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Congresso regionale 2014

Il documento congressuale del neoeletto Segretario regionale del PD Veneto Roger De Menech.

Un progetto per il Partito Democratico in un Veneto che cambia Spesso il nostro è stato un partito ingabbiato da logiche correntizie, incapace di cogliere i cambiamenti del tempo, ammalato di tatticismo e di personalismi, poco disposto ad ascoltare la base quando si tratta di scegliere i nostri rappresentanti nelle istituzioni. Ecco perché bisogna cambiare. Ed ecco perché in questa occasione congressuale la via dell’unità è quella preferibile: unità nelle differenze come valore aggiunto del PD del Veneto. L’idea è quella di un partito che al suo interno ospiti provenienze storico-politiche differenti, un pluralismo di opzioni culturali e politiche, con l’intento di superare appunto le guerriglie tra correnti conservandone quello che è il loro valore storico, in quanto parte essenziale della vita democratica di questo partito. Un partito che guarda al futuro; che più che agli errori passati vuole buttare uno sguardo alle esigenze odierne. Si sbaglia, si fa esperienza e si riparte. Il partito democratico veneto dovrà essere più snello dal punto di vista interno, veloce, efficiente e concreto. La ri-partenza sarà quella democratica, ed avrà come destinazioni primarie una degna rappresentanza territoriale e la coltivazione del rapporto tra istituzioni, organi partitici, amministratori e collettività. Il PD che vogliamo deve far emergere come proprio fine e modalità di agire, l’interesse di tutti i cittadini. E lo può fare discutendo sulle idee e sul merito delle cose prima che sui nomi, ammettendo gli errori, operando per la coesione, esprimendo dei sentimenti; deve essere aperto e accogliente nei confronti delle idee, delle proposte e del dibattito che attraversa la società civile, fare rete con tutte le espressioni organizzate della società che richiedono un cambiamento, deve essere promotore del merito a tutti i livelli e attento a tutti, dai giovani alle persone in età avanzata, per mettere a frutto tutte le loro potenzialità, rispettare i principi democratici stabiliti dallo Statuto, essere rispettoso delle decisioni assunte democraticamente negli organi del partito da rendere più snelli, più efficienti e convocati più spesso. Essere quindi capace di valorizzare le singole persone al di là delle correnti di appartenenza e di formare la classe dirigente del partito. Un partito chiaro nei contenuti e trasparente nelle scelte. I CIRCOLI sono il cuore del partito, vanno coinvolti e sostenuti I circoli sono il cuore del partito democratico dove iscritti e militanti collaborano per la crescita degli stessi. Sono il tessuto vitale dell’organizzazione del Pd. Sono luogo di aggregazione e di confronto. I circoli non possono essere stimolati coinvolti e svolgere attività esclusivamente in vista di appuntamenti elettorali. Devono operare nel territorio e sapersi collegare con quelle realtà territoriali affini alle idee e alla cultura politica democratica (gruppi spontanei, gruppi costituiti, associazioni, ecc.). La sede del circolo potrà essere messa a disposizione di questi soggetti per le loro riunioni. Non è necessario averne tanti, inattivi e poco partecipati; meglio pochi, concentrati e ben funzionanti. Tutto questo sempre in appoggio e in condivisione con i nostri “provinciali” che devono diventare il motore organizzativo di tutte le nostre attività. Valorizzare gli ISCRITTI, far partecipare gli ELETTORI delle primarie. Il Partito Democratico è composto da tante persone che credono e operano per il rinnovamento e la crescita dell’Italia con qualità e conoscenze da mettere a disposizione del partito stesso. Un grande partito cerca il miglioramento continuo della propria offerta politica valorizzando i singoli iscritti indipendentemente dal loro posizionamento interno. Come dice il nostro statuto il partito è composto da iscritti ed elettori. Come per gli iscritti dobbiamo garantire la partecipazione, su temi di grande rilevanza programmatica o politica, anche agli elettori introducendo a livello regionale, forme di consultazione periodica. PRIMARIE e nuovi strumenti di partecipazione Le Primarie sono strumento di massima partecipazione degli elettori nella scelta dei candidati a cariche pubbliche, evitando così un’imposizione partitica legata ad un metodo non innovativo di fare politica. Per le cariche elettive monocratiche, sia di partito che di governo, il PD deve prevedere quindi sempre le elezioni Primarie. Si prevede la creazione di un database contenente i dati di elettrici ed elettori che forniscono il proprio consenso alla registrazione nell’Albo delle elettrici e degli elettori del PD. Referente per la gestione dei dati dell’Albo degli elettori è l’organizzazione regionale, che ne coordina la raccolta, la sistematizzazione e che definisce una strategia e un piano generale di dialogo e comunicazione con elettori ed elettrici. AMMINISTRAZIONI LOCALI E SOCIETÀ CIVILE Serve favorire a livello amministrativo forme di scrittura partecipata e condivisa del programma elettorale attraverso la creazione di gruppi tematici aperti che elaborino proposte che provengono dal basso. Serve inoltre un costante dialogo fra livelli politici e amministrativi e un controllo dei circoli sul rispetto del programma condiviso. L’attenzione sulla forma partito e sulla sua organizzazione non deve farci perdere di vista la continua dialettica con i corpi intermedi, le associazioni di categoria, i sindacati, i portatori di interessi collettivi, i comitati e la società civile non organizzata. Dobbiamo rinvigorire il rapporto con quei mondi che non ci riconoscono più come interlocutori. Il partito democratico veneto dovrà coltivare fin da subito questi rapporti; non dovrà e non potrà limitarsi al loro coinvolgimento solo in vista di appuntamenti elettorali. In Veneto, in particolare con il tessuto produttivo, PMI e mondo agricolo. Dobbiamo far entrare nei circoli quei pezzi della società civile che ci possono “contaminare” in maniera positiva, recuperando lo spirito originario. Bisognerà, in quanto democrazia partecipativa, dar loro la possibilità di esprimersi, di criticare, di avanzare proposte e eventuali battaglie politiche da sostenere. Dar loro la giusta attenzione facendo del partito una vera piattaforma di idee e confronto. RINNOVAMENTO È necessario un progressivo ricambio nella classe dirigente nazionale e regionale per garantire un reale rinnovamento, anche generazionale e di genere. Il servizio politico dev’essere un servizio pro-tempore e non una professione a tempo indeterminato. Chiunque presti servizio al partito è importante sia consapevole della propria transitorietà. FORMAZIONE Per favorire un ricambio qualificato, bisogna prevedere una formazione continua e altri momenti di crescita per i giovani del partito. La formazione è un obiettivo che un partito non può non avere in quanto solo formandosi e crescendo potrà essere in grado di stare al passo con una società in continua evoluzione e trasformazione. I giovani devono essere messi nelle condizioni di poter dimostrare il loro valore. I corsi di formazione devono essere organizzati nel modo più decentrato possibile, per favorire la partecipazione, e devono essere aperti anche ai non iscritti per rendere il momento formativo un’occasione di apertura ed incontro tra partito e società civile. Il partito deve saper offrire ad iscritti, elettori e simpatizzanti una giusta preparazione rispetto all’attività politica non solo partitica ma anche amministrativa. TRASPARENZA e LEGALITÀ Come sta accadendo a livello nazionale è indispensabile la scelta di un profilo trasparente ed etico nella gestione del partito e delle risorse, per esempio con la pubblicazione del bilancio e la tracciabilità dei finanziamenti a livello regionale e provinciale secondo i principi dell’Open Data. Va garantita inoltre la rendicontazione dell’attività politica di tutti gli eletti e dei rappresentanti locali, magari in una sezione apposita del sito web regionale. L’operazione trasparenza deve essere estesa a tutti i livelli organizzativi del partito, dimostrando così a tutti che non abbiamo nulla da nascondere. Per quanto riguarda il tema della legalità, centrale per un partito che pone a base della propria azione il bene comune di cui la legalità è la prima espressione, basta attenersi e far rispettare quanto scritto nel Manifesto dei Valori del PD Veneto: “L’azione politica è anzitutto agire nel rispetto di norme che giustificano ogni scelta che interessa i cittadini. Da ciò deriva il principio di legalità, che non tollera eccezioni, né da parte dei cittadini, né da parte di chi si propone come guida politica del paese o di parte di esso. Per ridare valore alla politica ed alle istituzioni, il Partito Democratico ritiene fondamentale basare la propria identità prima di tutto sul rigore morale, che dovrà essere facilmente riconoscibile nelle donne e negli uomini del Partito Democratico.” Deve essere rigorosamente rispettata la norma etica di incandidabilità delle persone con condanne, anche in primo grado, per reati di rilevanza penale e di gestione della cosa pubblica. Le persone colpite da provvedimenti giudiziari devono essere sospese e private delle funzioni rappresentative e di gestione del partito, fino a sentenza definitiva. Rendere efficienti e democratiche ASSEMBLEE e DIREZIONI L’attuale struttura di tutti gli organi rappresentativi del partito sembra fatta apposta per celare sotto una democrazia formale una gestione in realtà oligarchica. Avere assemblee (provinciali, regionali, nazionali) pletoriche è in pratica una giustificazione per trasformarle da luoghi e istituzioni di discussione e deliberazione, in sedi di ratifica di decisioni prese altrove e spesso senza alcuna pratica possibilità di emendarle. Gli organi rappresentativi devono quindi essere organi sovrani e deliberanti, quindi adeguatamente snelli e con funzioni chiare. Gli organismi direttivi devono essere, analogamente al governo e alle giunte delle amministrazioni locali, organi esecutivi che alle assemblee sono chiamati a riferire, e fare proposte. I componenti di Direzione ed Assemblea decadono automaticamente dal loro ruolo raggiunto un quorum di assenze continuative che si propone sia nel numero di 3 assenze non giustificate. COMUNICAZIONE È necessaria un’efficacia dal punto di vista comunicativo. Il raggiungimento di obiettivi politici non può quindi prescindere dall’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione quali internet e social-network il tutto sempre per garantire partecipazione e trasparenza. Sarà importante continuare a coltivare i rapporti interpersonali con iscritti ed elettori non dimenticando l’importanza del contatto con la collettività. Un partito dev’essere puntuale nel raccogliere le istanze del proprio territorio e dei suoi elettori. Dev’essere sempre presente sui temi d’attualità proponendo una propria linea politica. Il nuovo partito democratico veneto dovrà essere decisionista dovrà saper fare sintesi e uscire determinato con la propria idea. I RAPPORTI nel Partito Deve esservi da parte del partito regionale la volontà e l’impegno di creare un legame stretto e collaborativo con i singoli partiti provinciali garantendo un rapporto costante con tutti i territori veneti. Il partito dovrà dialogare costantemente anche con i Giovani democratici. Ascoltare le loro istanze per interpretare al meglio le esigenze della nuova generazione. Collaborare con essi, responsabilizzarli in quanto parte integrante del partito stesso. TEMPI e METODI Con la nuova segreteria sarà importante ragionare anche sui tempi, luoghi e modalità delle riunioni interne ed esterne organizzate dal partito. In particolare ragionare sulla distribuzione geografica degli appuntamenti e sugli orari e i giorni in cui questi vengono organizzati, al fine di favorire la partecipazione e considerando anche le professioni e i lavori che hanno limitazioni di orario come gli insegnanti o negozianti che lavorano il sabato. Per ridurre i costi e i tempi degli spostamenti, e quindi rendere anche più efficente la filiera decisionale, serve favorire la partecipazione tramite modalità telematica, analogamente a quanto viene fatto per la partecipazione a organi decisionali o consultivi di società ed enti privati. IL PROGETTO PER IL VENETO 2015: ALCUNE PILLOLE LE ALLEANZE: CON I VENETI E NON PER I PARTITI Il tema delle alleanze è sempre stato motivo di scontri e divisioni. Una considerazione va fatta subito: il PD da solo in Veneto non sfonda. Il nostro partito deve uscire dai recinti classici della politica veneta ed avere la capacità di dialogare con tutti i mondi della società civile della nostra regione. Prima dobbiamo costruire le alleanze con i cittadini del Veneto, di conseguenza verranno naturalmente le alleanze con i partiti che condivideranno le nostre proposta programmatiche. Le esperienze del passato ci insegnano che non convinciamo il popolo veneto con delle alleanze improvvisate all’ultimo minuto, il nostro obbiettivo è di ri-tornare credibili, affidabili e autorevoli a tuti quei mondi che ci guardano con diffidenza e che oggi sono delusi dal centro destra leghista veneto. Tutto ciò lo facciamo con la forza delle nostre proposte riformiste, che comprendono le necessità del mondo produttivo, che prestano attenzione a tutte le realtà della variegata società veneta. LE GRANDI OPERE: SEMPRE O MAI ?? LA RISPOSTA E’ IL BUON SENSO In assoluto le grandi opere non sono né un bene né un male in se. Dipende da dove sono, quanto costano, quanto servono. Un concetto del genere può sembrare banale. Forse invece dobbiamo tornare alla logica ferrea delle cose semplici e di buon senso. Non esiste a priori il partito delle grandi opere, e non deve esistere il partito del no a tutto. La mia esperienza personale di Sindaco mi spinge a dire che il PD deve entrare nel merito delle questioni, non aver paura di confrontarsi con le amministrazioni, i comitati e tutti i portatori di interessi coinvolti; poi alla fine decidere tutti insieme anche mediante la libera espressione del voto all’interno dei nostri organi. LE GRANDI RIFORME ANCHE IN VENETO Il tema delle grandi riforme è al centro della politica nazionale, quindi non può essere eluso dal PD del Veneto. La riforma del titolo 5°, la nuova proposta per le aree vaste (con l’eliminazione delle province), il senato federale, il referendum per l’indipendenza veneta, il tema delle fusioni dei comuni, argomenti oggi in campo che fanno capire che il PD Veneto deve strutturare una proposta riformista solida e concretizzabile. Ma quale? La proposta di riforma per il Veneto deve essere innanzitutto integrata con le linee che si stanno delineando a livello nazionale. Un Veneto che si struttura sull’asse delle due grandi aree metropolitane e chiede con forza la specificità della montagna è la nostra proposta. Una regione che diventa ente di vera programmazione e si spoglia dell’amministrazione è il nostro punto di partenza. Un disboscamento delle troppe società partecipate regionale, dei troppi enti intermedi, in sostanza una struttura regionale che deve diventare più snella per aggredire concretamente il tema della semplificazione amministrativa e che affrontare le sfide della sburocratizzazione. In questo contesto dobbiamo favorire e stimolare i tanti processi di unione dei servizi e fusioni di comuni che stanno avanzando nella nostra regione. Accorpare in maniera consapevole i piccoli comuni deve diventare un obbiettivo qualificante delle riforme per il nostro veneto, senza che questo sia una imposizione calata dall’alto: questi processi vanno stimolati e guidati, non vanno resi obbligatori. Usiamo in maniera intelligente gli strumenti che abbiamo a disposizione (servizi associati, unioni, fusioni) per creare le pre-condizioni utili perché i comuni si uniscano con l’obbiettivo di migliorare i servizi ai cittadini.

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