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Superbonus, Dal Moro: “Modificare norma cessione del credito”

Il deputato del Pd, membro della commissione bilancio: «C’è rischio di bloccare un intero comparto economico»

«La stretta sulla cessione del credito del superbonus e dei bonus edilizi prevista dal DL Sostegni-ter che impedisce le cessioni multiple dei crediti d’imposta da agevolazioni edilizie, determina la crisi di tante piccole e medie aziende del settore edilizio con il rischio di fallimenti e enormi difficoltà per le piccole banche». Lo afferma il deputato del Partito democratico Gianni Dal Moro, membro della Commissione bilancio della Camera.

«Il superbonus 110% è stato l’elemento decisivo per raggiungere un livello così alto di crescita del Pil nel 2021: non è giusto bloccarlo con misure che vorrebbero ridurre le truffe ma finiscono solo per complicare la situazione», afferma il deputato.

La nuova norma prevede che il credito di imposta, anche per i bonus edilizi, sia cedibile una sola volta, e i contratti che violeranno le nuove norme saranno considerati nulli. Una misura che ha anche effetti retroattivi sui contratti già stipulati e che creerà ulteriori e inevitabili incertezze per imprese, piccole banche e cittadini.

«Non si cambiano le regole in corso, soprattutto in un momento tanto delicato e con un intervento negativo per l’economia e che non tiene conto della disciplina del superbonus il cui successo è stato determinato proprio dalla possibilità di consentire ai cessionari di effettuare ulteriori cessioni del credito acquisito», dichiara Dal Moro. «Il rischio è di generare migliaia di contenziosi e di bloccare interventi già avviati con gravi ripercussioni per famiglie e imprese».

Il Partito Democratico, conclude il deputato, «è impegnato a modificare questa norma nel percorso legislativo in Parlamento, assicurando maggiori controlli sulle truffe senza eliminare le cessioni dei crediti. Bloccare un intero comparto che sta già affrontando la grave la situazione dell’aumento dei prezzi, la carenza di materiali e manodopera sarebbe del tutto controproducente».

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