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Il Pd con i lavoratori – Zaia e Donazzan tacciono

“Sulla vicenda delle tredici lavoratrici e due lavoratori dell’azienda di abbigliamento per bimbi “I Gianburrasca” di Cittadella che dopo non aver ricevuto tre stipendi nel 2013 e altri cinque (più la tredicesima) nel 2014 sono stati licenziati per non aver ceduto davanti alle condizioni ricattatorie imposte dai titolari dell’azienda (la cui proposta era di far fallire la stessa vecchia azienda, assicurando la riassunzione dei dipendenti attraverso la costituzione di una newco guidata sempre dal vecchio titolare e dalla moglie, a patto però che rinunciassero agli stipendi arretrati, alla tredicesima non percepita, alle ferie e ai permessi, oltre ad adeguarsi a nuove flessibilità), presenterò un’interrogazione al Presidente Luca Zaia e all’Assessore al Lavoro, Elena Donazzan, affinché si mobilitino per convocare, intorno ad un tavolo di confronto, titolari dell’azienda e rappresentanti delle organizzazioni sindacali per la ricerca di una soluzione alla vertenza. Come ha giustamente detto Luca Rainato della Filctem-CGIL questa vicenda ricorda molto da vicino quella occorsa nel 2014 allo storico Maglificio Arcolin Padova (MAP) con sede ad Albignasego, anch’esso fatto prima fallire dai proprietari, gli stessi che poi si sono proposti di riacquistarlo, pretendendo però da parte delle lavoratrici, se volevano essere riassunte, la rinuncia agli stipendi non versati ricattandole sul terreno del diritto di essere pagate per il lavoro svolto. In sostanza la logica è quella, in nome della crisi, di calpestare i diritti dei dipendenti e scaricare sulla collettività, ossia sull’INPS, le proprie responsabilità e incapacità imprenditoriali. Perché è questo che è di nuovo accaduto alle lavoratrici e lavoratori de”I Gianburrasca” di Cittadella prima trasferiti, a loro insaputa, in una cosiddetta bad company già in liquidazione e avviata verso il fallimento e successivamente puniti per non aver accettato, pur di continuare a lavorare, di accettare quanto imposto dall’azienda ossia la rinuncia ai propri stipendi e l’invito ad accontentarsi di quello che arrivava dall’INPS (tfr e qualche mensilità al 60%). Credo che davanti a tutto ciò, la Regione debba intervenire e ricordare ai titolari de “I Gianburrasca” che, crisi o non crisi, non è possibile pensare di fare impresa pensando solo a massimizzare i propri utili, scaricando contemporaneamente sullo Stato (e quindi anche sulla stessa Regione) i propri fallimenti e addirittura accusando i lavoratori che non accettano di venire calpestati nei loro diritti fondamentali (come quello di venir pagati) di essere loro i responsabili della propria situazione. Una cosa francamente inaccettabile. Zaia e Donazzan facciano sentire la propria voce”. Piero Ruzzante, Consigliere Regionale PD

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