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Manovra. Sugli asili nido il governo illude le famiglie

Cecconato: «Incrementato il bonus esistente, nessun posto gratuito per il secondo figlio»


Il governo ha presentato gli interventi a favore delle famiglie e della natalità nella manovra di bilancio 2024. «A ben guardare, l’annuncio si presenta molto fuorviante e illude le famiglie ad ambire ad un posto negli asili nido gratis, ammesso e non concesso che le strutture siano sufficienti per tutte le famiglie che ne hanno bisogno», afferma Veronica Cecconato, responsabile prima infanzia del Partito democratico del Veneto.

Attualmente, ricorda Cecconato, «grazie all’agevolazione introdotta con la legge n. 232 del 2016 del bilancio 2017, le famiglie possono godere di un contributo, detto Bonus Nido, che varia in base all’Isee, per il pagamento delle rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati e di forme di assistenza domiciliare per bambini sotto i tre anni affetti da gravi patologie croniche».

L’importo viene erogato fino a esaurimento fondi, in tutto circa 550 milioni di euro per il 2023, e spetta a cittadini italiani residenti in Italia o in uno dei Paesi europei oppure a cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno.

Le famiglie accedono al contributo sulla base di tre scaglio di reddito: 3.000 euro l’anno (distribuibili in un massimo di 11 mensilità, pari a circa 270 euro al mese) per i nuclei familiari con Isee sotto i 25mila euro; 2.500 euro (circa 227 euro al mese) per i nuclei con Isee tra i 25.001 e i 40mila euro e 1.500 euro all’anno (circa 136 euro al mese) nel caso in cui l’Isee superi i 40 mila euro o nel caso non venga presentato l’Isee aggiornato.

«La proposta di nuova Legge di Bilancio prevede di aumentare il fondo di 150 milioni», sottolinea Cecconato, «un 27% di incremento di questi fondi, che in realtà sembrano davvero pochi per avvallare l’ipotesi del nido gratis al secondo figlio».

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