Giornata della Memoria, Martella: ‘Noi Veneti portiamo le cicatrici di quella tragedia’
- Partito Democratico del Veneto
- 27 gen 2022
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Oggi si celebra la Giornata della Memoria per ricordare la più grande tragedia che l’umanità abbia conosciuto. Pochi giorni fa un bambino di 12 anni di Livorno è stato aggredito e umiliato perché ebreo. «Un episodio», stigmatizza il segretario regionale del Partito democratico, Andrea Martella, in un messaggio affidato a Facebook, «che dimostra come ci sono valori che non possiamo e non dobbiamo dare per scontati, perché una parte della natura umana è portata a rimuovere e dimenticare e la civiltà non può permetterselo».
La giornata di oggi «non è un rito o una consuetudine”, prosegue il segretario, «ma qualcosa di molto profondo che, nella fretta che caratterizza il nostro quotidiano, ci invita a fermarci e riflettere su quanto male può fare l’uomo a se stesso. E su come la strada della storia sia piena di insidie e anche di sentimenti negativi che possono manifestarsi in maniera diversa, ma con una matrice che non cambia mai: l’odio».
«In questa giornata possiamo ritrovare i segni distintivi del nostro essere comunità politica. Il segno della testimonianza, ogni giorno, dei valori sui quali si incardina una società democratica, a partire dall’inclusione e dal rispetto delle tante diversità che compongono un unicum. Siamo tutti figli ed eredi di generazioni che, anche nel nostro territorio veneto, hanno subito e vissuto le atrocità di un’epoca dominata dalla soppressione di vite umane e di libertà. Portiamo tutti, per storia collettiva, per memoria di fatti accaduti nella nostra città o paese, o per diretta esperienza familiare, i segni di quel baratro».
«Abbiamo tutti il compito di portarci sulle spalle questo bagaglio», conclude Martella, «che non è zavorra dolorosa ma patrimonio da trasformare in materia viva. Per la crescita democratica dei nostri giovani e per una convivenza in grado di tenere ai margini l’odio e le follie discriminatorie che ancora oggi si insinuano pericolosamente».