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Giù le mani dalla sanità pubblica

Martella dà il via a Castelfranco al tour nei luoghi simbolo del Veneto



«Fermare la chiusura delle strutture pubbliche, il depauperamento della sanità regionale e il suo orientamento de facto verso la privatizzazione sono le priorità per il Partito Democratico». Lo ha affermato il segretario regionale del Partito democratico, Andrea Martella avviando questa mattina a Castelfranco Veneto con i candidati Piero Fassino, Rachele Scarpa e Giovanni Zorzi un tour ‘Al Cuore del Veneto’ che toccherà alcuni luoghi simbolo.


Proprio a Castelfranco è paradigmatica in questa prospettiva. La città natale di Tina Anselmi rischia di perdere per sempre l’ospedale a causa di politiche sanitarie sconsiderate. Da qui comincia il viaggio del Partito democratico per promuovere soluzioni possibili, pubbliche e giuste alle legittime richieste di servizi sanitari dei cittadini.

«La nostra regione ha una lunga tradizione di buona sanità, una tradizione che affonda le sue radici negli anni ’70 e nell’idea di Tina Anselmi, allora pioneristica, di integrare le politiche sociali con quelle sanitarie, con un ruolo strategico dei Comuni, come presidio fondamentale della salute dei cittadini.

«Questo impianto», sottolinea Martella, «è stato gravemente messo in discussione dalla riforma sanitaria del 2016 che ha, di fatto, inaugurato una stagione caratterizzata dalla centralizzazione della governance, dalla marginalizzazione dei Sindaci, da un progressivo abbandono dell’integrazione socio-sanitaria e dall’impoverimento della medicina territoriale».


Gli effetti sono sotto gli occhi di tutti, mancano almeno 1.500 medici negli ospedali, almeno 500 nei distretti e dipartimenti di prevenzione e circa 500 medici di famiglia, tanto che oramai l’8 per cento dei veneti deve fare senza e il numero di ospedali a rischio chiusura è in costante aumento.

La priorità per il Partito democratico è il rafforzamento della sanità pubblica attraverso l’utilizzo dei fondi del Pnrr e quelli messi dal governo italiano per aumentare gli organici di medici e personale sanitario, ridurre le liste di attesa e infine per assicurare a tutte le famiglie venete la copertura minima del medico di base.

L’andamento demografico suggerisce le priorità da assumere per orientare la programmazione. In primo luogo i temi della non autosufficienza: la cronicità e le fragilità comportano costi sociali ed economici spesso insostenibili per le famiglie. Il ritardo ventennale accumulato dalla Regione Veneto per la riforma delle IPAB è il segno di una disattenzione grave e miope. È indispensabile un cambio di indirizzo nelle politiche regionali a sostegno della famiglia, non solo per rafforzare i servizi per l’infanzia e l’età evolutiva e i consultori familiari, ma anche per irrobustire le infrastrutture sociali che devono sostenere la famiglia quando incontra la disabilità, episodi di dipendenza da sostanze, da alcool o da gioco d’azzardo, o quando incrocia la sofferenza psichica e i vari disturbi del comportamento, in particolare fra i giovani.

Prima dell’evento il segretario regionale ha deposto una rosa bianca sulla tomba di Tina Anselmi, al cimitero di Castelfranco, accompagnato dal segretario provinciale del Partito democratico, Giovanni Zorzi.

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