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Infortuni sul lavoro, Camani: «La sicurezza è una priorità»

La responsabile lavoro del PD: «Le regole ci sono, vanno applicate. Ma gli organici dei servizi ispettivi regionali sono sotto dimensionati ormai da anni»

«Le 105 vittime sul lavoro registrate nel Veneto nel 2021 e le drammatiche vicende di questi giorni ci impongono di considerare la sicurezza sul lavoro come una priorità». La responsabile lavoro della segreteria regionale del Partito democratico, Vanessa Camani, ricorda che la ripresa post pandemia «ci richiama ad una doppia responsabilità. Da un lato mettere in sicurezza il sistema produttivo veneto di fronte alle sfide della transizione digitale ed ecologica. Dall’altro mettere in sicurezza il lavoro e i lavoratori. I due piani non sono distinti, anzi».

Rispetto al tema degli infortuni durante l’attività lavorativa non c’è un problema di regole. Le norme ci sono e si fondano su principi avanzati di tutele. «Quella italiana è una delle legislazioni più avanzate in materia», ricorda Camani, «e la recente introduzione di sanzioni più incisive rafforza questo impianto. Il tema riguarda, invece, la loro effettiva applicazione, fatta certamente di vigilanza e controlli ma anche di un sistema condiviso che punti alla prevenzione».

L’incremento significativo della dotazione organica dell’Ispettorato nazionale del lavoro, con oltre 1.000 nuove assunzioni, «va nella direzione giusta», afferma Camani. «Altrettanto dovrebbe fare la Regione del Veneto con gli organici dei servizi ispettivi delle Ulss, sia reintegrando i pensionamenti e, soprattutto, investendo in figure professionalmente preparate all’esercizio della funzione tecnica delegata agli Spisal. Da troppi anni la sotto dotazione ha nei fatti impedito un’efficace azione di contrasto alle irregolarità e di prevenzione agli infortuni».

«Ma serve anche», conclude la responsabile lavoro del Pd, «un investimento forte nella direzione della cultura della sicurezza sul lavoro, costruita attorno ad un rafforzato bilateralismo tra mondo delle imprese e forze sindacali, che preveda risorse necessarie per assunzioni e formazione. Morire sul lavoro non è mai una tragica fatalità. Oggi, dopo la solidarietà alle vittime e ai loro familiari, devono seguire dei fatti».

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