All’incontro sarà presentato il libro sull’immigrazione scritto da Stefano Allievi e da Gianpiero Dalla Zuanna
I rappresentanti della Comunità musulmana bellunese parteciperanno alla terza giornata della Festa de L’Unità in programma domenica 7 agosto al Pus di Pian Longhi. L’appuntamento si inserisce nel solco delle iniziative organizzate in queste settimane in tutta Italia e culminate con la presenza di migliaia di fedeli musulmani nelle chiese cattoliche, domenica scorsa. “Vogliamo dare un segno”, afferma la segretaria provinciale Erika Dal Farra “per rafforzare i legami tra persone che da decenni vivono e lavorano insieme, in pace e nel rispetto reciproco”. La comunità musulmana nel Bellunese è composta da oltre 600 persone, provenienti in prevalenza dal Nord Africa, ma oramai integrati nel tessuto sociale ed economico provinciale. La Festa de L’Unità propone per questo un approfondimento sui flussi migratori. Alle 13.45 il sociologo Stefano Allievi presenta il libro “tutto quello che non vi hanno mai detto sull’immigrazione”, scritto insieme con il senatore Gianpiero Dalla Zuanna. Allievi è specializzato nello studio dei fenomeni migratori, in sociologia delle religioni, e in studi sul mutamento culturale e politico in Europa, con particolare attenzione al pluralismo culturale e religioso, e in specifico alla presenza dell’islam. Partecipa all’incontro Sara Moretto, deputata del Pd e membro della commissione d’inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione dei migranti. SCHEDA Il saggio di Allievi racconta come l’Italia nel breve giro di un paio di generazioni sia passata da paese di emigrazione sostanzialmente monoculturale a grande porto di mare. Vivono oggi dentro i nostri confini cinque milioni di stranieri e l’immigrazione è da anni al centro del dibattito pubblico e dello scontro politico. Spesso però se ne discute senza tener conto dei dati di fatto: se in un luogo non ci sono risorse sufficienti per permettere agli uomini di soddisfare le loro necessità e in un altro luogo le opportunità sono sovrabbondanti rispetto agli uomini, un gruppo di abitanti del luogo di partenza si trasferirà inevitabilmente nel luogo d’arrivo. È dunque impensabile che il flusso dei migranti si interrompa. Peraltro, la struttura demografica dei paesi occidentali rende necessario l’apporto degli stranieri: nei prossimi vent’anni, per mantenere costante la popolazione in età lavorativa (20-64), ogni anno dovranno entrare in Italia – a saldo – 325 mila potenziali lavoratori, un numero vicino a quelli entrati nel ventennio precedente. Altrimenti, nel giro di appena 20 anni i potenziali lavoratori calerebbero da 36 a 29 milioni, a mano a mano che i baby-boomers andranno in pensione. Diminuirebbero anche i giovani (da 11,2 a 9,7 milioni), mentre gli anziani – in ogni caso – sono destinati ad aumentare in modo inarrestabile. Il libro offre dati aggiornatissimi sui flussi migratori e sul loro contributo reale allo sviluppo economico, culturale e sociale del Paese, senza eludere nessuno dei temi scottanti degli ultimi mesi: l’aumento esponenziale dei richiedenti asilo, l’impatto della crisi sulle migrazioni, il contributo degli stranieri all’economia italiana, i problemi di criminalità, l’integrazione fra le diverse culture e religioni. Perché esiste un modello italiano alle immigrazioni: è necessario riconoscerlo per tracciare con sapienza le politiche del futuro.