I proventi della vendita all’asta delle quote di emissione siano gestiti, almeno in parte, direttamente dai comuni e dalle regioni. Coinvolgendoli attivamente, è possibile offrire agli enti locali le risorse per realizzare opere di mitigazione del cambiamento climatico, in particolare in riferimento ai rischi idrogeologici che sono sempre più spesso gestite in situazioni di emergenza. E’ questa, in sintesi, la proposta di parere di riforma del mercato delle emissioni europeo. La proposta è stata elaborata da Marco Dus, consigliere comunale di Vittorio Veneto e membro del Pd del Comitato europeo delle Regioni. Il Comitato si riunirà in sessione plenaria giovedì 7 e venerdì 8 aprile a Bruxelles. In questa sede Dus presenterà formalmente la proposta di parere. “Il potenziale che gli enti locali e regionali hanno in questo settore dovrebbe essere seriamente considerato dagli stati membri”, afferma Dus. “Esistono già esempi di utilizzo virtuoso di questi fondi. In Romania, ad esempio, sono stati realizzati 122 km di piste ciclabili e quattro linee di metropolitana con 45 stazioni grazie a finanziamenti che in parte provengono della vendita dei crediti di carbonio per le società elettriche Rumene da parte del governo”. In sintesi, gli enti locali hanno già dimostrato una forte sensibilità ambientale, impegnandosi in prima fila con iniziative di successo volte a favore dell’efficienza energetica come, ad esempio, il Patto dei Sindaci. “Valorizzare le potenzialità di Comuni e Regioni coinvolgendoli ampiamente negli strumenti previsti dalla politica climatica e ambientale dell’Unione Europea è un’opportunità per tutta l’Europa e non dovremmo perderla”. Per affrontare efficacemente i cambiamenti climatici e raggiungere, entro il 2050, l’obiettivo di una riduzione di almeno l’80 per cento delle emissioni di carbonio rispetto ai livelli del 1990, occorrono infatti progressi costanti nel percorso verso un’economia verde con nuove opportunità di crescita e di occupazione. “Per conseguire tale obiettivo nel modo più efficace in termini di costi”, conclude Dus, “è indispensabile supportare il cosiddetto Emission Trading Scheme (ETS), cioè il meccanismo di scambio di quote di emissione instaurato dall’Unione Europea, in linea con il protocollo di Kyoto. Nel mio parere ho sottolineato l’importanza di coinvolgere debitamente gli enti locali e regionali su questo tema, dato che la loro sensibilità è massima per il ruolo di prima linea che essi rivestono nella lotta al cambiamento climatico, essendo per loro natura gli enti più vicini ai cittadini e i primi a gestire le emergenze ambientali”.
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