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Fusioni comunali: lettera aperta a Luca Zaia

Domenica 17 gennaio i cittadini di cinque comuni bellunesi hanno liberamente deciso di unire i loro destini e di fondere i rispettivi enti in due nuovi Comuni. Gli abitanti dell’Alpago e quelli della Valle di Zoldo hanno approvato la fusione con un referendum il cui esito largamente maggioritario non lascia equivoci. Nel Bellunese procede spedito il riordino amministrativo, agevolato certo dagli incentivi regionali e soprattutto statali, ma attivato democraticamente dal basso. Dopo la fusione di Quero e Vas e quella più recente di Longarone e Castellavazzo, il numero dei Comuni della provincia montana si riduce di altre tre unità. Altre comunità sono pronte a muoversi nella medesima direzione, in Cadore, nella Valle del Boite e in Agordino, a testimonianza di come le scelte dei cittadini siano in grado di influenzare le aree contermini. Purtroppo, nel resto del Veneto le fusioni e le unioni di Comuni sono ferme al palo da anni. In alcuni casi bocciate dai cittadini stessi, come nei casi del Polesine e del Trevigiano, in altri perché la complessità delle procedure e la mancanza di termini perentori nel piano di riordino elaborato dalla Regione, stanno trascinando il processo dal 2012 senza risultati apprezzabili. Fa specie che in tale contesto il consiglio regionale la settimana scorsa abbia di fatto negato la possibilità di esprimersi sulla fusione ai cittadini di Este e di Ospedaletto Euganeo che vorrebbero unirsi nel nuovo comune di Atheste. Motivazioni capziose e strumentali “sulle fusioni si pronunceranno le prossime amministrazioni”, impediranno lo svolgimento del referendum e poiché in primavera entrambi i comuni andranno al voto per rinnovare gli organi di governo, l’eventuale fusione è rimandata di almeno 4 anni, con tutte le incognite del caso. Chiedo a Luca Zaia di farsi carico di tale situazione: primo per una questione di principio, sono i cittadini e non le amministrazioni a doversi esprimere sulla fusione; secondo per non consentire che la spregiudicatezza politica abbia il sopravvento sulla vita dei cittadini. Mi rivolgo a Zaia nella sua funzione di capo di una coalizione, di una larga maggioranza legittimata a governare il Veneto nell’interesse dei veneti. Non vedo come possa rimanere ostaggio silenzioso di artifizi e cavilli messi in campo da chi antepone un beneficio di parte immediato invece di guardare con fiducia al futuro delle comunità. Libero il campo anche da un argomento che si va affermando in questo giorni: se a breve il consiglio regionale dovesse ripensarci e dare il proprio benestare allo svolgimento del referendum, non ci sarebbero i tempi tecnici per lo svolgimento delle elezioni in primavera, quindi il nuovo comune di Atheste dovrebbe essere commissariato per un anno. E’ vero, ma proprio per questo il governo e il parlamento sono già al lavoro per modificare la normativa e consentire il voto alle nuove municipalità entro l’inizio dell’autunno, quindi a ottobre. Rimango convinto che per fare bene il nostro mestiere di politici dobbiamo avere idee, coraggio e fiducia nelle persone che siamo chiamati ad amministrare e governare, a tutti i livelli. Ma anche tanta responsabilità, perché non saranno certo l’esercizio di piantare bandierine e di nasconderci dietro alle norme o agli stretti confini del proprio ruolo a far progredire il nostro Veneto e le nostre comunità. Roger De Menech Segretario regionale del Partito democratico Veneto

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