Secondo l’esponente democratico “Chi dice di rappresentare il volere del popolo veneto sa bene di raccontar balle, perché se si facesse un referendum per abolire la Regione e tutti i consiglieri regionali, il risultato sarebbe senza ombra di dubbio più largo di quello che vuole dare voce ai un drappello di folcloristici indipendentisti. Mentre è in corso un terremoto, c’è chi pensa, a quale carta da parati utilizzare sulle pareti. Carta da apparati. Senza dignità” VENEZIA “Chi dice di rappresentare il volere del popolo veneto sa bene di raccontar balle, perché se si facesse un referendum per abolire la Regione e tutti i consiglieri regionali, il risultato sarebbe senza ombra di dubbio più largo di quello che vuole dare voce ai un drappello di folcloristici indipendentisti. Perché, allora, questi personaggi che dicono di rappresentare il volere dei veneti non fanno un referendum sull’abolizione della Regione?”. E’ con toni accesi che il consigliere regionale del Pd Graziano Azzalin è intervenuto nel corso del dibattito sull’indizione del referendum sull’indipendenza del Veneto, che l’esponente democratico bolla come “una pagliacciata che, in un momento come quello che stiamo attraversando, getta ulteriore discredito sulla politica: a quanto pare c’è chi, per un pugno di voti, è disposto a gettare altro fango su tutto il Veneto e su tutta la politica. E’ una vergogna che si aggiunge alla vergogna” “Mentre è in corso un terremoto politico-giudiziario come quello che emerge dalle cronache quotidiane – aggiunge Azzalin – c’è ancora chi pensa, mentre crollano i muri, a quale carta da parati utilizzare sulle pareti. Carta da apparati, verrebbe da dire. Peccato, infatti, che oggi le premesse da cui muoveva la provocazione politica del referendum siano miseramente cadute, perché parlare di ‘Roma ladrona’ non può che apparire ridicolo se non addirittura colpevole. L’incostituzionale referendum sull’indipendenza, visto quanto accaduto in questi giorni, rappresenta uno schiaffo ai cittadini veneti da parte di una classe politica che finge di non vedere quello che sta emergendo e che si accontenta di spot e pagliacciate coreografiche per restare a galla. In effetti, di fronte al mondo che crolla, forse la cosa migliore è fingere che non stia succedendo niente. Continuano ad emergere i dettagli di una ‘venetangentopoli’ dalle dimensioni inquietanti. La fine di un regime, l’archiviazione di un ventennio, un sistema di potere consolidato, che ha mangiato milioni su milioni. E il Mose è solo la punta dell’iceberg”. “A quanti oggi hanno il coraggio di dire ancora che il Veneto non è Italia – ha conclude Azzalin – consiglierei un pizzico di prudenza, perché la facile replica potrebbe essere che cose del genere avvengono in effetti solo nei peggiori regimi del terzo mondo. E, proprio quando si dovrebbe far ricorso a tutta la responsabilità possibile e fare in modo di recuperare alla politica un minimo di dignità, si votano provvedimenti indegni. Ancora peggio di chi vaneggia di uno stato veneto, comunque, chi si è vergognato di esprimere la propria posizione e si è vigliaccamente trincerato dietro un patetico ‘facciamo scegliere i veneti’: se i veneti potessero davvero scegliere, sono sicuro, manderebbero a casa tutti. A cominciare da chi cerca di speculare su queste cose”.
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