top of page

Un nuovo impulso alla lotta alle mafie



di Andrea Martella


L'editoriale del segretario regionale inviato con la newsletter del 21 gennaio


Questo nuovo anno si è aperto con una notizia importante, la cattura di Matteo Messina Denaro. Il pensiero va, per prima cosa, a tutte le vittime di mafia. Poi, certo, restano i tanti aspetti di una latitanza durata trent’anni e trascorsa nella sua città, sui cui è necessario si interroghino innanzitutto le istituzioni.


L’augurio, ora, è che questo arresto rappresenti per lo Stato l’occasione per infliggere un colpo mortale ad un’organizzazione criminale che è penetrata in profondità nel tessuto economico e sociale del nostro Paese. Tutto. Non solo la Sicilia o la Calabria o la Campania. Anche il resto dell’Italia, specie nelle sue zone più produttive. E quindi anche il nostro Veneto.


Non possiamo non cogliere il significato delle dure parole del Procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, che nel corso della conferenza stampa sull’arresto ha denunciato le “protezioni importanti” di cui il boss ha goduto, osservando che “c’è stata certamente una fetta di borghesia che negli anni lo ha aiutato”.


Il punto è proprio questo, nella capacità di far ammalare anche il tessuto sano della società. Non è possibile “non vedere”.


Occorre fare in modo, allora, che quanto accaduto porti ad una reazione civile più forte e dia nuovo impulso nella lotta alle mafie. Soprattutto ora che in ballo ci sono risorse per miliardi di euro, a cominciare da quelli del PNRR, che possono moltiplicare gli appetiti di queste organizzazioni criminali.


Il governo Meloni, dal canto suo, ha commesso una evidente sgrammaticatura nel voler colorare politicamente un arresto che è risultato delle istituzioni nel loro complesso.


Non che questi siano gli unici problemi della Premier e della sua maggioranza. Il caro vita, la minaccia di sciopero dei benzinai a causa dell’ennesimo decreto scritto male che scarica sull’anello debole l’errore di non aver mantenuto lo sconto previsto dal Governo Draghi, l’assenza di risposte ai temi che riguardano lavoro, sviluppo e welfare, a partire dalla sanità, sono tutte spie che si sono accese sul cruscotto di una vettura che, per quanto riverniciata ha il solito motore della destra italiana.


Il Pd, dal canto suo, dopo una comprensibile fase di smarrimento si è rimesso in carreggiata e si sta assestando in una modalità di opposizione di merito che parte dai suoi valori. La fase congressuale è entrata nel vivo e la nostra comunità politica è tornata a discutere e a confrontarsi sulle questioni che riguardano più da vicino la vita degli italiani.


La ripresa del Pd è importante non solo per chi ne fa parte o si ritrova nelle sue posizioni, ma per la democrazia italiana. È quel che non comprendono le forze politiche che con noi condividono l’opposizione al governo Meloni. Da parte nostra, noi non solo non ci faremo sostituire, ma dimostreremo ogni giorno di più che siamo e resteremo centrali e imprescindibili per costruzione di una alternativa credibile.


E’ tempo di ritrovare orgoglio e determinazione. Nella nostra regione, dopo il seminario di due giorni a inizio dicembre, ci siamo dati delle tracce che intendiamo sviluppare, per costruire una proposta politica che intercetti le domande e i bisogni di un Veneto che non si accontenta più della mera gestione e del pragmatismo senza visione, e che vuole proiettarsi nel prossimo decennio. E’ la sfida che abbiamo davanti. È la strada lungo la quale stanno convergendo importanti energie e che continueremo a percorrere.

bottom of page