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Le tappe del congresso nazionale

Aggiornamento: 20 gen 2023

La relazione del segretario veneto Martella alla Direzione regionale del PD



Nella direzione nazionale dell’altro ieri, abbiamo approvato il regolamento che guiderà la fase costituente del nuovo Partito Democratico e ci porterà, a fine febbraio, all’elezione del nuovo o della nuova segretaria.


Al netto di alcune ricostruzioni giornalistiche un poco colorite anche a causa di un dibattito interno che francamente avrei evitato, il Partito Democratico ancora una volta dimostra di essere l’unica forza politica capace di impostare una discussione vera sul suo futuro e, soprattutto, una dimensione comunitaria per cui – nonostante le giuste differenze nell’approccio politico – pressoché tutti si sono riconosciuti nella sintesi definita dall’attuale gruppo dirigente e concordata con i candidati.


Le regole sono sicuramente importanti perché definiscono il perimetro della nostra casa e le modalità di convivenza. Ed è una questione meno arida di ciò che apparentemente può sembrare perché per noi che non siamo un partito personale, che abbiamo storie e radici che affondano nella cultura dei partiti anche questo è un tassello che compone il prezioso mosaico di cui dobbiamo essere custodi. 


Non è uno sforzo scontato, soprattutto in tempi come i nostri dove la solidità delle istituzioni e dei processi democratici appare sempre più fragile e sotto attacco. L’abbiamo visto pochissimi giorni fa, con l’assalto al Parlamento di Brasilia, immagini drammatiche che ci hanno ricordato quelle molto simili di Capitol Hill nel 2019.

Proprio per questo occorre difendere lo spirito democratico a tutti i livelli, a partire dal nostro, di base forse, ma non per questo scontato.


Il regolamento nazionale che abbiamo approvato fa esattamente questo, disegna un percorso che ci porterà a un PD rinnovato nel gruppo dirigente, nella proposta politica e nei metodi di lavoro che sia ancora più efficace nell’opposizione a un governo che, finita la breve luna di miele, si sta scontrando con la realtà.

Giorgia Meloni, per la prima volta nella sua vita, ha scoperto la distanza che c’è tra le promesse elettorali (aboliremo le accise sui carburanti) e l’impegno di governo; peccato che in questo learning by doing ci vadano di mezzo milioni di cittadini che, appena rientrati dalla pausa natalizia, si trovano nuovi costi e una inflazione – la tassa più ingiusta – che non accenna a diminuire. In Parlamento, nel dibattito sulla legge di bilancio, avevamo avvisato il governo di tutti questi rischi, abbiamo proposto emendamenti, purtroppo siamo rimasti inascoltati.


Incontrare il Papa mentre il proprio governo per decreto stabiliva che 37 esseri umani poveri disgraziati dovessero allungare il proprio calvario, dopo un mese, per raggiungere Ancona come porto “vicino” da la cifra di una palese ipocrisia che anima questa compagine di governo sugli aspetti valoriali.

Oppure emanano il primo decreto sui “rave” e poi un pezzo di autostrada diventa ostaggio di 300 pericolosi teppisti dei movimenti ultras. Due pesi e due misure. Forti solo con i deboli.


Su caro vita, salari, pensioni, sulle politiche di sviluppo, sui processi di transizione, sulla tutela dell’ambiente come dimostra anche il decreto sblocca trivelle, il governo mostra di avere il fiato corto. Non ci sono idee perché quando si vive specularmente di no è come fare catenaccio senza avere un proprio modulo di gioco. Essere speculari non serve. E questo deve invogliarci a svolgere un congresso vero, sincero, sui temi che ci aiutino a sviluppare le nostre proposte.


Il paese ha bisogno di una opposizione forte, credibile e realistica. Il PD può e deve interpretare questa necessità prima e meglio di ogni altra forza politica ma, per farlo, è necessario che il nostro percorso congressuale proceda nella maniera più lineare e precisa possibile.


Noi possiamo partire da una base comune che è rappresentata dai lavori del nostro seminario del 3 e 4 dicembre. Un lavoro importante, che ha visto contributi significativi di soggetti esterni che noi dobbiamo raccogliere e sviluppare per tradurli in proposte concrete per le nostre parole per le nostre parole per un nuovo Veneto.


Questo a prescindere dalle scelte sul profilo dei candidati alla segreteria che ciascuno di noi farà. In veneto in questi mesi abbiamo messo in piedi un progetto che guarda al futuro e lo stiamo facendo con il coinvolgimento dei territori e della società veneta. 


È su questa strada che dobbiamo proseguire anche orgogliosi delle specificità che la comunità democratica del veneto può portare al partito nazionale. È qui, prima che altrove che la destra mostrerà le sue debolezze. Sull’autonomia, sulla sanità, sul welfare, sull’ambiente. 


Ecco perché il nostro lavoro congressuale rappresenterà un valore aggiunto perché ci consentirà di sviluppare le nostre proposte e di offrirle ad un partito nazionale che ha bisogno di rilanciarsi partendo proprio dai territori.


Proprio per questo occorre difendere lo spirito democratico a tutti i livelli, a partire dal nostro, di base forse, ma non per questo scontato. Anche nel ricordo e nel nome di uno statista, un dirigente del Partito Democratico e un amico che ci ha lasciati un anno fa, proprio in questi giorni: David Sassoli. Il suo esempio e il suo impegno credo dovranno guidarci anche nella fase congressuale che stiamo aprendo.


Ora mi scuserete se nel resto del mio intervento sarò un po’ pedante con scadenze, date e procedure ma, in democrazia, la forma è sostanza.


Come saprete già in Direzione Nazionale abbiamo deciso di posticipare le primarie di una settimana, spostandole al 26 febbraio, per permettere alle regioni impegnate in importanti sfide elettorali di concentrarsi sulla campagna. A brevissimo sarà definita la composizione completa della Commissione Nazionale per il congresso che garantirà il buon svolgimento delle operazioni in tutta Italia.


Anche i livelli regionale e provinciale devono insediare omologhe commissioni.


Con le commissioni insediate potrà partire la fase di dibattito nei circoli e il relativo voto che dovrà tenersi tra il 3 e il 12 febbraio.


Voglio sottolineare che a questa fase, per la prima volta, potranno partecipare anche i singoli cittadini che hanno aderito al nostro percorso costituente e gli iscritti ad associazioni, partiti e movimenti politici che hanno fatto lo stesso: per tutti loro sarà però necessario formalizzare la procedura di iscrizione al Partito Democratico entro il 31 gennaio.


Infine, segnalo che, per alcune categorie di elettori, è prevista la possibilità di usufruire del voto online, nello specifico i fuorisede (studenti e lavoratori), i residenti o domiciliati all’estero, chi non può recarsi al seggio per motivi di salute, i residenti in località particolarmente isolate. Tutte queste categorie potranno autocertificare l’impossibilità di recarsi ai gazebo e registrarsi per il voto online entro il 12 febbraio, in modo tale da poter verificare prima del 26 eventuali irregolarità.


In estrema sintesi questi sono i nostri principali impegni e scadenze per le prossime settimane: sarà un percorso bello, importante per tutti ma, soprattutto, decisivo per ridefinire la collocazione del Partito Democratico nel nostro paese e per segnare un nuovo inizio all’opposizione del governo più di destra della storia repubblicana.


Buon congresso a tutte e tutti.


Schema principali scadenze:


• 14/01 istituzione commissioni regionali e provinciali;

• 23/01 – 27/01 deposito mozioni nazionali e candidature;

• 31/01 termine per iscrizione al PD (tesseramento 2023);

• 3/02 – 12/02 discussione e voto nei circoli;

• 12/02 definizione seggi e termine ultimo per registrarsi al voto online;

• 22/02 presentazione liste Assemblea nazionale;

• 26/02 primarie.

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