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Programmazione e interventi strutturali per affrontare la crisi climatica

di Matteo Favero*



Le piogge abbondanti cadute nelle ultime ore in Veneto e che hanno messo in seria difficoltà le province del Veneto sono purtroppo per noi una nuova normalità. La crisi climatica in atto non ci consente di credere all’illusione che questi siano eventi meteo occasionali. E nonostante i vitali bacini di laminazioni dobbiamo constatare che il Veneto è oggi impreparato ad affrontare situazioni emergenziali simili. Rispetto al passato il reticolo idrico regionale è infatti ampiamente inefficace a ricevere la quantità di acqua che deve accogliere con eventi sempre più estremi.


Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna sono nella classifica delle 10 (rispettivamente al 4°, 5° e 8° posto) regioni europee più esposte agli eventi meteorologici estremi e al cambiamento climatico al 2050, come ci descrive la prima analisi globale del patrimonio immobiliare e del territorio compiuta dall’Agenzia Europea per l’Ambiente nel 2023. Ad aggravare poi la nostra situazione i terreni impermeabilizzati dal cemento – siamo ahinoi la seconda regione in Italia per consumo di suolo - e una scarsa presa di coscienza della Regione nello spingere e aiutare le Amministrazioni locali sulle scelte urbanistiche preventive in relazione al clima cambiato.


Si possono fare giustamente nuove vasche di laminazione, in questo ambito ad esempio il Piave lamenta da tempo un piano di messa in sicurezza serio del medio corso del fiume, ma il problema della gestione delle piogge va affrontato con scelte chiare e radicali a cominciare da un nuovo assetto territoriale che fermi il consumo di suolo, riduca l’inquinamento e permetta a fiumi e fossi di riacquistare almeno in parte le antiche aree di espansione specie durante le piene. Infine, c’è da chiedersi, anche in ragione della sempre minore neve in montagna di, come trattenere l’acqua che diventa un bene sempre più scarso in estate. Nell’inazione della Giunta del Veneto e stante l’inefficacia della legge regionale 14/2017 di stop al consumo di suolo occorre un nuovo “PAT-to” tra gli Amministratori veneti che permetta di condividere linee guida per salvare territorio, cittadini e imprese dai pericoli del cambiamento climatico.


*Matteo Favero è responsabile del Forum Ambiente e territorio del PD Veneto

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