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- RUZZANTE, PD: "RISARCIMENTO DANNI DEL CICLONE GEA A PADOVA E PROVINCIA"
RUZZANTE, PD: “SI PORTI IN CONSIGLIO REGIONALE LA MOZIONE N 273 CHE HO PRESENTATO L’11 LUGLIO SCORSO, AFFINCHE’ LA REGIONE VENETO SOSTENGA I CITTADINI E LE ATTIVITA’ ECONOMICHE, DI PADOVA E PROVINCIA, VITTIME DEI DANNI CAUSATI DELLE FORTI PRECIPITAZIONI DELLO SCORSO 7 LUGLIO” “PERCHE’ LA REGIONE VENETO NON HA ANCORA INOLTRATO AL MINISTERO DELL’AMBIENTE LA RICHIESTA PER LO STATO D’EMERGENZA DOPO I DANNI ALLA CITTA’ E ALLA PROVINCIA INFERTI DA GEA ? PERCHE’ PER CONEGLIANO – QUANDO IL 2 LUGLIO SCORSO SI VERIFICO’ UN EVENTO SIMILE – ZAIA CI MISE SOLO 2 GIORNI A FARE IL DECRETO, MENTRE PER PADOVA, DOPO 3 SETTIMANE NON HA FATTO ANCORA NIENTE? QUESTI RITARDI RISCHIANO DI PAGARLI I CITTADINI PADOVANI!” “A seguito della risposta data dal Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti ad un’interrogazione dell’On. padovano Alessandro Zan, abbiamo appreso che la Regione Veneto non ha ancora fatto giungere a Roma – a seguito dei notevoli danni causati, a Padova e provincia, dalle forti intemperie dello scorso 7 luglio – nessuna richiesta di dichiarazione dello stato d’emergenza, atto necessario affinché dallo Stato si provveda a mettere in moto l’iter dei risarcimenti. In parole povere, per i danni provocati da Gea lo scorso 7 luglio (sono dunque passate 3 settimane) a Roma non è stata ancora avanzata la richiesta di risarcimento dei danni. Val la pena di ricordare, che quando il maltempo colpì il 2 luglio scorso il Comune di Conegliano, Zaia, solo due giorni dopo, ossia il 4 luglio, aveva già fatto il decreto con il quale dichiarava lo stato di crisi. Perché per Padova ancora non l’ha fatto? A fronte di questo ritardo chiedo a gran voce che il Consiglio Regionale Veneto discuta al più presto la mozione che ho presentato ancora l’11 luglio scorso con la quale chiedevo alla Giunta di impegnarsi ad assumere ogni utile iniziativa per reperire nel proprio bilancio adeguate risorse da destinare all’indennizzo dei danni subiti dai cittadini, dalle aziende agricole e produttive del territorio padovano a causa dell’eccezionale evento atmosferico del 7 luglio 2014. Voglio sottolineare che tali risorse sono previste dalla legge regionale 30 gennaio 1997 n. 4, che non a caso si denomina “Interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali” e che sancisce – per i cittadini o per chi esercita attività produttiva sul territorio comunale che hanno subito danni per il verificarsi di eventi calamitosi – la possibilità di chiedere alla Regione, attraverso il Comune, il riconoscimento dello stato di calamità naturale della zona colpita e un contributo per i danni subiti. Concludo, ricordando, che all’indomani del 7 luglio, durante la conta dei danni, il Sindaco Bitonci aveva dichiarato ai quattro venti di aver inviato una lettera all’amico Zaia con la quale richiedeva il riconoscimento dello stato di calamità. Poi, sulla vicenda è calato il silenzio e quel che è sicuro è che ancora Zaia non ha ancora inoltrato la stessa richiesta a Roma. Tutto è finito nel dimenticatoio, come quei mucchi di sterpaglie e rami spezzati ormai diventati secchi che a distanza di tre settimane dal disastro, non di rado vediamo ancora accatastati lungo certi marciapiedi o negli spazi pubblici. L’immagine più adatta a spiegare l’attenzione che il trevigiano Luca Zaia e il cittadellese Massimo Bitonci, sanno dedicare alla nostra città”. (Al link la mozione presentatahttp://www.consiglioveneto.it/crvportal/attisp/MOZ/Anno_2014/MOZ_0273/testo_presentato.html) Piero Ruzzante, Consigliere Regionale PD #cicloneGea #Padova #PieroRuzzante
- Sanità: Pigozzo (Pd), a rischio corsi di laurea infermieristica
Venezia – Il corso di laurea in Infermieristica dell’Università di Padova è a rischio, perché da mesi le riunioni del Consiglio del corso di laurea vanno a vuoto senza assumere alcuna determinazione in merito a calendario didattico, incarichi di docenza e modelli di tirocinio. A denunciare il blocco dei corsi e il pericolo di non dare più continuità alla scuola padovana e ai corsi nelle sedi decentrate di Portogruaro, Montecchio Precalcino, Conegliano e Feltre, è il consigliere regionale Bruno Pigozzo (Pd). Con una interrogazione alla Giunta, Pigozzo chiede al presidente Zaia e all’assessore alla sanità Luca Coletto di appurare le cause della ripetuta mancanza del numero legale nelle sedute del consiglio del corso di laurea e di intervenire “per garantire il diritto allo studio e più in generale la formazione dei futuri infermieri”. #BrunoPigozzo #Sanità #UniversitàdiPadova
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- SOCCORSO ALPINO, De Menech: “Stamane approvato un emendamento specifico. Ringrazio il governo e il s
Eliminato l’obbligo di marche da bollo Roma, L’obbligo di apporre le marche da bollo per le richieste di rimborso dei volontari del soccorso alpino è stato eliminato. Questa mattina la commissione ambiente e attività produttive del Senato ha approvato un emendamento al decreto legge 91 sulla competitività che “esenta dall’imposta di bollo le istanze dei volontari del soccorso alpino per la perdita della giornata lavorativa”. A questo risultato ha lavorato il segretario regionale del Pd e deputato bellunese, Roger De Menech. “Ringrazio il governo e il sottosegretario Enrico Zanetti”, dice De Menech, “perché hanno recepito la richieste mie, del territorio e dei Soccorso Alpino e si sono fatti immediatamente carico del problema”. Nei giorni scorsi, il deputato aveva presentato un’interrogazione urgente per sollevare la questione all’attenzione. Inoltre aveva da subito avviato i contatti con il governo e con il sottosegretario Zanetti. Insieme con loro ha trovato la soluzione in un emendamento al decreto sulla competitività approdato oggi in commissione. Nei prossimi giorni il decreto sarà calendarizzato in aula del Senato per l’approvazione definitiva. #RogerDeMenech #soccorsoalpino
- RIFORME COSTITUZIONALI. FILIPPIN (PD): "OSTRUZIONISMO IRRESPONSABILE UCCIDE IL DIBATTITO"
Si è conclusa la seconda settimana di discussione in Senato sulle riforme costituzionali, con la notizia di ieri, che la riunione dei capigruppo ha deciso di contingentare i tempi, applicando la cosiddetta “tagliola”, per evitare la discussione su tutti i quasi 8000 emendamenti pervenuti. Subito le opposizioni hanno espresso il loro dissenso lasciando l’aula e recandosi al Quirinale per protesta; ma i Senatori PD non ci stanno. “Abbiamo chiesto moltissime volte – afferma Rosanna Filippin, senatrice bassanese del PD – che gli emendamenti ostruzionistici venissero ritirati per discutere sul merito dei nodi ancora da sciogliere, ma non è servito a nulla. Il muro contro muro è proseguito e la capigruppo non ha potuto che imporre delle tempistiche”. “È inutile parlare di deriva autoritaria quando la discussione seria e’ impedita da trappole ostruzionistiche. Basta vedere – prosegue Filippin – che emendamenti sono stati presentati. Ce ne sono decine che chiedono di cambiare nome alla Camera dei Deputati in camera degli eletti o camera dei rappresentanti, fino alle più fantasiose proposte di Duma, Bulè, Assise, Congregazione eccetera. Poi ci sono gli emendamenti che vorrebbero cambiare numero dei membri della Camera dei Deputati con tutte le combinazioni numeriche possibili”. “Il problema – precisa Filippin – è che ogni proposta di emendamento prevede dieci minuti di intervento per ciascun presentatore, ai quali si aggiungono i minuti per gli interventi in dissenso dal proprio gruppo (un giochino molto usato dai 5 Stelle). Si può ben capire che non era possibile discutere tutti i 7680 emendamenti, soprattutto se sono emendamenti di questo genere. E’ seria difesa della democrazia proporre come riforma costituzionale il cambio del nome alla Camera dei Deputati in Congregazione degli eletti o Duma dei rappresentanti?”. “L’apertura per un dibattito costruttivo in aula – conclude Filippin – c’è stata, ma evidentemente non è servito a nulla. La scelta di contingentare i tempi è stata alla fine una scelta obbligata”. #riformecostituzionali #RosannaFilippin #Senato
- RIFORME COSTITUZIONALI. FILIPPIN (PD): "OSTRUZIONISMO IRRESPONSABILE UCCIDE IL DIBATTITO"
Si è conclusa la seconda settimana di discussione in Senato sulle riforme costituzionali, con la notizia di ieri, che la riunione dei capigruppo ha deciso di contingentare i tempi, applicando la cosiddetta “tagliola”, per evitare la discussione su tutti i quasi 8000 emendamenti pervenuti. Subito le opposizioni hanno espresso il loro dissenso lasciando l’aula e recandosi al Quirinale per protesta; ma i Senatori PD non ci stanno. “Abbiamo chiesto moltissime volte – afferma Rosanna Filippin, senatrice bassanese del PD – che gli emendamenti ostruzionistici venissero ritirati per discutere sul merito dei nodi ancora da sciogliere, ma non è servito a nulla. Il muro contro muro è proseguito e la capigruppo non ha potuto che imporre delle tempistiche”. “È inutile parlare di deriva autoritaria quando la discussione seria e’ impedita da trappole ostruzionistiche. Basta vedere – prosegue Filippin – che emendamenti sono stati presentati. Ce ne sono decine che chiedono di cambiare nome alla Camera dei Deputati in camera degli eletti o camera dei rappresentanti, fino alle più fantasiose proposte di Duma, Bulè, Assise, Congregazione eccetera. Poi ci sono gli emendamenti che vorrebbero cambiare numero dei membri della Camera dei Deputati con tutte le combinazioni numeriche possibili”. “Il problema – precisa Filippin – è che ogni proposta di emendamento prevede dieci minuti di intervento per ciascun presentatore, ai quali si aggiungono i minuti per gli interventi in dissenso dal proprio gruppo (un giochino molto usato dai 5 Stelle). Si può ben capire che non era possibile discutere tutti i 7680 emendamenti, soprattutto se sono emendamenti di questo genere. E’ seria difesa della democrazia proporre come riforma costituzionale il cambio del nome alla Camera dei Deputati in Congregazione degli eletti o Duma dei rappresentanti?”. “L’apertura per un dibattito costruttivo in aula – conclude Filippin – c’è stata, ma evidentemente non è servito a nulla. La scelta di contingentare i tempi è stata alla fine una scelta obbligata”. #riformecostituzionali #RosannaFilippin #Senato
- IMMIGRATI, SANTINI E DALLA ZUANNA (PD): “DA BITONCI UN ATTEGGIAMENTO DISUMANO.
SIAMO DI FRONTE AD UN’EMERGENZA NAZIONALE. PADOVA NON SI SOTTRAGGA AL DOVERE DELLA SOLIDARIETA’ UMANA” PADOVA – “Non e’ possibile fare propaganda politica sulla pelle di persone che sono richiedenti asilo e che provengono dagli angoli piu’ tristi e dimenticati della Terra. Stiamo parlando anche di donne e bambini. Bitonci non utilizzi l’emergenza profughi come strumento di opposizione nei confronti del Governo. Non e’ piu’ il capogruppo della Lega Nord, ma il sindaco di una grande comunità di persone. E non e’ possibile che alimenti un inutile scontro istituzionale tra amministrazione e comunale e prefettura che mai si era manifestato negli ultimi anni a Padova”. Ad intervenire sulla questione dei profughi a Padova e sul niet pronunciato dal sindaco Bitonci sono i senatori Giorgio Santini e Giampiero Dalla Zuanna del Partito Democratico. “Ci vuole senza dubbio un intervento piu’ energico dell’Unione Europea per risolvere questa situazione e per contrastare il fenomeno dello scafismo, tuttavia non possiamo pretendere che in questa fase transitoria e di emergenza anche le citta’ del Nord come Padova si rifiutino di offrire ospitalità. Non e’ buonismo ma il riconoscimento di una solidarieta’ nazionale ed umana che non puo’ venire meno in questo momento di difficoltà. La città di Padova, inoltre per secoli è stata crocevia di popoli e culture: e’ sempre stata aperta e solidale. L’idea di utilizzare strutture dismesse della difesa avrebbe consentito il controllo degli ospiti e la possibilità di offrire loro condizioni umane di vita. Ci auguriamo che possa prevalere il senso della responsabilità. Da parte nostra pieno sostegno alla Prefettura, al Governo e a quanti, associazioni e volontari sono in prima linea per gestire l’emergenza”. #Bitonci #GiorgioSantini #immigrazione #Padova
- Azzalin, disimpegno di Enel dal Polesine: “Zaia si faccia promotore dell'apertura di un tavolo
VENEZIA “Il disimpegno di Enel dal Polesine, quasi a sgattaiolare via dopo tutto quello che è successo in questi anni, non credo sia accettabile passivamente, per questo chiedo che Zaia si faccia promotore di un tavolo fra l’azienda ed i rappresentanti istituzionali, in modo da fare chiarezza”. A ribadirlo ancora una volta è il consigliere regionale Graziano Azzalin, che proprio oggi ha presentato un’interrogazione a risposta immediata sul tema. “L’ultima goccia – sottolinea il consigliere polesano – è stato il piano di riorganizzazione presentato dalla Divisione infrastrutture e reti di Enel, con il quale si cancella il centro decisionale “Zona Rovigo” accorpandolo con quello di Verona. Inoltre, delle due Unità operative (le strutture composte dal personale tecnico ed operaio a disposizione della clientela locale) attualmente in campo nel Polesine con base a Badia Polesine e a Rovigo (circa 70 lavoratori di cui 20 dedicati all’area di Badia) ne rimarrà una sola accentrata su Rovigo e questo indebolimento della presenza diretta nel territorio rischia di influire negativamente sulla continuità del servizio, allungando i tempi di intervento in caso di guasti o interruzioni nell’erogazione di energia e complicando le operazioni a sportello per aziende e privati”. Il tema era già stato sollevato dalle organizzazioni sindacali, oggi Azzalin lo riporta all’attenzione della Giunta regionale sottolineando come anche le vicende legate alla riconversione ed al mancato smantellamento del gruppo 1, da effettuarsi a prescindere e, quindi, fortemente caldeggiata dalle istituzioni locali come primo segno tangibile di attenzioni nei confronti del territorio, “verso il quale l’azienda energetica non sta mostrando attenzione e chiarezza pari alla disponibilità che, invece, negli anni ha potuto registrare nei suoi confronti”. E’ per questo che il consigliere del Pd chiede al presidente Zaia con la sua interrogazione “se non ritenga necessario aprire con Enel un tavolo di trattativa e confronto a livello regionale, coinvolgendo Provincia ed enti territoriali locali, in modo da chiarire politiche e strategie aziendali relative alla provincia di Rovigo, così pesantemente interessata dalle scelte della società , le cui ricadute hanno significativi effetti in tutto il tessuto socio-economico ed ambientale del Polesine”. #Enel #GrazianoAzzalin #Rovigo
- GIULIA NARDUOLO: "CHIEDERÒ ANCHE AL MINISTRO MARTINA DI VENIRE AD INCONTRARE IMPRENDITORI AGRIC
CRISI DEI PICCOLI AGRICOLTORI DEL BASSO VENETO PRESENTATA INTERROGAZIONE PER CHIEDERE QUALI AZIONI INTENDA FARE IL GOVERNO PER TUTELARE IL NOSTRO SISTEMA PRODUTTIVO, LA CUI QUALITÀ E’ STRETTAMENTE CONNESSA ALLA CERTEZZA DELL’ORIGINE TERRITORIALE DELLE MATERIE AGRICOLE – O PROVENIENTI DALLE ATTIVITÀ DI ALLEVAMENTO – CHE LO COMPONGONO “Ad un incontro che ho avuto l’11 luglio scorso, su invito del Comune di Merlara (PD), con una nutrita delegazione di titolari di imprese agricole e di allevamento del territorio del Basso Veneto, ho preso l’impegno di presentare un’interrogazione al Ministro dell’Agricoltura per chiedere quali siano attualmente i sistemi di monitoraggio sulle filiere dei nostri prodotti di eccellenza e come viene applicata e fatta rispettare la legge n. 4 del 2011 relativa all’etichettatura. Comunico che oggi ho presentato l’interrogazione che allego, e ho preso anche contatti con la Segreteria del Ministro Martina perché, alla prima occasione utile, possa venire ad ascoltare la viva voce di chi ogni giorno perde la speranza e vede sempre più nero il proprio futuro. Quello dell’11 luglio scorso a Merlara fu un incontro molto interessante ed istruttivo. Ricordo che durò circa 90 minuti ed erano presenti anche il Sindaco Claudia Corradin e l’Assessore Nicola Ferro. Fu allora che i numerosi imprenditori agricoli e coltivatori diretti presenti mi hanno ben spiegato la difficilissima situazione che sta vivendo il loro settore: – per il prezzo dei loro prodotti: dai cereali (frumento e mais in primis) ai prodotti ortofrutticoli (mele, pere, pesche e verdura di stagione), sono in caduta libera (circa 18€ al q.le il frumento, 25 centesimi al Kg le pesche, solo per fare degli esempi); – nell’allevamento: alcuni produttori presenti hanno sottolineato come, in questo momento, il prezzo di un bovino vivo sia a malapena sufficiente per ricomprare un vitello e non interrompere la catena di allevamento; – per la produzione di vino: dopo anni incoraggianti, il settore sembra dare segnali di stanchezza e comunque, visto il contingentamento degli impianti, non è più possibile estendere i vigneti. Tutti i presenti – nel sottolineare il peso insostenibile di farraginose ed incomprensibili pratiche burocratiche che, per quanto comuni a tutte le imprese, per quelle piccole risultano ancor più pesanti – hanno riportato diversi esempi per dimostrare come i nostri pregiati e riconosciuti prodotti agroalimentari “Made in Italy” vengano pesantemente sfruttati dalle multinazionali del settore utilizzando però materia prima poco pregiata e proveniente da paesi esteri (anche extra UE). Mi è parso chiaro che la situazione spiegatami a Merlara è un campione sicuramente rappresentativo della realtà del territorio del basso Veneto, un territorio che, oltre ad aver scontato negli ultimi mesi i pesanti contraccolpi di ripetute emergenze idrauliche con diverse migliaia di ettari finite sott’acqua, si trova ora a fare i conti con le drammatiche previsioni della caduta dei prezzi agricoli. Tutti questi elementi mi hanno convinto della necessità che la politica, e in questo caso il Governo, debba prendere coscienza – in modo più diretto e meno mediato (dai mezzi di comunicazione e dalle categorie) – degli enormi problemi che stanno vivendo gli operatori del comparto della produzione agricola e dell’allevamento. Una convinzione maturata anche dai produttori presenti che a gran voce hanno sollecitato un incontro diretto, senza filtri, con il Ministro. In loro ho visto rabbia, ma la rabbia di chi aspetta solo qualche segnale positivo per il loro futuro. Ecco perché, oltre all’interrogazione che allego, ho preso l’impegno di promuovere e sollecitare il Ministro Martina a venire ad incontrare questi produttori. D’altra parte, siamo ‘a credito’ per la visita che il Ministro ha dovuto annullare un mese fa, a causa di altri impegni sopraggiunti, alla Festa Democratica del Montagnanese che si è tenuta sempre a Merlara. Concludo con l’amara riflessione fatta da un agricoltore, alla fine di quell’incontro: “Sembra quasi una bestemmia, per la passione e la fatica che mettiamo nel nostro lavoro, ma mi auguro che venga una grandinata tale da consentirmi di incassare il risarcimento dell’assicurazione perché, diversamente probabilmente in autunno non riuscirò a pagare nemmeno le spese di coltivazione di quest’anno”. La vera bestemmia è che la politica lasci sola questa gente. Cercherò di fare tutto il possibile perché ciò non accada”. Giulia Narduolo, deputata PD #agricoltura #GiuliaNarduolo
- Laura Puppato: "Dopo autorizzazione per Galan serve trasparenza per il Veneto"
“L’autorizzazione a procedere votata contro Galan segna la fine della storia politica di chi ha frainteso il governo della Regione con la proprietà della stessa” così Laura Puppato commenta il voto di oggi alla Camera “questo ci pone l’urgenza di riflessioni sul futuro, come ha detto il nostro segretario De Menech, è finito il tempo dei dogi, deve iniziare il tempo della selezione della classe dirigente in mano ai cittadini”. “Credo di poter usare questa vicenda per rilanciare con ancor più forza l’idea delle primarie, per scegliere sia il candidato presidente che i candidati al Consiglio” ha spiegato la senatrice “con quello che è venuto alla luce nelle ultime settimane, il Veneto necessita oggi della massima trasparenza da parte di chi lo governerà nel prossimo futuro, senza scorciatoie e senza ripetere gli errori del passato, tocca al PD dare le risposte necessarie per rilanciare il nostro territorio in Europa”. #Galan #LauraPuppato #MOSE
- ARRESTO GALAN. DE MENECH: “FINITA L'ERA DEI DOGI”
“L’era dei Dogi è finita. Qui si chiude un’epoca che per venti anni ha bloccato il mercato e la concorrenza nel Veneto. Ora è necessario voltare velocemente pagina, perché quel sistema è del tutto inadeguato ad affrontare il futuro”. Il segretario regionale del Pd, Roger De Menech, commenta così l’autorizzazione all’arresto dell’ex presidente del Veneto, approvata pochi minuti fa dalla Camera. “Ogni cittadino è uguale davanti alla legge. Anche Giancarlo Galan”, prosegue De Menech. “La decisione dell’aula è conforme alla legge, poiché non sussistono ipotesi di persecuzione nei confronti di Galan”. Al di là della vicenda giudiziaria, afferma però De Menech, “oggi si chiude una stagione politica e amministrativa. Per 20 anni il Veneto è rimasto bloccato da un ristrettissimo direttorio composto da politica e grandi imprese. Un connubio che ha coltivato pochi interessi particolari, trascurando il tessuto economico e sociale fondamentale della nostra regione: la piccola e media impresa, gli artigiani e i professionisti. Sebbene il mio giudizio su questo ventennio sia negativo, oggi mi preme sottolineare quanto quel modus operandi sia inadeguato ad affrontare il presente e il futuro della nostra regione”. #Galan #DeMenech #Veneto #Giustizia #Camera #CameradeiDeputati
- ARRESTO GALAN. DE MENECH: “FINITA L'ERA DEI DOGI”
“L’era dei Dogi è finita. Qui si chiude un’epoca che per venti anni ha bloccato il mercato e la concorrenza nel Veneto. Ora è necessario voltare velocemente pagina, perché quel sistema è del tutto inadeguato ad affrontare il futuro”. Il segretario regionale del Pd, Roger De Menech, commenta così l’autorizzazione all’arresto dell’ex presidente del Veneto, approvata pochi minuti fa dalla Camera. “Ogni cittadino è uguale davanti alla legge. Anche Giancarlo Galan”, prosegue De Menech. “La decisione dell’aula è conforme alla legge, poiché non sussistono ipotesi di persecuzione nei confronti di Galan”. Al di là della vicenda giudiziaria, afferma però De Menech, “oggi si chiude una stagione politica e amministrativa. Per 20 anni il Veneto è rimasto bloccato da un ristrettissimo direttorio composto da politica e grandi imprese. Un connubio che ha coltivato pochi interessi particolari, trascurando il tessuto economico e sociale fondamentale della nostra regione: la piccola e media impresa, gli artigiani e i professionisti. Sebbene il mio giudizio su questo ventennio sia negativo, oggi mi preme sottolineare quanto quel modus operandi sia inadeguato ad affrontare il presente e il futuro della nostra regione”. #Galan #DeMenech #Veneto #Giustizia #Camera #CameradeiDeputati


