro precario e sottopagato e migliaia di giovani laureati fuggono ogni anno da una regione che non offre prospettive, la classe politica al governo degli ultimi 25 anni non solo si autoassolve, ma si garantisce presente, futuro e pensione con maggiori oneri per i contribuenti: noi paghiamo, loro incassano». Per i rappresentanti del Partito Democratico, ricorda Bisato, continuano invece a valere le regole previste dallo statuto. «Siamo l’unica forza politica italiana che prevede il limite dei due mandati per qualsiasi carica elettiva. Siamo orgogliosi di questa regola e la faremo rispettare. Perché riteniamo che il ricambio della classe dirigente costituisca linfa vitale per le istituzioni e per la democrazia. Rinnovare le cariche elettive significa portare all’attenzione dei luoghi decisionali nuove istanze, permette di aggiornare la relazione con i rappresentati ed è una scuola fondamentale per i futuri dirigenti e governanti nazionali ed europei».