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Bilancio regionale, Camani: "Casse a secco dopo 15 anni di Zaia"



“Questa variazione di bilancio certifica che nelle casse della Regione non c’è più un euro. E non si tratta di un evento accidentale o improvviso, ma è la conseguenza di 15 anni di gestione Zaia, segnata dall’eccesso di debito dal 2012 in poi, dagli sprechi mai eliminati e dall’assenza politiche di bilancio espansive. Col risultato che oggi, nel pieno della congiuntura economica, questo governo regionale si trova costretto a mettere le tasse per le imprese e a chiedere gli utili a Cav per pagare il buco della Pedemontana. Per il resto, domina l’assoluta impossibilità di dare risposte alle esigenze in primo luogo sociali dei veneti”.

Così la capogruppo del Pd in Consiglio regionale Vanessa Camani, intervenuta in veste di correlatrice del provvedimento di variazione di bilancio.


“Per la prima volta, la variazione di bilancio non andrà ad intervenire laddove di solito era necessario un recupero di risorse per garantire servizi. Penso al fronte della disabilità, della non autosufficienza, dei bisogni sociali più in generale. E per la prima volta, fatto molto grave, la variazione non sarà in grado di coprire i sussidi legati alle borse di studio universitarie. A dispetto di quanto era stato promesso, per l’anno accademico 2023-2024 non verranno soddisfatte le graduatorie. Ad oggi sono 3.285 gli studenti universitari che non sono stati in grado di ottenere quel sussidio cui avevano diritto. Vogliamo sapere dall’assessora all’istruzione quanti di questi studenti, proprio a causa della mancata borsa di studio, hanno dovuto rinunciare al loro percorso universitario”.


“Inoltre, questa variazione non sarà in grado di destinare neppure un euro per l’avvio degli Ambiti Territoriali Sociali, che dovevano rappresentare un rinnovamento per il settore ma che non possono funzionare se non esistono le risorse per metterle in moto a livello gestionale e di assunzione del personale. Non da ultimo – ha ricordato ancora Camani – restano al palo anche i finanziamenti per il dissesto idrogeologico. Dopo l’utilizzo di una mole cospicua di finanziamenti nazionali, il livello di sicurezza è ancora insufficiente e non c’è alcuna certezza nemmeno per i ristori alle popolazioni danneggiate. Insomma, il quadro è davvero da canna del gas”.

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