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Accusare i sindaci non tutela i bambini, né copre il vuoto legislativo

Aggiornamento: 28 giu 2023

La vice segretaria del Pd Veneto chiede un atto politico di responsabilità




«Davvero il senatore e sindaco di Calalzo di Cadore De Carlo pensa di evitare il tema, serissimo, dei diritti dei bambini e delle famiglie accusando l’Anci di sostenere ideologie di sinistra? Ricordo al senatore, membro del parlamento dal 2018, che il vuoto normativo sull’omogenitorialità è un dato e che spetta, anche a lui, coprirlo. In tutta Italia molti sindaci, di ogni schieramento politico, hanno registrato due genitori dello stesso sesso nello stato di famiglia con senso pragmatico, per il bene dei minori e nell’ottica di risolvere i problemi causati dall’assenza di una legislazione specifica. Entrando nel merito della questione, che tutele aggiuntive si offrono ai bambini eliminando burocraticamente un loro genitore dopo 6 anni, mica dopo 6 settimane? Se il genitore naturale venisse a mancare, a chi spetterebbe la tutela del minore? Andrebbe messo in un orfanotrofio e, mi chiedo, non è mille volte meglio di questa soluzione, se potesse rimanere nel nucleo familiare che lo ha accudito e che il bambino stesso riconosce come tale? L’alternativa, viene proposto, sarebbe l’adozione speciale, tuttavia la procedura più celere in Italia è di almeno 24 mesi. Visto che una parte consistente, se pur silenziosa, della società, chiede da tempo un intervento in materia, come pure la magistratura e gli stessi amministratori locali, invece di inventarsi fantomatici complotti dei Comuni guidati dal centrosinistra, sarebbe più serio mettersi a tavolino e trovare un compromesso che offra garanzie e certezze per le famiglie, per i minori e per chiunque debba far rispettare le regole. Una politica seria e responsabile questo deve fare». Lo afferma la vice segretaria del PD Veneto, Monica Lotto.


Sul tema interviene anche Giorgia Maschera, responsabile diritti nella segreteria regionale del Partito democratico.


«C'è il tempo degli adulti e c'è il tempo dei bambini. I primi vedono problemi anche dove non ci sono, i secondi sono felici semplicemente di esistere e di essere amati», sottolinea Maschera. «Oggi ci sono persone in Italia che pretendono di entrare nel tempo dei bambini, togliendo loro quella sola cosa sicura che è la loro casa e la loro famiglia per determinare chi una casa e una famiglia la merita e chi invece no. La discriminazione è un veleno sottile che nasce dall'indifferenza e si alimenta con la paura di ciò che non si capisce. Da troppo tempo in Italia i partiti di destra e di centro destra non vogliono assumersi la responsabilità di guardare e vedere i cittadini più piccoli, togliendo loro la possibilità di essere cittadini anche se nati qui ma da genitori stranieri, togliendo loro la possibilità dell'amore più grande, quello di una mamma o di un papà, anche se non biologico, togliendo loro la possibilità di essere un cittadino consapevole, perché emarginato. È tempo che la destra metta da parte i pregiudizi e affronti e gestisca la realtà, non togliendo, ma dando ai nostri ragazzi l'amore, la cura e l'attenzione che solo chi li ha tanto desiderati è in grado di offrire. Non abbiate paura delle persone lgbtqia+, sono solo persone».


Posizione diversa quella espressa invece da Anna Maria Miraglia che sottolinea di non poter «condividere le iniziative delle famiglie arcobaleno che hanno sì ragione a chiedere garanzie per i bambini, ma fanno una forzatura nel pretendere norme discutibili giuridicamente e difficili da ottenere. Perché non richiedere invece la riforma delle nome su adozione che potrebbero essere ottenute più facilmente? Infine, ogni desiderio di genitorialita è legittimo, ma non al prezzo dello sfruttamento di donne povere da usare come contenitori per terzi che spesso sono ricchi e le due cose, bambini e utero in affitto sono purtroppo collegate».

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