Il Consiglio regionale del veneto non ha raggiunto la maggioranza richiesta di 26 voti a favore, fermandosi a 25 voti favorevoli, per approvare la proposta di deliberazione n. 111 “Richiesta di referendum abrogativo” relativamente alla Legge elettorale 51/2019 per la “conformazione del quesito referendario alla Ordinanza della Corte Suprema di Cassazione, Ufficio centrale per il Referendum del 16 ottobre 2019”. “Lo scivolone della Lega in consiglio regionale veneto, che si è vista respingere dall’aula la richiesta di referendum, imposto da Matteo Salvini, per l’abrogazione della quota di proporzionale dell’attuale legge elettorale, dimostra che il centrodestra non è poi così granitico come vorrebbe far credere”, nota la consigliera regionale del Partito democratico Anna Maria Bigon. “I mal di pancia fulminanti hanno avuto un ruolo decisivo nell’esito del voto che rappresenta dunque l’ennesimo segnale alle manie di grandezza del leader leghista e un avviso anche per gli italiani e i veneti: il centrodestra, unito al momento della propaganda, si spacca sui contenuti importanti. Lo vediamo da cinque anni in Veneto nello stile di governo fumoso Zaia, tanto fumo, appunto, e poco arrosto”.
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