“La catastrofe del Vajont del 1963 vive ancora nella memoria collettiva nazionale ed è monito quotidiano per il rispetto del nostro territorio. In quella catastrofe si sono infatti intrecciate tutte le contraddizioni dello sviluppo economico e industriale del Dopoguerra che considerava quasi ininfluente l’elemento naturale. Nei circa 2.000 morti di quel lontano 9 ottobre e nei paesi colpiti da quella tragedia il convitato di pietra fu sempre quello del valore della natura rispetto all’importanza dell’interesse economico. E come ha recentemente ricordato Papa Francesco con la sua esortazione apostolica sul clima, anche grazie alla nuova consapevolezza di imprese e cittadini, alla tecnologia e alle necessità di affrontare con coraggio la crisi climatica lo sviluppo e la sostenibilità possono camminare insieme. Secondo i dati di Unioncamere in Veneto entro il 2026 saranno oltre mezzo milione i lavoratori con competenze green necessari al sistema economico e industriale regionale. Questo senza contare le potenzialità di crescita ulteriori che potrebbero nascere da quella parte del Green Deal dedicato all’Industry 5.0, la nuova frontiera dell’innovazione che alla digitalizzazione aggiunge la componente organica della sostenibilità e della responsabilità sociale per le comunità venete. Proprio per questo nel ricordare questa tragedia il Partito Democratico del Veneto, a dispetto di chi governa la Regione Veneto da oltre venticinque anni, guarda come prioritaria un’economia che genera crescita, crea lavoro e sradica la povertà investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta. Le analisi sulla pessima qualità dell’aria del bacino padano e i tanti manifestanti ieri nel Friday for future ci spingono ad agire”. Lo dichiara in occasione del prossimo 60° Anniversario della catastrofe del Vajont Matteo Favero, Responsabile Forum Ambiente e Infrastrutture del PD Veneto.
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