L'intervista al segretario regionale del Partito democratico di Martina Zambon sul Corriere del Veneto
Andrea Martella, senatore del Pd, è il segretario del partito in Veneto. E la campagna elettorale per le prossime Regionali è iniziata anche per il centrosinistra.
Senatore, in questi giorni a tener banco sono soprattutto le spaccature del centrodestra che voi avete sottolineato...«Lo strapotere del centrodestra in Veneto si è trasformato in logoramento, inerzia e divisioni che ormai appaiono insanabili. Si tratta di un mix che rende impossibile fare gli interessi dei cittadini e delle imprese. Questo governo regionale è ai titoli di coda. Le liti a cui assisto in questi giorni, però, non mi stupiscono perché appare ormai evidente come si tratti di un’alleanza fondata su un’ipocrisia politica».
A dar sponda all’opposizione, sull’Autonomia, in questo momento è la Cei...«Anche qui, nulla da stupirsi: l’Autonomia rimane l’ultima bandiera da sventolare per Zaia e la Lega. Zaia, in particolare, appare sempre più allergico alle critiche di chi mette in evidenza le contraddizioni e i rischi della legge Calderoli. Critiche che, in maniera del tutto legittima, arrivano dalla Cei. La reazione del presidente mi è parsa, francamente, scomposta. Temo Zaia non si renda conto che su questo tema si sta creando una frattura tra la Lega e il mondo cattolico senza precedenti in Veneto».
Esiste uno spiraglio perché Zaia possa fare un quarto mandato? «No, è un’ipotesi ormai fuori dai radar, così com’è ormai quasi certo che si voterà l’autunno prossimo. E non saranno Regionali come le altre. Si chiude un ciclo politico segnato dal centrodestra con Galan prima e Zaia poi lungo 30 anni, questa volta ci sono tutti i presupposti perché i veneti scelgano diversamente, noi correremo per vincere».
Come procede il «campo largo veneto»?«Procede bene. Ci siamo incontrati a luglio come Pd, Avs, M5s, VcV, Psi, +Europa e Volt. Ci ritroveremo a settembre per costruire un progetto di alternativa comune anche ai mondi civici. Peraltro sono in atto interlocuzioni anche con Azione e Iv. Riassumendo, mentre Lega, FdI e FI litigano sia al proprio interno che fra loro, noi stiamo lavorando a testa bassa».
Qual è la deadline per scegliere un candidato per voi?«Entro i primi mesi dell’anno. E da qui a dicembre cercheremo di concludere il lavoro preparatorio per un programma condiviso che partirà dall’ascolto del territorio. Si arriverà fin nei comuni più piccoli per ascoltare cittadini, imprese, artigiani, agricoltori, forze sociali e del volontariato. Ascolteremo il Veneto per proporre una nuova via. Tanto più che il centrodestra sempre più litigioso si sta dimostrando inaffidabile per dare risposte concrete ai veneti».
L’ultimo casus belli fra alleati è l’aumento Irap ma in molti affermano che chiunque governerà dal prossimo anno è all’Irpef che si dovrà metter mano...«Una valutazione andrà fatta tanto più che le stesse categorie produttive si erano dette disponibili a discuterne non troppo tempo fa. Evidentemente salvaguardando le fasce di reddito medio basso. Il tutto non solo per far quadrare i conti (non voglio neppure insistere sulla spina nel fianco che sarà la Pedemontana nei bilanci a venire) ma soprattutto per poter investire, in sociale, sanità pubblica, attrattività per i giovani, per investire in cultura più degli attuali 3 euro pro capite o per coprire le borse di studio per chi ne ha diritto. Naturalmente non possiamo permetterci di perdere altre occasioni come quelle perse da Zaia: Intel, Silicon Box, Zls ancora al palo, tutti posti di lavoro mancati».
Non abbiamo parlato di diritti...«Mi ha impressionato sulla vicenda dello ius scholae la posizione di Zaia, ha già gettato la maschera progressista».
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