Roma, 16 Ottobre 2014 _ “Dopo essersi schierato contro gli 80 euro, il presidente pro tempore del Veneto, Luca Zaia, adesso è contrario alla massiccia riduzione di tasse operata dal governo Renzi. La mia paura è che proponga di aumentare tasse, imposte e gabelle pur di mantenere la pesante, inefficiente e inefficace struttura amministrativa e burocratica del Veneto”. Il segretario regionale del Pd, Roger De Menech è tutt’altro che sorpreso. “Del resto il Veneto guidato prima dalla coppia Galan-Zaia, poi da Zaia ha accumulato solo sulla sanità un debito abnorme: tra il 2001 e il 2011 con una serie di aberranti progetti di finanza, il debito ha raggiunto la somma di 1,5 miliardi di euro. La somma è stata coperta con un prestito statale”. “Sui costi standard, segnalo a Zaia che il governo Renzi a maggio 2014 ha pubblicato e reso effettivi i costi standard in sanità. In quanto a sprechi, tuttavia, il Veneto non è secondo a nessuno: le società partecipate della Regione, dirette, indirette e di secondo livello sono centinaia. Solo tra società partecipate dirette, indirette, organismi ed enti se ne contano 178. Anche nel settore sanitario, queste società non si occupano di garantire il diritto alla salute dei cittadini, ma assicurano poltrone distribuite in modo clientelare”. “Rispetto alla manovra nel suo complesso”, afferma De Menech, “forse Zaia dovrebbe chiedere a imprenditori, artigiani e cittadini se il taglio di 18 miliardi di tasse è troppo alto. Ripeto, ho il terrore al pensiero che da Zaia arrivi la proposta di aumentare le tasse pur di tenere in piedi una Regione così poco efficiente”. “Voglio comunque rassicurare i veneti” conclude il segretario regionale, “perché il Pd tra qualche mese lavorerà in modo radicalmente opposto: continueremo a tagliare le tasse non solo a livello centrale, ma anche a livello regionale per favorire ripresa economica, lavoro e benessere”.
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