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Potenziare la medicina territoriale e aumentare medici e personale sanitario

Aggiornamento: 23 apr 2022


Sanità, le proposte del Pd. Martella: «I fondi del Pnrr in Veneto per correggere gli errori degli ultimi anni»


«Utilizzare i fondi del Pnrr e quelli messi dal governo italiano per aumentare gli organici di medici e personale sanitario, ridurre le liste di attesa e infine per assicurare a tutte le famiglie venete la copertura minima del medico di base. Per un partito come il nostro i temi del welfare non sono solo distintivi ma direi anche identitari. Garantire il diritto alla salute per tutti i cittadini è un nostro dovere oltre che un obiettivo». Lo ha detto il segretario regionale del Partito democratico, Andrea Martella, chiudendo il primo forum sulla sanità del Veneto tenutosi questa mattina a Padova.


Al forum organizzato dal Partito democratico e dal gruppo S&D del Parlamento europeo, hanno partecipato medici, esperti ed esponenti politici per un’analisi e un confronto sulla situazione dei bisogni del territorio e la relativa offerta di servizi legati alla salute.



«Ci saremmo augurati che non ci volesse una pandemia per farcelo capire ma l’emergenza ha mostrato anche rispetto ad altri modelli occidentali quale sia l’importanza dell’universalismo sancito dall’articolo 32 della nostra costituzione», ha affermato il segretario. «Avere libero accesso alle cure, non dover mostrare reddito o carte di credito per potersi curare è qualcosa che assicura un principio di democrazia e libertà sostanziale».


«Quello attuale è un modello che non va, corretto anche un po' maldestramente in corsa dopo essersi accorto dei danni fatti nel passato. Abbiamo una specificità che si chiama: territorio. La territorializzazione è un principio che ci distingue da sempre. E noi come forza politica lo abbiamo ereditato da una veneta che ha dato un’impronta straordinaria a una riforma che rappresenta un caposaldo del welfare moderno: Tina Anselmi.


Eppure il rapporto con il territorio è stato smontato pezzo per pezzo dalla Regione: tagliati i consultori, tagliati i servizi per i disabili, tagliati drasticamente i servizi psichiatrici. L’unico faro delle politiche sanitarie regionali sembra essere la riduzione della spesa, non la salute dei cittadini. L’effetto è la fuga dei medici dal sistema sanitario regionale.


«E’ ovvio che le esigenze sono cambiate, i bisogni di salute sono mutati, ma la garanzia dell’accesso è la premessa di tutto», ha concluso Martella. «La politica non si può occupare di sanità solo per le nomine apicali, non è credibile e soprattutto non è un compito che le compete. Programmare è ciò che compete alla politica, stabilire il giusto equilibrio tra medicina del territorio e ospedali, rafforzare la prevenzione, puntare ad avere medici di base motivati e valorizzati, costruire un più attento ed efficace rapporto con le nostre università che rappresentano una eccellenza anche oltre i confini nazionali».


Nel file qui sotto i dati aggiornati sulla carenza di medici e specialisti in Veneto e la situazione nelle altre regioni italiane

dati carenza medici veneto
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Il documento di sintesi dell'iniziativa "PER UN VENETO IN SALUTE"


Per un Veneto in Salute
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