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Sanità: cronicità e non autosufficienza le sfide cruciali

Piano sociosanitario, le proposte del PD: subito nuove assunzioni e investimenti

“Nel nuovo Piano sociosanitario dovranno essere fatti investimenti veri sul territorio, altrimenti resterà un libro dei sogni. Due le priorità assolute: la non autosufficienza, con le rette delle case di riposo diventate insostenibili per troppe famiglie e la questione del personale, visto che negli ospedali veneti mancano circa 1300 medici”. Presentate oggi in conferenza stampa a Padova le proposte del gruppo consiliare del Partito Democratico sul Pssr che approderà in aula nelle prossime settimane. “Non devono esserci più anziani di serie A e di serie B: attualmente nelle strutture convenzionate ci sono 34mila posti letto, ma appena 24.700 impegnative il cui valore, oltretutto, è fermo dal 2009. Questo significa che quasi 10mila utenti devono pagare per intero la retta di ricovero, con un costo minimo di 2.300 euro al mese: ricoverare un proprio caro in una struttura, scelta già dolorosa, diventa così un salasso. L’altro grande tema che il Piano sociosanitario dovrà affrontare è quello del personale, visto che le carenze attuali sono destinate ad aumentare: nei prossimi cinque anni andrà in pensione un terzo degli attuali medici di famiglia, 1.135 su 3.147, servono poi circa 1.300 medici negli ospedali, oltre a infermieri, psicologi e operatori sociosanitari. Chiediamo che nel Piano venga inserita una scheda con i fabbisogni di personale e un programma delle assunzioni. Solo così una riforma potrà avere gambe solide, altrimenti è una favola”, commentano i consiglieri democratici. Le risposte a cronicità e non autosufficienza saranno le sfide prioritarie nei prossimi anni e per questo il Partito Democratico chiede un maggior coinvolgimento degli amministratori locali: “Nella proposta della Giunta i Comuni non hanno voce in capitolo nell’organizzazione dei servizi, dagli ospedali di comunità alle medicine di gruppo integrate. Pensiamo invece che la programmazione dell’assistenza territoriale debba necessariamente stare nelle mani dei sindaci”.  Con un occhio di riguardo per i territori montani, lagunari e deltizi: “Occorre una pianificazione tarata sulle loro particolari esigenze, dovute a una geografia ‘difficile’ e a una popolazione sempre meno giovane”. Le proposte illustrate oggi dagli esponenti dem a Palazzo Ferro Fini riguardano anche la sicurezza sul lavoro, con un piano di assunzione di operatori negli Spisal, l’uniformità di servizi per la tutela dei minori e integrazione sociosanitaria dei disabili, superando le differenze esistenti sia tra le Ulss che tra i distretti, e un’attenzione alle nuove malattie come celiachia e disturbi alimentari, che richiedono servizi specialistici ad hoc. Tra gli altri punti messi nero su bianco dal gruppo del Partito Democratico ci sono poi le emergenze come Pfas e West Nile: “Occorrono politiche di sorveglianza ambientale e sanitaria costanti, nel caso della febbre del Nilo siamo di fronte a un fenomeno che si ripresenta da ormai una decina di anni. Per questo le misure di prevenzione e contrasto devono diventare stabili, senza limitarci a intervenire solo quando l’urgenza è conclamata”. Infine non manca l’attenzione alla cooperazione internazionale: “Diamo un significato positivo, ribaltandolo, allo slogan ‘Aiutiamoli a casa loro’, stabilendo come priorità l’aiuto allo sviluppo in campo sanitario ai Paesi dell’Africa subsahariana, così rilanciamo la tradizione che il Veneto vanta in questo settore”. Qui sotto le proposte del Partito democratico veneto, punto per punto.


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