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Violenza sulle donne. È tempo di cambiare narrativa



di Lucia Saviane*


Ogni 25 novembre vengono elencati una serie di dati sulla violenza contro le donne, tuttavia, non accade mai niente di straordinario. Allora sono convinta che qualcosa debba cambiare, nel metodo e nella narrazione del tema, perché è evidente che quello che abbiamo fatto sino ad ora non ha portato ad estirpare questo fenomeno.

Qualcosa ci sta sfuggendo, come società, se nonostante le leggi non riusciamo a porre fine alle violenze e ai femminicidi. Il racconto giornaliero delle vittime, che sentiamo dai notiziari, ha trasformato la violenza da qualcosa di straordinario (nel senso latino del termine) a qualcosa di ordinario. È per questo che, secondo me, per invertire la rotta, dobbiamo, a livello politico, ritornare a scaldare i cuori delle persone, dobbiamo trovare il modo di smuovere l’orgoglio femminile e maschile e creare ribellione; perché solo quando la società inizierà a ripudiare questo sistema, esso crollerà.

Credo che sia necessario porre fine anche alla narrazione negativa e passare invece a quella positiva, ricordandoci quanto le donne siano riuscite a conquistare e quanti tetti di cristallo abbiano fatto crollare grazie al loro coraggio. Con le loro importanti biografie hanno lasciato il segno e fatto la differenza nella storia.

Infatti, la crisi del patriarcato è in corso, tuttavia, è iniziata tanto tempo fa e sembra non giungere mai a conclusione. Rimangono dei residui che dobbiamo eliminare, come il sessismo pervasivo e radicale che è la radice della violenza contro le donne.

L’Illuminismo, che ha fatto crollare tutte le verità assolute, ne ha dimenticata una. Come ci ricordano Mary Wollstonecraft già a fine ‘700 e Virginia Woolf un secolo dopo, l’inferiorità e l’uguaglianza tra uomo e donna, non sono date dalla natura bensì sono state costruite dalla cultura. Dunque, c’è uno stretto nesso tra educazione e libertà che non dobbiamo mai scordare: la prima ci consente di avere consapevolezza della nostra condizione e di vederla non più come immutabile e data dalla natura, bensì come il frutto di un processo storico arcaico cui dobbiamo porre fine. Donne e uomini insieme.

Noi donne siamo il 51,3% della popolazione italiana e non possiamo più accettare tutto questo. Ce lo stanno insegnando le donne iraniane che la vita vale meno della libertà. Questo è un messaggio potente che deve essere interiorizzato e illuminare le giovani generazioni nella lotta contro il patriarcato.

*Lucia Saviane è segretaria del circolo Alpago del Partito Democratico e responsabile provinciale Donne Democratiche di Belluno

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