L’allarme del segretario veneto del Pd: «Dopo il declassamento serviva invertire la rotta con l’Operazione Futuro. Invece l’assistenza agli anziani e alle famiglie sarà ulteriormente ridimensionata»
«Il declassamento della sanità Veneta è solo la punta dell’iceberg. Con la riorganizzazione delle Ulss la rete sociale per i veneti si restringerà ancora». Il segretario veneto del Partito Democratico, Alessandro Bisato, sottolinea come il calo nel livello dei servizi essenziali sia «la dimostrazione concreta che stanno mancando le principali forme assistenziali ai cittadini e questo ulteriormente dimostra la fondatezza delle richieste dei medici di medicina generale. Grazie alla mobilitazione dei medici è stato possibile scoperchiare la gravità del problema che la Regione si è ostinata a negare per anni». A fronte del crescente bisogno di cure e di strutture adeguate per una regione che ha un tasso di invecchiamento molto alto, afferma il segretario «l’Operazione Futuro individuata dal gruppo consiliare del Pd sarebbe stata una risposta nella direzione giusta». Purtroppo la maggioranza leghista ha preferito coltivare «egoismo e chiusura», dice Bisato, «e oggi ha bocciato senza appello le misure a sostegno delle famiglie chieste dal Partito democratico e appoggiate da molte forze sociali e sindacali». Tuttavia il tema resta invariato, continua il segretario: «Se non si approvano presto delle misure a sostegno delle famiglie, già penalizzate dalla carenza di strutture assistenziali, in particolare per gli anziani, aumenterà la platea di veneti che non potranno permettersi cure per sé stessi e per i loro cari». Ad aggravare il quadro ci sono gli atti aziendali, cioè il sistema di organizzazione delle Ulss, che sono in corso di approvazione in questi giorni. Dalla lettura della proposta risulta evidente che le ricadute saranno ulteriori drastiche diminuzioni delle strutture complesse, in particolar modo nelle Ulss più grandi, che fa seguito tra l’altro ad una manovra di significativa riduzione dei distretti. «Questo ha un chiaro significato di ridimensionare l’attività assistenziale a livello territoriale, al di là dei principi contenuti nelle leggi regionali», conclude Bisato.
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