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Consumo di suolo, il centrodestra contro norme incisive

Fracasso e Pigozzo (PD): “Dalla maggioranza solo proclami, la bocciatura dei nostri emendamenti dimostra che non vogliono una legge davvero incisiva”

“Fin quando si tratta dei princìpi generali la maggioranza è d’accordo, adesso che si entra nel merito delle misure su programmazione e controllo del contenimento di suolo l’atteggiamento è ben diverso. E non possiamo non sospettare che, al di là dei proclami, non ci sia una reale volontà di concretizzare le parole in fatti”. Questo il commento del capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso e del consigliere e correlatore di minoranza Bruno Pigozzo a proposito del Pdl sul consumo di suolo, al termine della due giorni di discussione in aula. “Questa ritrosia della maggioranza nel dare degli indirizzi concreti alla Giunta è ben evidente nel rifiuto di uno dei nostri emendamenti all’articolo 4, in cui chiedevamo di fissare un 10% di riduzione progressiva e vincolante, per tutti i Comuni della Regione, come avvio del percorso che dovrebbe portare poi al consumo zero del 2050, obiettivo fissato dall’Unione Europea. Oppure per quanto riguarda l’articolo 5, con il ‘no’ all’allungamento dei vincoli di non edificazione per quei terreni ripristinati all’uso naturale o seminaturale, termine che avevamo proposto di spostare ad almeno 15 anni”. Secondo il rapporto 2016 dell’Ispra, il suolo consumato in Veneto al 2015 supera il 12 per cento della superficie totale, con l’accelerazione maggiore avvenuta dal 2006 a oggi e un incremento annuo di circa lo 0,6 per cento. Ma la situazione è molto differente a seconda delle province considerate. A Belluno la superficie di coperture artificiali è di poco superiore a 11 mila ettari (il 3,3 per cento), mentre a Padova è di 40 mila ettari (18,8 per cento), come a Treviso e a Verona. “Nonostante le bocciature, continueremo con l’azione emendativa per migliorare i tanti aspetti carenti. Prendiamo atto che è stata accolta la nostra proposta sull’articolo 7 bis che fa riferimento agli interventi di riuso temporaneo del patrimonio immobiliare esistente per favorire la riqualificazione, escludendo le zone agricole e gli usi ricettivi. Una concessione che vale una sola volta e per un periodo non superiore ai tre anni, prorogabili eventualmente per altri due. I Comuni potranno autorizzare questo tipo di intervento previa presentazione di un progetto e la sottoscrizione di un’apposita convenzione approvata dal Consiglio comunale e dovranno pubblicare sul proprio sito internet l’elenco dei ‘luoghi del riuso’, con le aree e i volumi autorizzati, i progetti e le relative convenzioni”. “Inoltre – proseguono i due esponenti del PD – dopo le nostre insistenze ci sarà forse un’apertura sul tema degli Accordi di programma, visto che l’articolo 10 è oggetto di revisione da parte della stessa maggioranza. È evidente che se la riduzione progressiva del consumo di suolo rappresenta un vero obiettivo per la Regione, la stessa Regione non può sconfessarlo attraverso Accordi di programma che vanno in deroga. La necessità di rivedere questa contraddittoria impostazione ha prodotto una riflessione nella maggioranza, speriamo che la pausa possa sortire degli effetti positivi. Le bocciature non sono certo un buon segnale, adesso staremo a vedere se almeno sull’impostazione complessiva ci sarà una revisione”.

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