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Il Governo toglie 250 mln ai Comuni

Aggiornamento: 11 lug 2024

Martella: «Esecutivo colpisce chi ha più bisogno»



Il governo conferma il taglio quinquennale a migliaia di Comuni, penalizzando quelli che hanno preso più fondi Pnrr. Avevano congelato tutto solo per evitare contraccolpi alle elezioni. I 250 milioni di tagli, previsti in legge di Bilancio, tornano sul tavolo della Conferenza Stato-Città. I criteri dei tagli, che erano stati smentiti, si trovano nel report della seduta del 27 giugno, al punto 5 per la precisione. È la conferma che intendono andare avanti nonostante in Conferenza non sia stata raggiunta un'intesa. I Comuni italiani, in particolare quelli che hanno investito in opere legate al Pnrr, si troveranno con meno risorse disponibili per i prossimi 5 anni. Il taglio di 250 milioni di euro è infatti previsto per ciascuno degli anni dal 2024 al 2028.


«È chiaro che di fronte ai tagli la preoccupazione dei comuni è molto forte, i sindaci di centrodestra, di centrosinistra e di tutti i colori politici hanno detto chiaramente che i bilanci non reggono». È questo il commento di Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza, in riferimento ai tagli annunciati dal Governo. «Soprattutto non reggono tagli lineari alla spessa corrente», aggiunge Possamai. «Il rischio è di impattare in maniera importantissima sui servizi per i cittadini e non poter più reggere i prezzi e i costi delle mense, del trasporto scolastico e di tantissimi servizi che ogni giorno i comuni assicurano ai cittadini. E' cruciale», conclude il sindaco di Vicenza, «che in vista della prossima manovra di bilancio si tenga conto di questo fatto e si eviti in ogni modo il taglio agli enti locali».


«Passate le elezioni europee, il governo più a destra della storia repubblicana conferma i tagli che aveva smentito per opportunismo elettorale. I Comuni italiani, infatti, avranno 250 milioni in meno dal 2024. Con il paradosso che subiranno tagli maggiori gli enti locali che stanno utilizzando le risorse del Pnrr. L’effetto delle decisioni del governo la pagheranno soprattutto i cittadini più deboli e le famiglie più fragili. La riduzione delle risorse si tradurrà automaticamente in una diminuzione dei servizi. In Veneto, come nel resto d’Italia, si stanno sollevando le proteste bipartisan da parte di sindaci, amministratori e rappresentanti dell’Anci. Tuttavia non basta, come Partito Democratico chiediamo al governo di rinegoziare immediatamente i trasferimenti ai Comuni sulla base delle reali esigenze della popolazione». Lo afferma il senatore Andrea Martella, segretario regionale del Pd del Veneto.



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