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Coniugare salute per tutti e controllo della spesa pubblica

Aggiornamento: 21 apr 2022


Domani le proposte del Pd per favorire il rientro dei medici negli ospedali e garantire la copertura totale dei medici di base


La sanità pubblica veneta è a un punto di svolta. A smentire il ‘va tutto bene’ è sufficiente analizzare le fughe dei professionisti, medici in particolare, dal sistema pubblico. Il tasso di abbandono precoce per dimissioni o per pensionamento al primissimo momento utile è tra i più alti d’Italia a dimostrazione che le condizioni di lavoro nelle Usl e negli ospedali veneti sono tutt’altro che buone.


«Le strutture mediche private c’erano anche cinque anni fa», sottolinea Claudio Beltramello, coordinatore del Forum Sanità e Sociale del Pd veneto, «ma non riusciva ad attrarre i professionisti come sta accadendo ora. E non è una questione di denaro. È una questione che nel pubblico risulta sempre più difficile lavorare serenamente e dignitosamente: tagli ai posti letto negli ospedali (e con il COVID nella seconda ondata si è visto il disastro), tagli ai servizi del territorio (100 primariati in meno rispetto a pochi anni fa), personale tirato all’osso oltre ogni limite sostenibile, mancanza di integrazione tra ospedale e territorio e tra distretti e dipartimenti di prevenzione con i medici di famiglia».


Partendo da queste e altre analisi dello stato di fatto del comparto sanitario e socio sanitario regionale il Partito Democratico ha organizzato per domani, sabato 2 aprile a Padova, un momento di riflessione e approfondimento per esporre tutte le proposte e le strade possibili per un reale cambio di rotta. Il patrimonio della sanità pubblica in Veneto non può andare dissolto e il Partito democratico si batterà punto su punto con idee e azioni concrete per preservare un modello capace di coniugare alta qualità dei servizi accessibili a tutti i cittadini e il controllo della spesa pubblica.

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