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Uno sguardo al futuro

Non c’è niente al mondo di più abbondante delle idee, quello che manca è la forza e la capacità di trasformarle in pensiero strategico e farne oggetto di battaglia politica. Il 2015 ha segnato la sconfitta del Partito Democratico alle elezioni regionali, il peggior risultato di sempre, non si è confermata la capacità espansiva del PD a guida Renziana verificatasi alle elezioni europee del 2014. La sinistra perde il governo di due città chiave come Padova e Venezia, il Veneto si conferma una realtà impenetrabile per il PD, percorso com’è da tensioni autonomiste – che tuttavia non sfondano – da chiusure e velleità isolazioniste, da pulsioni anti-stato, dal conflitto permanente tra periferia (virtuosa) e centralismo (inefficiente) del Governo centrale. Il Veneto dei primati, di apertura alla modernità, della proiezione sullo scenario economico globale, della innovazione, della piccola e media impresa e delle partite iva. Della diffusa rete solidaristica e di antiche contrapposizioni tra nord e sud (negli anni settanta i meridionali, gli albanesi e oggi gli immigrati del sud est del mondo), il prima il Veneto e i Veneti. Il luogo dove Zaia vince senza decidere. Il bellunese non è dissimile da questa sommaria rappresentazione, anche se il PD in questa terra realizza il miglior risultato elettorale, pur se non esaltante e tale da perdere la rappresentanza in consiglio regionale. Il bellunese è pienamente coinvolto dallo spirito autonomista, lo dimostrano i referendum celebrati negli anni scorsi ancorché privi di sbocco reale. Risultati importanti ascrivibili al PD come la legge 56/2014 (Delrio) di riforma delle Provincie fatica ad andare a regime, la legge regionale 25/2014 sull’autonomia è in irresponsabile ritardo attuativo. Sul versante interno stenta a farsi strada una visione di futuro, prevale ancora l’attesa di eventi esterni piuttosto che l’assunzione di responsabilità del territorio nel prendere atto che un modello si è esaurito e vanno trovati nuovi equilibri definiti dal territorio stesso utilizzano le potenzialità della legge Delrio e non solo. I compiti che stanno davanti al PD, come del resto a tutte le forze politiche e sociali, rimane quello di reinterpretare in chiave di Governo la realtà complessa e articolata del bellunese, le sue potenzialità e i suoi limiti. Per il gruppo dirigente del PD bellunese è un impegno che deriva dalle responsabilità di Governo rivestite a vari livelli, nazionale e locale. Nel 2016/17 saremo chiamati ad una tornata elettorale impegnativa, Belluno e Feltre in primis. La nostra capacità di lettura univoca della realtà territoriale sociale ed economica, la prontezza del gruppo dirigente politico-amministrativo diffuso, la capacità di interlocuzione con i ceti produttivi e professionali, i corpi sociali, le istituzioni – saranno determinanti nella sfida per il bene della comunità bellunese. Questo insieme di temi e ragioni portano la segreteria del Partito Democratico bellunese, ad offrire ai componenti dell’Assemblea provinciale, ai nostri amministratori, ai Circoli, attivisti e personalità esterne, un’occasione di riflessione critica su alcuni temi cruciali, che vuole condividere obiettivi e senso del proprio impegno politico, teso alla vitalità del partito e alla qualità della vita democratica nella provincia. Si ipotizzano 3 incontri pomeridiani (indicativamente di sabato dalle ore 14,30 – 18), a distanza di una ventina di giorni l’uno dall’altro, da realizzare tra novembre e dicembre 2015. I temi proposti: La Società Un profilo sociale della popolazione bellunese, con gli aspetti salienti (dinamiche demografiche, immigrazione, mercato del lavoro, politiche di sostegno al welfare) per permettere di fare i conti con gli aspetti strutturali che, mutando il territorio, modificano le attese e le domande alla politica da parte di cittadini ed elettori. L’economia Attraversiamo una fase (post crisi) caratterizzata da trasformazioni interne ed esterne, nella quale il capitalismo ridisegna i confini e i poteri su scala globale. Economia della conoscenza, reti globali, allungamento delle catene del valore, industria 4.0, la relazione tra ruolo dello Stato, del mercato e terzo settore, tra pubblico e privato, tra concorrenza ed efficienza, rappresentano dilemmi sensibili e da ridefinire per una forza della sinistra e altrettante nuove frontiere della crescita sostenibile. Sembra urgente ridefinire i linguaggi oltre che la capacità di lettura dei nuovi processi. L’evoluzione dei poteri in ogni società pluralistica sono presenti e confliggono gruppi di interesse, imprese, lobby, ambiti culturali, sindacati, associazioni, leader … che la segnano e la segmentano; dalla loro iniziativa e dal conflitto che si innesca hanno origine le dinamiche di potere e quelle istituzionali. La Politica Le culture politiche. Un partito è fatto di persone e di programmi, ma anche di valori distintivi e di un giudizio sui processi socio-culturali che diventano la sua cultura distintiva, esso gioca la propria reputazione, oltre che in occasione delle elezioni, nel rapporto quotidiano con i cittadini, nelle Istituzioni, nel confronto pubblico delle idee. Il PD è percorso da tensioni latenti che gli derivano dalla difficile amalgama di diverse culture politiche, dello scontro tra diverse visioni, della conflittualità tra gruppi dirigenti che si manifestano ad ogni passaggio di cambiamento. Non sono ancora ben chiare le modalità di promozione/selezione della classe dirigente, le primarie non sembrano da sole sufficienti, mancano spesso forme e luoghi del confronto e dell’apprendimento. L’Europa rappresenta la dimensione naturale, non solo delle politiche economiche e istituzionali, ma il terreno di riferimento delle culture politiche dominanti, il confronto tra destra e sinistra, tra innovazione e conservazione, in un contesto differenziato tra nord e sud Europa e la difficoltà della sinistra europea a trovare una visione comune a governare i processi di cambiamento e il futuro dell’Europa. La ridefinizione di una solida cultura politica per una forza della sinistra italiana come il PD rappresenta il presupposto per essere il partito del territorio e dell’autonomia. In ogni incontro ospitiamo una o due persone, studiosi o testimoni competenti, che mettendo a disposizione dati analitici e linee interpretative, permettono ai partecipanti di confrontarsi e di approfondire le questioni. Il contesto è insieme rigoroso – per un arricchimento delle informazioni e delle conoscenze – e libero, aperto a ipotesi, idee, proposte. Saranno messi a disposizione dei partecipanti, prima di ogni incontro, dei materiali preparatori. Siamo convinti che nel Partito provinciale (e Veneto) ci sia bisogno di tali momenti e che i partecipanti sapranno utilizzare al meglio queste occasioni, oltre a fornire utili suggerimenti per il prosieguo dei lavori. Il primo incontro è fissato per sabato 7 novembre alle ore 14,30 presso la Sala T. MERLIN della Biblioteca Civica di Ponte nelle Alpi. Il relatore sarà BRUNO ANASTASIA, studioso e Direttore dell’osservatorio di Veneto Lavoro. Al termine dell’incontro seguirà un piccolo rinfresco. Per assicurare la buona riuscita del ciclo di incontri prevediamo che la partecipazione avvenga su PRENOTAZIONE e sia mantenuta per l’intera durata degli incontri. Vi preghiamo di iscrivervi scrivendo a segreteria@pdbelluno.it, entro giovedì 6 novembre. Ai partecipanti, ad ogni incontro, è richiesto un piccolo contributo di 5 euro a sostegno delle spese vive.

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