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Emendamenti per un’autonomia equilibrata e solidale

Presentato il pacchetto di proposte del Pd. Martella: «Testo alternativo al ddl Calderoli. Definite materie, coinvolgimento del Parlamento e risorse»



«Gli emendamenti presentati dal Partito democratico rappresentano un testo alternativo al ddl Calderoli e delineano un’autonomia equilibrata, cooperativa, che non divida il paese e che sia in grado di fornire una visione e una possibilità di riconoscersi per tutti». Il segretario regionale del Pd del Veneto, Andrea Martella ha illustrato questa mattina il pacchetto di 189 modifiche «puntuali, concrete e di merito» al disegno di legge sull’autonomia depositato dalla maggioranza.

«Le nostre proposte vanno in tre direzioni», ha spiegato il segretario: «Primo, non è possibile realizzare l’autonomia su tutte le 23 materie anzi, il Titolo V della Costituzione andrebbe rivisto. Faremmo bene a concentrarci su alcune materie e funzioni utili alle imprese, agli enti locali e ai cittadini. Ricordo che l’autonomia non è una medaglietta da sfoggiare, non un’arma da brandire da qui alle prossime elezioni europee né tanto meno un fine, quanto piuttosto un mezzo per snellire la burocrazia e avvicinare servizi a cittadini e imprese, semplificare processo decisionale, per essere più prossimi ai cittadini e aumentare efficienza dello stato e delle regioni. In secondo luogo il parlamento deve essere soggetto protagonista di questo lavoro sia nella fase di confronto che di negoziazione e di approvazione delle intese con le Regioni. In terzo luogo c’è il nodo delle risorse finanziarie. non si fanno riforme di questa portata a costo zero. È necessario definire i Lep (Livelli essenziali delle prestazioni) che definiscono l’uguaglianza dei cittadini in tutto il nostro Paese».

Nel dettaglio gli emendamenti del Pd correggono un testo «molto lacunoso, che lasciava spazio alle intese tra lo Stato e le singole regioni senza tenere in considerazione che l’erogazione dei servizi è e rimane in capo allo Stato, quindi il quadro deve restare unitario», sottolinea Ivo Rossi, responsabile del forum Autonomia e regionalismo del Pd Veneto. «E poi i Lep devono essere approvati con una legge del Parlamento e non con un decreto del Presidente del Consiglio e le risorse devono essere individuate nella legge di bilancio. Inoltre chiediamo l’attivazione di un monitoraggio permanente in tutte le regioni. È una garanzia anche perché prevediamo la revoca per le Regioni che non saranno in grado di gestire adeguatamente le deleghe conferite».

Lo sforzo del Pd è stato quello di «uscire dalla retorica sull’autonomia e per dare un’impostazione nazionale che regga in Veneto come in Sicilia», afferma la capogruppo Pd in Consiglio regionale, Vanessa Camani, soprattutto in una fase in cui il Consiglio regionale su questo percorso è «totalmente assente. Il Pd Veneto ha costruito un pensiero politico molto preciso sull’autonomia differenziata molto rispettoso delle sensibilità presenti nella nostra regione e sfida Zaia a verificare se c’è la volontà di portare a casa questo risultato. Dopo anni in cui si sono limitati a rivendicare ora misuriamo se è una richiesta seria o se aspirazioni del Veneto rimarranno ancora una volta lettera morta».

La proposta del Pd è stata costruita nell’ultimo anno e mezzo con differenti iniziative, tra cui il progetto di legge quadro e il progetto di legge che definisce le sette materie la cui competenza può essere trasferita alla Regione Veneto.

L’augurio è che si sviluppi una discussione di merito, conclude Martella: «Noi crediamo si possa fare e che i nostri emendamenti servano a definire percorso che possa reggere per approdare a un’autonomia in grado di tenere unito il Paese. Sarebbe bene che la maggioranza affrontasse questa discussione».


Le proposte di modifica al disegno di legge sull'autonomia avanzate dal Partito democratico del Veneto (in rosso)

Il ddl con le modifiche proposte dal Pd Veneto (in Rosso)
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